SALUTE, frodi al Sistema sanitario nazionale. L’Aquila: rimborsi «gonfiati» per interventi di chirurgia

Secondo Guardia di Finanza e magistrati tre strutture sanitarie private nelle richieste di rimborso inoltrate al SSN avrebbero utilizzato fraudolentemente codici di procedura previsti per rimborsi su soglie massime da parte dell’azienda sanitaria locale (ASL). I 12.500 interventi di ortopedia vertebrale risultati in «soglia massima» risalgono al quinquennio 2016-2020, è stata quindi data esecuzione a un decreto di sequestro preventivo per complessivi 2.651.769 euro

I militari della Guardia di Finanza in servizio presso la Compagnia di Avezzano, al termine di un’articolata attività d’indagine a contrasto degli illeciti in materia di spesa pubblica, hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo per complessivi euro 2.651.769 emesso dal Giudice per le indagini preliminari (Gip) presso il Tribunale di Avezzano, Maria Proia, su proposta del Procuratore della Repubblica di Avezzano Maurizio Maria Cerrato, nei confronti di tre strutture sanitarie private ubicate nella provincia dell’Aquila e convenzionate con il Servizio sanitario nazionale (SSN).

CLINICHE PRIVATE ABRUZZESI

Le attività d’indagine, avviate agli esiti di una penetrante attività d’intelligence, hanno consentito di individuare una ingente frode ai danni del SSN perpetrata nell’esecuzione di interventi chirurgici nella branca dell’ortopedia vertebrale. A seguito dell’acquisizione delle cartelle cliniche presso le tre strutture sanitarie private, veniva accertato che nelle richieste di rimborso, inoltrate al SSN, erano stati fraudolentemente utilizzati, codici di procedura previsti per rimborsi su soglie massime da parte dell’azienda sanitaria locale (ASL). Successivamente venivano acquisiti presso la ASL n. 1 i dati in formato elettronico, del quinquennio 2016-2020, relativi a circa 12.500 ricoveri, nonché i verbali d’ispezione redatti dai Nuclei operativi di controllo nei confronti dalle tre case di cura private.

ILLECITI IN MATERIA DI SPESA PUBBLICA

L’analisi e la successiva elaborazione informatica dei dati acquisiti portavano all’individuazione di 572 ricoveri aventi le caratteristiche oggetto di interesse investigativo. Di seguito, come concordato con il Pubblico ministero titolare del fascicolo processuale, grazie anche al contributo fornito da un esperto neurochirurgo specializzato in fenomeni degenerativi della colonna vertebrale, dall’esame dei verbali chirurgici delle tre case di cura emergevano 368 casi, sul totale esaminato, non codificabili come interventi di “artrodesi”, dai quali erano derivati rimborsi di soglia massima da parte del SSN. Alla conclusione della complessa indagine, durata oltre due anni, grazie alla rielaborazione dei codici di procedura essenziali per il rimborso degli interventi chirurgici effettuati sulla colonna vertebrale, si è giunti alla quantificazione delle ingenti somme di denaro oggi sequestrato. L’esecuzione dell’odierna ordinanza di applicazione della misura cautelare reale, conseguenza dell’indebito.

Condividi: