a cura di Italia Nostra Roma – Italia Nostra Roma prende atto della situazione di estremo degrado perdurante sull’area di sedime di via Giulia e la irrisolta sistemazione superficiale del parcheggio qui realizzato. L’attesa di una soluzione convincente si protrae lungamente nonostante le ultime dichiarazioni rese attraverso la stampa e l’indignazione dei residenti.
VIA GIULIA
Come di dominio pubblico, la via Giulia è di estrema rilevanza storica, artistica e rappresenta (1508) il primo intervento urbanistico dell’età Moderna. Ricordiamo, poiché ci pare spesso dimenticato dalle stesse istituzioni, che il progetto rinascimentale vide impegnati i maggiori protagonisti del Cinquecento. La soluzione da individuare non può dunque valere una “qualunque” delle sistemazioni ipotizzabili. Di tale oggettiva complessità è tutto il notissimo pregresso dibattito culturale sulle soluzioni del Restauro, ivi comprese le indicazioni e le proposte di Paolo Portoghesi e di Paolo Marconi.
ABBATTIMENTI E MEMORIE DEI LUOGHI
Le trascorse vicende del ventennio fascista comportarono lo smantellamento di una parte assai significativa della storia sociale della città. Niente di queste ipotesi progettuali recentemente affacciatesi mostrano la sensibilità nel mantenere o richiamare una qualunque memoria di questo trascorso. Furono demoliti i due palazzi intorno alla piazza Padella, che insistevano su quell’area; cancellata la chiesa di San Nicola degli Incoronati e parte del Convento dei Filippini. Sulle sorti di questa area, già così ampiamente martoriata, si sono ulteriormente accanite le “invenzioni” dei “paesaggisti urbani” e dei progetti contemporanei, fino ad arrivare ad uno stallo ancora irrisolto. La soluzione prospettata di un giardino segreto e Barocco, poi rinascimentale ed ora “più semplice” – non si sa se chiuso da muro o da una cancellata invocata da alcuni residenti – ci lascia ancora più perplessi.
RILEVANTI CRITICITÀ
Le rilevanti criticità dovute alla irrealizzabilità di queste ipotesi (non è possibile piantare alberi di significativo impianto radicale, vista la scarsa capacità del solaio realizzato e le rilevanze archeologiche emerse dagli scavi durante i lavori) riaprono ad una soluzione di più alto profilo che tenga conto dell’importanza del sito. Italia Nostra Roma ritiene per tanto necessario ricorrere ad un nuovo concorso di idee per una sistemazione che tenga conto della definizione storica del sito, partendo dal tessuto viario ed edilizio fissato dal progetto rinascimentale. Non per forza tale ipotesi dovrà coincidere con la ricostruzione dei volumi demoliti, ma senza dubbio dovrà rispettare il principio del restauro urbano. La risposta ad una pressante esigenza di natura politica, invocata dai ritardi accumulati, rischia di avviare pericolosamente una facilistica soluzione, attraverso procedure di revisione dei vecchi progetti o del loro adattamento con varianti rabberciate e difficilmente adeguate alla delicata condizione del tessuto urbano. Italia Nostra Roma si augura che la scelta di una piccola area a verde urbano non coincida con l’idea di un “giardinetto” di quartiere non più corrispondente alle esigenze di una urbanità in grave crisi di identità connessa alla trasformazione e modifica degli usi abitativi a finalità turistiche.