L’esito delle elezioni italiane preoccupa dunque i tedeschi, che fino al momento del risultato delle urne avevano trattenuto l’esternazione dei loro dubbi e delle loro reazioni. Mentre la stampa non ha mancato di sottolineare come per la prima volta nella storia dell’Unione europea, con la vittoria di Fratelli d’Italia abbia assunto il potere un partito politico che affonda le sue radici in un movimento neofascista, la politica è rimasta per lo più in silenzio.
DICHIARAZIONI UFFICIALI E TIMORI SERPEGGIANTI
Il governo Scholz non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali al riguardo, se non quella resa da un portavoce della Cancelleria, nella quale si affermava che «l’Italia è un paese molto europeista e i cittadini italiani hanno un forte legame con l’Europa, quindi prevediamo che ciò non cambierà». Ma, ad avviso di Nino Galetti, direttore della Konrad-Adenauer-Stiftung Italia (fondazione vicina al partito cristiano-democratico tedesco, la CDU), il fatto che il risultato delle elezioni anticipate in Italia abbia suscitato apprensione in Germania non è un segreto. «Sia il governo sia l’opposizione temono che il nuovo esecutivo di destra renderà ancora più teso il clima nell’Unione europea». Le principali forze politiche tedesche avevano a lungo sperato in un risultato che permettesse al Presidente del Consiglio Mario Draghi di tornare a Palazzo Chigi, aspettativa vanificata però dalla netta vittoria della coalizione di centrodestra.
L’INCOGNITA GIORGIA MELONI
«È ora tempo di riconoscere le nuove realtà – prosegue Galetti -, queste le voci che si alzano dagli ambienti di governo, iniziando a occuparsi in modo più approfondito di Giorgia Meloni». Già, poiché a eccezione degli insider della politica, la leader di Fratelli d’Italia è in gran parte sconosciuta all’opinione pubblica tedesca, «seppure non siano invece sconosciute e non proprio tranquillizzanti la sua vicinanza al capo del governo ungherese Viktor Orbán e le dichiarazioni anti-tedesche da lei rilasciate in passato». Il direttore della Konrad-Adenauer-Stiftung Italia sottolinea nel suo intervento come anche la CDU si sia mostrata delusa: «Avremmo auspicato un risultato elettorale diverso», ha infatti dichiarato il segretario generale del partito cristiano-democratico Mario Czaja, «per noi è importante che vi sia un’ammissione di impegno per la democrazia, per i nostri valori democratici fondamentali e anche un impegno in favore dell’Europa».
LA CSU PRENDE LE DISTANZE DA BERLUSCONI
Il risultato delle elezioni italiane ha alimentato forti polemiche e controversie anche nella CSU bavarese, l’altro partito di riferimento dei cristiani (cattolici) tedeschi. Markus Söder, leader del partito, ha criticato il suo vice Manfred Weber, che riveste anche la carica di presidente del Partito popolare europeo (Ppe), per il sostegno fornito a Silvio Berlusconi e al suo partito (Forza Italia) nel corso della campagna elettorale in Italia. Weber era recentemente comparso in un video a sostegno della campagna elettorale di Berlusconi e si eraa recato a Roma per incontrarlo. «Non è compito del Ppe e dei partiti del ceto medio legittimare i governi della destra nazionalista», ha dichiarato al riguardo Söder, che ha inoltre ribadito con fermezza come la CSU abbia sempre evidenziato con chiarezza «la barriera invalicabile eretta a separazione dai gruppi neofascisti: una opinione prevalente all’interno del partito che tale rimarrà». Dunque, per la storica formazione politica che fu di Franz Josef Strauss adesso Forza Italia non costituisce più un partner opportuno.