LIBRI, la scomparsa di Gorbačëv. Un saggio critico ne pone in discussione l’operato

Il Premio Nobel per la Pace che ha involontariamente favorito la guerra: in un libro in uscita a fine mese per Rubbettino, Pierluigi Franco spiega i perché della controversa storia di una personaggio che in Occidente ha sempre goduto di ottima stampa

Nell’inevitabile processo di santificazione che fa seguito alla morte di personaggi illustri del calibro dell’ex presidente sovietico Mikhail Sergeevič Gorbačëv, c’è anche chi si sfila dal coro provando a tenere fermo il timone della necessaria riflessione critica. Gorbačëv, il Nobel per la pace che ha involontariamente favorito la guerra, in questo libro ila cui uscita, per i tipi di Rubbettino, è prevista per la fine del mese di settembre, Pierluigi Franco spiega i perché. Egli, corrispondente ANSA dal Medio Oriente e ideatore di ANSA Nuova Europa, canale di informazione specializzato sull’Est Europa e i Balcani, in un saggio dedicato a Demetrio Volčić, giornalista di origini slovene che fu lo storico corrispondente della Rai da Mosca negli anni dalla stagnazione brezhneviana a quelli della perestrojka, traccia la parabola politica del defunto Segretario generale del Pcus al quale venne assegnato il Premio Nobel per la Pace.

UN FILO ROSSO LEGA IL PREMIO NOBEL ALL’EX KAGEBEŠNÍK

L’autore ne ripercorre l’esistenza dalle origine contadine fino ai successi al vertice dello Stato sovietico, in quel Politbüro dove si sarebbero determinate e subite le sorti di un sistema forse ormai irriformabile, dunque alla inevitabile dissoluzione dell’intero blocco comunista orientale, che preluse alla lunga fase di instabilità seguita alla caduta del Muro di Berlino, che in seguito avrebbe portato all’ascesa dell’attuale presidente della Federazione russa, l’ex colonnello del Kgb Vladimir Vladimirovič Putin. Ad avviso di Franco, esisterebbe uno stretto collegamento tra questi due personaggi della Russia, Gorbačëv e Putin. Infatti, argomenta l’autore, ascesa del secondo sarebbe stata resa possibile unicamente da una transizione non democratica, non adeguatamente preparata e controllata e soltanto subita. «La disgregazione dell’antico impero russo sovietico – egli scrive al riguardo nel suo libro – si è dimostrato il vero danno per il mondo, come Thatcher e Bush avevano temuto. Un danno di cui anche l’Occidente sta pagando le pesanti conseguenze e continuerà a pagarle».

L’INSTABILE EREDITÀ DELLA POLITICA DI GORBAČËV

Infatti, i rischi aperti dall’era Gorbačëv sono poi sfociati in invasioni e conflitti che l’Europa aveva dimenticato finché aveva potuto vivere all’ombra protettiva della stabilità di Yalta. «Sarebbe stato senz’altro meglio avviare un processo di democratizzazione a Oriente mantenendo gli equilibri del mondo – prosegue Franco nel suo saggio -, cosa che Gorbačëv non è riuscito a fare. Tirando le somme si può dire che l’uomo che voleva favorire la pace, sbagliando politica ha involontariamente favorito la guerra. E il dramma dell’Ucraina ne è la dimostrazione più tragica». Ciò che resta di Gorbačëv e della sua politica permane tuttora oggetto di discussione, tuttavia, i risultati della sua inspiegabile fretta non sono stati certamente lusinghieri. Sempre secondo l’autore del saggio «per troppi aspetti Gorbačëv resta ancora un mistero. Quel furbissimo uomo che era riuscito a scalare a tempo di record tutti i gradini della politica sovietica, sul fronte della gestione interna ed esterna mostrò una incredibile e straordinaria ingenuità. Viene da chiedersi secondo quale logica si sia circondato di personaggi di una mediocrità tanto evidente e sconfortante».

COSA È STATA DAVVERO LA PERESTROJKA?

L’autore pone quindi un interrogativo dirimente, ricordando come ci sia ancora chi si chieda cosa significasse davvero «perestojka». Non si può però affermare che il libro di Gorbačëv dedicato all’argomento offra delucidazioni, essendo sostanzialmente un riassunto dei suoi interventi al Politbüro basati su un approccio politico-filosofico senza un seguito pratico. «Sulla tanto sbandierata ristrutturazione economica in Urss – conclude Franco – non era stato fatto assolutamente nulla, se non parole e sconquassi. Quello che poi non si comprende, come ebbe anche a sottolineare nel maggio 1991 il direttore della Central Intelligence Agency, William Webster, prevedendo la fine di Gorbačëv, è come non si sia pensato innanzitutto a interventi di rinnovo delle infrastrutture, passaggio necessario per ogni ristrutturazione economica. Ma nessuno lo ha suggerito a Gorbačëv che ha seguitato a danneggiare il sistema produttivo con annunci vuoti e senza capire da dove cominciare davvero, limitandosi a rimuovere continuamente i presunti responsabili degli insuccessi».

INFO

autore: Pierluigi Franco

titolo: Gorbačëv. Il furbo ingenuo. Una storia non agiografica alle origini della crisi mondiale (e ucraina)

editore: Rubbettino

pagine: 380

prezzo: euro 19,00

in uscita: nei  prossimi giorni

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