Tra le diverse cause del fallimento dell’esercito russo in Ucraina – cattiva logistica, corruzione, errata esecuzione di un’idea sbagliata – una è stata largamente sottovalutata dai media. Come si desume da molti fatti, appare evidente che le forze ucraine siano meglio addestrate e impiegate sul campo.
Al contrario, l’Armata Russa sembra basata su un antiquato modello addestrativo con pochi sergenti capaci di guidare i soldati in battaglia. In buona sostanza, l’esercito russo non sembra disporre di un efficiente corpo sottufficiali capace di agire nel caos generato dagli scontri a fuoco.
Decenni di cinematografia statunitense – da Ufficiale e gentiluomo a Gunny e Jarhead, passando per Full Metal Jacket, solo per dare qualche titolo – ci hanno mostrato come l’addestramento statunitense si spinga molto oltre il limite. Lo scopo dei sergenti è quello di insegnare alle reclute come rimanere in vita negli scontri con il nemico.
Sergenti sono anche coloro che in combattimento si assicurano che le truppe rimangano unite e combattive. Personale che al momento del bisogno sanno innovare e improvvisare quando il piano di battaglia va storto, esattamente come auspicato da uno dei più grandi strateghi della storia, von Moltke il vecchio.
LA TATTICA DELL’INCARICO TEDESCA
Praticata in modo esemplare dall’esercito tedesco nella Seconda guerra mondiale, la “tattica dell’incarico” o Auftragstaktik, fu introdotta da von Moltke nelle campagne di guerra del 1866 contro l’Austria e del 1870 contro la Francia, diventando successivamente fonte di riferimento per tutti gli eserciti occidentali.
Secondo questa dottrina, al comandante viene affidata una missione tramite un ordine breve e chiaro, al suo personale giudizio sta ogni decisione su quali mezzi e metodi utilizzare per portarla a termine. Una dottrina che confida nella preparazione e nell’esperienza di ogni leader di unità operativa ad ogni livello di comando.
Nella dottrina militare russa, invece, le unità eseguono ordini dall’alto, spesso, come si è scoperto in Ucraina, provenienti da ufficiali lontani dal campo di battaglia. Ciò spiega la facilità con la quale le colonne dei carri armati russi che avanzavano verso Kiev, siano rimaste paralizzate dagli attacchi di gruppi di commandos ucraini.
LA TATTICA DELL’ORDINE SOVIETICA
L’Armata Russa è dunque ancora ancorata alla “tattica dell’ordine” o Befehlstaktik, in cui l’esecutore deve adempiere a un ordine impartitogli da altri, nel modo ordinatogli da altri, senza poter ricorrere al suo spirito di iniziativa e alla sua abilità, senza potersi adeguare alle circostanze sfruttando le diverse situazioni.
È difficile immaginare complesse unità da combattimento operare seguendo questa dottrina basata esclusivamente sulla disciplina di esecuzione. Ancora più difficile immaginare che ciò possa consentirgli di vincere in battaglia. Eppure, l’Armata Russa, per ragioni peculiari alla sua storia e cultura, si ispira a questo modello che risale ai tempi di Stalin.
Secondo il generale dell’esercito statunitense in pensione, Mark Hertling, già comandante dell’US Army in Europa: “È un problema di leadership che fa parte della corruzione. Nell’esercito russo non esiste un corpo di sottufficiali efficiente”, ha affermato, rilevando in questo vulnus uno dei motivi dell’insuccesso in Ucraina.
I RUSSI FRENANO L’INIZIATIVA PERSONALE
Hertling ha avuto modo di conoscere direttamente i metodi di addestramento negli anni ‘90, durante il disgelo post-sovietico tra Stati Uniti e Russia. Durante una visita a Mosca il generale statunitense fu invitato a visitare le unità russe e a partecipare a lezioni per il corpo degli ufficiali russi.
In quell’occasione osservò il trattamento spartano che veniva riservato alla truppa. I sergenti addestratori erano anche più terribili di quelli della cinematografia americana, ma mostravano anche una vistosa disattenzione al benessere e alla salute dei soldati. Essi affidavano la disciplina dei reparti prevalentemente ai “nonni”.
Il limite più vistoso erano le esercitazioni. Nessuna opportunità per migliorare capacità o abilità, ma esecuzioni meccaniche con poche opportunità di manovra o ricorso all’immaginazione. Fanteria, artiglieria e mezzi corazzati e forza aerea, per quanto fossero potenti, venivano addestrati ciascuno con modalità proprie e nessun coordinamento.
LE FORZE RUSSE SONO STATE SOPRAVALUTATE
Ciò nonostante, la Russia rimaneva una potenza nucleare con forze armate di rilievo e particolarmente combattive. L’invasione della Georgia da parte di Putin nel 2008 e, sei anni dopo, l’annessione manu militari della Crimea, suonarono di conferma. La Russia costituiva una minaccia per ogni Paese confinante.
Lo stesso drammatico scenario fu paventato dalle agenzie di intelligence statunitensi all’indomani dell’attacco all’Ucraina nel febbraio 2022, quando la previsione condivisa era quella di una vittoria dell’esercito russo e la caduta del governo di Kiev al massimo in due settimane.
Un errore di valutazione che ha una spiegazione. Le forze armate e le capacità tecnologiche dell’apparato militare russo sono state sempre ingigantite sulla base di giudizi provenienti dal polo dell’industria militare americana, che se ne è servito per strappare contratti per commesse multimiliardarie al Pentagono.
L’ADDESTRAMENTO UCRAINO FA LA DIFFERENZA
Più efficace e decisamente meno costoso è stato invece l’approccio attuato sin dal 2014 dal Pentagono e alcuni paesi della NATO, che hanno iniziato ad addestrare le forze militari ucraine e altre dell’ex blocco sovietico. Un’iniziativa che si è rivelata determinante quando è cominciata la guerra d’aggressione russa.
Grazie agli addestratori occidentali, infatti, le unità di fanteria ucraine hanno manovrato con grande flessibilità, ingaggiando con successo le più numerose truppe russe, poco addestrate, scarsamente equipaggiate, malnutrite, ma soprattutto guidate sul campo da quadri intermedi di scarsissimo livello.
Se oggi l’Armata Russa sta combattendo una guerra che rischia di perdere, lo si deve al trasferimento di know-how addestrativo dall’occidente all’Ucraina. Il mantra del corpo dei Marines recita da sempre: flessibilità, adattamento e raggiungere lo scopo. Ma le scuole militari russe non sono ancora riuscite a tradurlo in una dottrina operativa efficace.