SALUTE, chimica farmaceutica. A Bari il XXVII National Meeting on Medicinal Chemistry

Dalle infezioni batteriche e virali, con particolare attenzione all’emergenza pandemica Covid-19, alle malattie neurologiche e cardiovascolari, dal cancro alle malattie rare, fino alla scoperta di nuovi medicinali grazie all’intelligenza artificiale, queste soltanto alcune delle tematiche affrontate. Il congresso ha avuto luogo dall’11 al 14 settembre presso l’Università degli Studi Aldo Moro del capoluogo pugliese

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Dalle infezioni batteriche e virali, con particolare attenzione all’emergenza pandemica Covid-19, alle malattie neurologiche e cardiovascolari, dal cancro alle malattie rare, fino alla scoperta di nuovi medicinali grazie all’intelligenza artificiale. Sono queste solo alcune delle tematiche affrontate nel corso della XXVII edizione del National Meeting on Medicinal Chemistry (NMMC27), il principale evento scientifico della comunità dei chimici farmaceutici italiani, accademici e industriali. L’evento ha avuto luogo a Bari presso l’Università degli Studi Aldo Moro dall’11 al 14 settembre scorsi.

CRESCITA DEL SETTORE FARMACEUTICO

«Negli ultimi anni – ha dichiarato il professor Marcello Leopoldo, ordinario di Chimica Farmaceutica del Dipartimento di Farmacia-Scienze del farmaco dell’Università degli Studi Aldo Moro – si è riscontrata una costante crescita dell’export del settore farmaceutico del Sud. Nel terzo trimestre 2020 l’export ha segnato un aumento di circa il 10%, quasi il triplo del ritmo di crescita nazionale. Molto forte il peso della Puglia. Nel primo semestre 2020 (dati Bankitalia di novembre 2020) l’export ha raggiunto i 372 milioni, grazie soprattutto alla presenza di industrie multinazionali in provincia di Bari e Brindisi”. Secondo i dati pubblicati dal Centro Studi Farmindustria Puglia nel Luglio 2022, il settore farmaceutico in Puglia conta più di 700 addetti diretti e circa 900 nei settori fornitori ed è il secondo settore per export con il 14% sul totale del manufatturiero. La provincia di Bari – precisa – è risultata nel 2021 tra le principali province per valore delle esportazioni, seconda solo a Napoli nel Mezzogiorno d’Italia, con 621 milioni di euro, pari al 17% sul totale, mentre la provincia di Brindisi è tra le principali province per presenza di addetti nella farmaceutica sul totale del settore manifatturiero».

INVESTIRE NELLA FORMAZIONE

«Nel nostro contesto regionale, questi dati – ha al riguardo aggiunto il professor Cosimo Altomare, ordinario di Chimica farmaceutica nell’Università di Bari e presidente del Comitato organizzatore del congresso – sottolineano ancor più la necessità di investire risorse nell’adeguamento dei percorsi formativi nel settore farmaceutico. In questo, la nostra università, con il suo Dipartimento di Farmacia, è stata sempre pronta a riformare i suoi corsi di studio, soprattutto nei contenuti, a promuovere Master in collaborazione con le realtà professionali e produttive, e a progettare corsi di dottorato di ricerca innovativi, intersettoriali e a forte caratterizzazione industriale. Una formazione al passo con i tempi, in grado di generare innovazione autentica nei processi di ricerca e sviluppo dei farmaci, è il principale obiettivo che la nostra comunità accademica persegue da tempo, con discreti successi anche in termini di progetti assegnati. Un congresso, come quello che stiamo vivendo, è anche occasione preziosa per uno scambio di esperienze e per la condivisione di obiettivi didattici e scientifici».

LE FRONTIERE DELLA SCIENZA

Il congresso, con cinque relazioni plenarie e dieci keynote, oltreché di cinquanta comunicazioni orali e un’ampia sessione poster, ha affrontato argomenti di frontiera nell’ambito della ricerca e sviluppo dei farmaci nelle principali aree terapeutiche: dalle infezioni batteriche e virali, con particolare attenzione all’emergenza pandemica Covid-19, alle malattie neurologiche e cardiovascolari, al cancro e alle malattie rare. In cinque sessioni scientifiche saranno presentate le applicazioni alla drug discovery di tecniche di intelligenza artificiale e i recenti progressi nelle tecnologie chimiche e biofisiche sostenibili. Il meeting, svolto in presenza dopo due anni di attività a distanza, rappresenta una preziosa opportunità per stabilire e rafforzare reti di collaborazione scientifica interdisciplinare, fattore chiave per affrontare con successo le sfide della scoperta di nuove terapie farmacologiche intelligenti. Nell’ambito del congresso si sono svolte iniziative di networking e di public engagement.

UN EVENTO INTENSO E PARTECIPATO

Il congresso internazionale ha visto la partecipazione di esperti in varie discipline accademiche, trecento i delegati partecipanti, dei quali più del 10% stranieri e 30% di giovani under 35, studiosi di provenienza accademica (università, enti di ricerca) e industriale. Si è trattato di un evento che si è svolto a Bari a ventotto anni dall’ultima volta, contestualmente alla XIV edizione dello Young Medicinal Chemists’ Symposium (NPCF14). La precedente edizione, che ebbe luogo nel 1994, venne organizzata dal professor Vincenzo Tortorella, preside della Facoltà barese di Farmacia dal 1975 al 2005, eminente studioso di chimica farmaceutica. Hanno organizzato il congresso la Divisione di Chimica Farmaceutica della Società Chimica Italiana (DCF-SCI) in collaborazione con il Dipartimento di Farmacia-Scienze del Farmaco dell’Università degli Studi Aldo Moro, sede del Comitato organizzatore locale. Il congresso ha ricevuto il patrocinio gratuito dell’Ordine interprovinciale dei Farmacisti di Bari e Barletta-Andria-Trani.

https://www.nmmc2022.com/

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