SANITÀ, personale specializzato. AIOP lancia l’allarme: «Mancano medici e operatori sanitari»

Secondo l’organizzazione, che nel Lazio rappresenta 17.000 lavoratori dell’ospitalità privata e l’80% delle strutture accreditate al Servizio sanitario, per uscire dalla crisi occorrerebbe una maggiore sinergia tra pubblico e privato

Allarme lanciato della presidente di AIOP Lazio (Associazione italiana ospedalità privata), dottoressa Jessica Faroni, organizzazione che nella regione rappresenta 17.000 lavoratori dell’ospitalità privata e l’80% delle strutture accreditate al Servizio sanitario regionale. Ella, dal palco del convegno di studio su formazione, orientamento e professionalità sanitarie che si è svolto lo scorso 11 ottobre presso l’UniCamillus, per iniziativa del rettore Gianni Profita, ha focalizzato l’attenzione sull’emergenza creata della fuga del personale sanitario.

FUGA DI PERSONALE MEDICO E INFERMIERISTICO

«In Italia – ha affermato – non ci sono né medici né infermieri perché stiamo assistendo a una diaspora di personale che fugge a causa delle basse paghe e dei turni estenuanti, una carenza che non è certo un problema secondario, dato che influisce sulla durata della vita». Tra le problematiche maggiori riscontrate nel Paese, ha evidenziato quella delle scuole di specializzazione, alle quali si può accedere tramite concorso nazionale per i medici specializzandi nell’area sanitaria, «ma che per come è organizzato rischia di far disperdere energie e professionalità. È urgente una riforma delle Scuole di specializzazione e ricordare che il fabbisogno dei medici del Servizio sanitario nazionale dovrebbe portare all’equipollenza internazionale delle lauree in medicina».

PNRR: UNA OPPORTUNITÀ

Sempre ad avviso della Faroni, per quanto riguarda il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), esso potrebbe essere una grande opportunità, «ma non c’è stato un aumento del fondo nazionale per il personale sanitario e i nostri contratti sono fermi a dieci anni fa, mentre le tariffe sono bloccate al 2011. Considerando anche quanto vengono pagati all’estero medici, ad esempio in Romania uno specializzando guadagna 4.000 euro al mese, si può comprendere bene come sia più attrattivo per un medico formato qui andare a lavorare all’estero, con la conseguente dispersione di risorse in capitale e persone».

NUMERO CHIUSO A MEDICINA

Sull’accesso a numero chiuso alla facoltà universitaria di Medicina AIOP ritiene che si tratti di «un tasto dolente», poiché «la stima del fabbisogno è stata fatta su un dato del tutto sbagliato dal momento che ci ritroviamo con una forte carenza di personale medico e la riforma delle scuole di specializzazione dovrebbe tenere conto dei reali bisogni di personale. Neppure nel settore infermieristico negli ultimi anni è stato fatto molto, c’è un forte gap tra Nord e Sud, come pure nell’hinterland delle grandi città, in cui si fa fatica a trovare personale sanitario». Inoltre, «la carenza di personale, soprattutto infermieristico, tenderà ad aggravarsi data anche la necessità di dotare le nuove unità di offerta previste dal PNRR, come case di comunità, ospedali di comunità e COT, che sono a forte gestione infermieristica e prevedono anche nuovi ruoli come l’infermiere di famiglia».

LE CRITICHE DI AIOP

Dalle statistiche di una crisi profonda che investe tutto il mondo della sanità, oggi in Italia le richieste di iscrizione ai corsi di laurea delle facoltà di Scienze infermieristiche sono quasi inferiori ai posti disponibili. «Nel PNRR non sono previsti finanziamenti per il personale sanitario che dovrà lavorare in queste strutture – conclude la Faroni -, significando ulteriori pesi sul bilancio pubblico a partire dal 2027. Il Piano di sostenibilità allegato al PNRR prevede risparmi nell’ordine dei 1,36 miliardi dalla riorganizzazione delle strutture, fondi da destinare in seguito al finanziamento del personale sanitario. Il problema è che andando a sommare le necessità finanziare per il personale di ADI (1,1 miliardo), ospedali di comunità (304 milioni) e case di comunità (567 milioni), emerge come il budget previsto di due miliardi venga ampiamente superato. Però, nella sola Regione Lazio, limitatamente agli ospedali di comunità, entro il 2027 si renderà necessario reperire almeno 576 unità di personale sanitario, tra i quali 36 medici, 324 infermieri e 216 OSS).

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