Casa Bianca e Congresso hanno dunque risposto alla richiesta di aiuto di Kiev con miliardi di assistenza in materiali d’armamento oltre all’impegno nel sostegno all’Ucraina «a perseguire una pace giusta».
PRIMO VIAGGIO DI ZELENSKYY ALL’ESTERO
Biden ha accolto Zelenskyj nello Studio Ovale, dove ha in seguito dichiarato che gli Usa e l’Ucraina continueranno a porre in essere una «difesa unita» mentre la Russia si è resa responsabile di un «brutale assalto al diritto dell’Ucraina di esistere come Stato». Per il presidente Zelenskyj si tratta del primo viaggio (di cui si sia a conoscenza) fuori dal suo paese da quando le truppe di Mosca lo hanno invaso invaso nel febbraio scorso. Incalzato su come l’Ucraina avrebbe cercato di porre fine al conflitto, il presidente ucraino ha respinto la definizione data da Biden di una «pace giusta», sottolineando altresì che per lui, in qualità di presidente, «la “pace giusta” non significa compromessi», poiché la guerra finirà «una volta ripristinate la sovranità, la libertà e l’integrità territoriale dell’Ucraina, nonché il ristoro di tutti i danni inflitti dall’aggressione russa».
PACE «GIUSTA», MA SENZA COMPROMESSI
«Non può esserci alcuna “pace giusta” alla guerra che ci è stata imposta», ha egli concluso. Un viaggio oltremodo delicato quello effettuato ieri, che ha avuto luogo dopo dieci mesi di una guerra che ha provocato decine di migliaia di vittime da entrambe le parti oltreché devastazioni nel paese invaso. Una visita che aveva lo scopo di rinvigorire il sostegno americano e occidentale in una fase nella quale la fondata preoccupazione di Kiev è quella che gli alleati si siano stancati del costoso conflitto, col suo corollario di effetti economici, sociali e politici generaati dall’interruzione da parte russa delle forniture globali di cibo ed energia. Poco prima del suo arrivo, Washington ha reso nota la più grande consegna di armi all’Ucraina, un pacchetto di materiali che include i sistemi missilistici terra-aria Patriot (antiaerei e antimissile). Il Congresso degli Stati Uniti prevede infatti di votare l’autorizzazione di forniture alla Difesa ucraina per un ammontare di quarantacinque miliardi di dollari.
RICHIESTA SEMPRE MAGGIORE DI SOSTEGNO
Biden ha anche affermato che «la Russia sta cercando di usare l’inverno come arma, ma il popolo ucraino continuerà a ispirare il mondo. Vladimir Putin non ha alcuna intenzione di fermare questa guerra crudele». Zelenskyj, che si è presentato all’incontro alla Casa Bianca vestendo la sua classica uniforme militare, ha inteso chiarire che continuerà a esercitare pressioni su Biden e gli altri leader occidentali al fine di ottenere un sostegno sempre maggiore. Il presidente ucraino ha raggiunto gli Usa attraverso la Polonia, imbarcandosi a Rzeszow su un velivolo dell’USAF che è atterrato in seguito alla Joint Base Andrews, appena fuori dalla capitale statunitense, aeroporto dove si trovano i velivoli della Presidenza degli Stati Uniti, l’Air Force One e l’Air Force Two.
L’IMPEGNO INDIRETTO DELLE FORZE ARMATE AMERICANE
Sempre nella giornata di ieri la portavoce della Camera, Nancy Pelosi, ha dichiarato che «la lotta per l’Ucraina è la lotta per la democrazia stessa», mentre i funzionari statunitensi e quelli ucraini hanno chiarito che non prevedono una risoluzione imminente del conflitto, quindi si stanno preparando a proseguire i combattimenti ancora per un po’ di tempo, tuttavia – e queste sono parole di Biden – gli Usa armeranno e addestreranno i militari ucraini, però le truppe americane non prenderanno direttamente parte ai combattimenti. Fonti della Casa Bianca hanno inoltre fatto trapelare che c’è stata una preventiva consultazione sulla sicurezza con il presidente ucraino, nel corso della quale è stata esaminata anche l’eventualità di un’azione russa durante la breve assenza di quest’ultimo da Kiev.
ARRIVANO I PATRIOT
Il pacchetto di aiuti militari statunitensi includerà per la prima volta una batteria di missili Patriot e bombe guidate di precisione compatibili con gli aerei da combattimento ucraini, dunque un passo in avanti nella sofisticazione tecnologica dell’arsenale di Kiev in funzione del crescente impiego da parte russa di missili contro obiettivi militari e civili in Ucraina. Mosca considera la fornitura dei Patriot come «un passo provocatorio», minacciando gli americani di colpire eventualmente sia i sistemi d’arma che gli eventuali equipaggi che li trasporteranno in Ucraina, considerandoli dunque «un obiettivo legittimo». Non è chiaro quando la batteria Patriot potrà venire impiagata sul campo di battaglia, poiché gli istruttori statunitensi dovranno formare il personale ucraino destinato a prenderle in carico, attività propedeutica che potrebbe richiedere diverse settimane e che dovrebbe svolgersi in Germania.
DINAMICHE POLITICHE A WASHINGTON
La visita di Zelenskyy ha luogo in un momento delicato che vede l’amministrazione democratica prepararsi a opporre una maggiore resistenza in vista dell’assunzione del controllo della Camera da parte dei repubblicani il prossimo gennaio. Al riguardo, il leader del GOP Kevin McCarthy, eletto in California, ha dichiarato che il suo partito non firmerà un «assegno in bianco» all’’Ucraina. Dal canto suo, il leader della maggioranza al Senato Chuck Schumer ha aperto la sessione parlamentare affermando che «l’approvazione del pacchetto di aiuti e la conferma del nuovo ambasciatore statunitense in Russia, Lynne M. Tracy, invierebbe un segnale forte che gli americani stanno inequivocabilmente con l’Ucraina». Il senatore repubblicano del Kentucky Mitch McConnell ha altresì affermato che «le ragioni fondamentali per continuare ad aiutare Kiev a degradare e sconfiggere gli invasori russi sono gli interessi americani lucidi, duri e pratici», poiché la sconfitta del Cremlino nella sua guerra di aggressione «aiuterà a prevenire ulteriori crisi di sicurezza in Europa».
I PIANI DEL CREMLINO
Nel frattempo, il presidente della Federazione russa Vladimir Putin si è premurato di comunicare ai vertici militari del suo paese che dovranno venire raggiunti gli obiettivi dichiarati per l’Ucraina e che l’esperienza di combattimento maturata nel corso della cosiddetta «operazione militare speciale» servirà a rafforzare le forze armate. Il ministro della difesa russo Sergei Shoigu ha altresì dichiarato che nel corso dei combattimenti in Ucraina l’Armata russa dovrà incrementare i suoi effettivi dall’attuale milione di soldati a un milione e mezzo.