«Il voto è un diritto e un dovere da esercitare con consapevolezza. Siamo chiamati a fare discernimento fra le diverse proposte politiche alla luce del bene comune, liberi da qualsiasi tornaconto personale e attenti solo alla costruzione di una società più giusta, che riparte dagli ultimi. Solo così può entrare il futuro», così si sono espressi i vescovi italiani riunitisi a Matera in occasione del consiglio permanente della Conferenza episcopale italiana (Cei).
L’APPELLO DEI VESCOVI
A quattro giorni dalla chiamata alle urne dei cittadini della Repubblica Italiana essi hanno inteso ricordare come nel Paese ci sia «un bisogno diffuso di comunità, da costruire e ricostruire sui territori in Italia e in Europa, con lo sguardo aperto al mondo, senza lasciare indietro nessuno. C’è urgenza di visioni ampie; di uno slancio culturale che sappia aprire orizzonti nuovi e nutrire un’educazione al bello, al vero e al giusto. Il voto è una espressione qualificata della vita democratica di un Paese, ma è opportuno continuare a sentirsene partecipi attraverso tutti gli strumenti che la società civile ha a disposizione».
FITTA AGENDA DI PROBLEMI
I vescovi si sono quindi rivolti a deputati e senatori che saranno eletti chiedendo loro «di non dimenticare mai l’alta responsabilità di cui sono investiti. Il loro servizio è per tutti, in particolare per chi è più fragile e per chi non ha modo di far sentire la sua voce, poiché l’agenda dei problemi è fitta, le povertà in aumento costante e preoccupante, l’inverno demografico, la protezione degli anziani, i divari tra i territori, la transizione ecologica e la crisi energetica, la difesa dei posti di lavoro, soprattutto per i giovani, l’accoglienza, la tutela, la promozione e l’integrazione dei migranti, il superamento delle lungaggini burocratiche, le riforme dell’espressione democratica dello Stato e della legge elettorale».
TEMPO DI SCELTE CORAGGIOSE E ORGANICHE
«È il tempo di scelte coraggiose e organiche – conclude il comunicato ufficiale della Cei -, non opportunismi, ma visioni. Vi invitiamo a vivere la responsabilità politica come la forma più alta di carità».