ECONOMIA, sviluppo frustrato. In Italia esiste una lobby che frena la concorrenza?

Crescita economica e meritocrazia e un’importante iniziativa per localizzare in Italia il centro di raccolta della documentazione internazionale in materia di tutela dei siti religiosi dalle minacce e dagli attacchi terroristici sono i due temi della trasmissione “Le Interviste di qualità”, curata da Giuseppe Castellini, andata in onda su NGN TV. A essa hanno partecipato Veronica de Romanis, Giampaolo Galli e Alessandro De Nicola

Featured Video Play Icon

Crescita economica e meritocrazia e un’importante iniziativa per localizzare in Italia il centro di raccolta della documentazione internazionale in materia di tutela dei siti religiosi dalle minacce e dagli attacchi terroristici sono i due temi della trasmissione “Le Interviste di qualità”, curata da Giuseppe Castellini, direttore del Nuovo Giornale Nazionale prodotte grazie all’assistenza tecnica fornita da Gamma Multimedia Italia, trasmissione andata in onda su NGN TV.

CRESCITA ECONOMICA E MERITOCRAZIA

Al dibattito sulla crescita economica e la meritocrazia hanno preso parte gli esponenti dell’Osservatorio sui conti pubblici italiani Veronica De Romanis (docente universitaria ed economista), Giampaolo Galli (vicedirettore dell’Osservatorio sui conti pubblici italiani e già direttore generale di Confindustria, nonché parlamentare della Repubblica) e Alessandro De Nicola (membro del board mondiale di Orrick, componente del comitato di supervisione europeo e del Leadership team mondiale, nonché presidente di The Adam Smith Society).

LOBBY CHE OSTACOLANO LA CONCORRENZA

Spunto della discussione è stato il nuovo libro scritto da Giampaolo Galli e Lorenzo Codogna, intitolato “Crescita economica e meritocrazia: perché l’Italia spreca i suoi talenti e non cresce”, saggio edito da Il Mulino, opera di notevole interesse che illustra, tra l’altro, quali sono le lobby che in Italia ostacolerebbero la concorrenza, frenando in questo modo la competitività e lo sviluppo in un paese definito «strutturalmente anti-mercato», che, gli autori asseriscono, per questo motivo non cresce da più di due decenni, con tutto ciò che ne consegue in termini di declino economico e sociale, rappresentando un unicum negativo nel  mondo sviluppato.

Condividi: