COREA DEL NORD, armi nucleari. Le minacce di Kim Jong Un confermano l’attuale strategia di Pyongyang

Quella attuale è una fase di marcato deterioramento dei rapporti tra le due Coree, che ha luogo contestualmente allo stallo nei colloqui sul nucleare tra Washington e Pyongyang. Il «Rispettabile Maresciallo» starebbe inoltre tentando di rafforzare la propria influenza complessiva mediante l’implementazione della sua cooperazione con Cina e Russia nel quadro di una partnership in via di sempre maggiore consolidamento volta a ridurre l’influenza degli Stati Uniti d’America

Giovedì scorso, nel corso di una riunione del parlamento di Pyongyang, il leader nordcoreano Kim Jong Un ha dichiarato che non rinuncerà mai alle proprie armi nucleari e ai missili necessari per contrastare gli Stati Uniti d’America, che ha altresì accusato di porre in essere attività tese a indebolire le difese dello Stato comunista allo scopo di farne cadere il governo. Nella medesima sessione dell’assemblea parlamentare è stata anche approvata una legge che autorizza le forze armate al ricorso «automatico» alle armi nucleari contro le forze nemiche qualora la leadership della Repubblica Popolare Democratica venisse attaccata. Negli ultimi mesi il «Rispettabile Maresciallo» ha minacciato in modo sempre più provocatorio un conflitto nucleare con gli usa e i loro alleati in Asia, avvertendo che «il Nord userebbe in modo proattivo le proprie armi nucleari se minacciato».

UN QUADRO CRITICO DELLA SITUAZIONE

Quella attuale è una fase di marcato deterioramento dei rapporti tra le due Coree, che ha luogo contestualmente allo stallo nei colloqui sul nucleare tra Washington e Pyongyang, negoziati resi critici nel 2019 a seguito di disaccordi in materia di allentamento delle sanzioni a fronte di progressi nel processo di denuclearizzazione della Corea del Nord. Un quadro reso ulteriormente complesso dall’escalation del confronto tra gli Usa e la Repubblica Popolare cinese e dall’invasione russa dell’Ucraina, sviluppi che hanno reso impraticabile l’azione americana contro Pyongyang al Consiglio di sicurezza dell’Onu, dove Pechino e Mosca hanno bloccato gli sforzi di Washington tesi a inasprire le sanzioni contro la Corea del Nord per i suoi test missilistici a lungo raggio ripresi quest’anno.

PYONGYANG CERCA DI NEGOZIARE DA POSIZIONI DI FORZA

A partire dal 2020 Pyongyang ha quindi accelerato il programma di test sulle armi nucleari, effettuando più di trenata lanci di vettori balistici, inclusi quelli intercontinentali, che non testava dal 2017. Funzionari statunitensi e sudcoreani ritengono che Kim Jong Un potrebbe alzare presto la posta ordinando l’effettuazione del primo test nucleare in cinque anni, esercitando pressioni su Washington affinché questa addivenga a un compromesso sull’accettazione del fatto che la Corea del Nord sia una potenza nucleare, tutto questo negoziando da posizioni di forza. Pyongyang starebbe inoltre tentando di rafforzare la propria influenza complessiva mediante l’implementazione della sua cooperazione con Cina e Russia nel quadro di una partnership in via di sempre maggiore consolidamento volta a ridurre l’influenza degli Stati Uniti d’America.

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