USA, elezioni di midterm. L’onda rossa repubblicana è debole, ma sufficiente a ipotecare la Casa Bianca nel 2024

Trump contava su una vittoria a valanga, Biden si accontenta

L’onda rossa repubblicana non c’è stata, ma la sconfitta democratica si.
Il partito repubblicano ha vinto la corsa dei governatori pur perdendone due ed ha cambiato la maggioranza alla Camera, ma in maniera più modesta di quanto pronosticato. Il Senato rimane in bilico, appeso ai risultati dell’Arizona, tendenza democratica e del Nevada, tendenza repubblicana, ma soprattutto in attesa del ballottaggio della Georgia che ha registrato un testa a testa tra il reverendo democratico Rafael Warnock e l’ex campione di football Herschel Walker. Entrambi sotto il 50% necessario per essere eletti al primo turno, correranno di nuovo tra meno di un mese. Nel ballottaggio di dicembre un piccolo vantaggio per il candidato del GOP Walker, è costituito dal 2% dei voti conquistato da un terzo candidato: Chase Oliver del partito libertario, il cui motto “Stato minimo, massima libertà” lo rende più vicino ai repubblicani, almeno in tema di economia. L’elettorato statunitense, alle prese con un inflazione quasi a due cifre e con una montante criminalità urbana, ha dunque punito l’amministrazione Biden, ma non severamente come pure si era pronosticato. Sull’elettorato non schierato ha probabilmente fatto breccia l’allarme sulle libertà in pericolo, lanciato dal partito democratico che ha condotto una campagna elettorale sul tema dei diritti civili, a loro dire minacciati dai repubblicani.

TRUMP ESCE INDEBOLITO DAL VOTO

Pur avendo votato poco meno del 50% degli aventi diritto, l’affluenza alle elezioni di midterm è stata la seconda degli ultimi 50 anni, inferiore solo al dato del 2018. Segno che gli appelli al voto dei democratici hanno funzionato. 
Dalla tornata elettorale di midterm scaturiscono altri dati sui quali riflettere. La vittoria parziale dei repubblicani smorza notevolmente l’enfasi di Donald Trump che si preparava a cavalcare l’onda rossa annunciando la propria ricandidatura alla Casa Bianca nel 2024. Trump si ricandiderà ma dovrà vedersela con una agguerrita schiera di concorrenti non esterni al partito dell’elefante, il che non renderà facile la corsa alla nomination. Nell’ambito del GOP la vittoria di Ron DeSantis che si è confermato governatore della Florida e di Marco Rubio a senatore del Sunshine State, è di conforto per le ambizioni presidenziali dei due. Il fatto che i democratici non siano stati travolti rafforza anche la posizione di Joe Biden che potrà così avanzare la propria ricandidatura alla presidenza per un secondo mandato. 

I REPUBBLICANI SI SONO STRUTTURATI

Il voto alla Camera è stato espresso in collegi che i democratici hanno potuto disegnare secondo convenienza (gerrymandering) come è prassi nel sistema elettorale statunitense. Nonostante ciò il partito repubblicano – storicamente partito elettorale e di opinione – ha rivelato una capacità di organizzazione capillare in grado di mettere in difficoltà il più strutturato partito democratico, soprattutto nei centri urbani. Ciò ha consentito al partito repubblicano di diventare competitivo anche in aree tradizionalmente democratiche, nella east e nella west cost, compresi diversi collegi elettorali degli Stati di New York e della California. La Florida e il Texas, già swing state (Stati ballerini) sono diventati feudi di colore rosso GOP grazie all’elettorato ispanico, tradizionalmente democratico, che si sta consolidando nel campo repubblicano. La democratica Nancy Pelosi ha vinto il proprio collegio californiano ed è stata confermata alla Camera, ma sicuramente non sarà più speaker di maggioranza, in quanto quest’ultima è passata ai repubblicani. 

TRE STATI CHIAVE ANCHE NEL 2024

Come nelle ultime presidenziali del 2020, Arizona, Georgia e Pennsylvania si confermano tre Stati chiave anche di questa tornata elettorale. L’Arizona ponendosi ancora una volta come il luogo delle polemiche che dividono il Grand Old Party sin dal 2018, con la vedova McCain che ha assunto una vivace posizione anti Trump. Quanto al seggio in Pennsylvania, nella scorsa legislatura era occupato dal repubblicano Pat Toomey, il quale non si è ricandidato. Qui il candidato democratico John Fetterman ha sconfitto il repubblicano Mehmet Oz. Consapevoli del peso della Pennsylvania, di qui sono passati il presidente in carica Joe Biden, l’ex presidente dem Barack Obama e l’ex presidente rep Donald Trump. Sicuramente costoro cercheranno di far sentire il loro peso anche in Georgia nel mese che assegnerà l’ultimo seggio delle elezioni di midterm. Allora il Senato potrà essere repubblicano per uno o due voti. Mentre in caso di stallo 50 a 50, a determinare la maggioranza al Senato sarà il voto della vicepresidente democratica Kamala Harris.

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