«Maganov è caduto dalla finestra della sua stanza dell’ospedale stamattina ed è successivamente deceduto a causa delle ferite riportate», questo il gelido e scarno comunicato ufficiale diffuso alla stampa sull’accaduto, nel quale si aggiunge che «la polizia è al lavoro sul luogo dell’incidente». Una vicenda oltremodo controversa quella che ha visto protagonista in negativo, suo malgrado, il presidente del secondo gruppo petrolifero per importanza in Russia dopo Rosneft, quella stessa Lukoil che, mediante un proprio comunicato, aveva in precedenza reso noto come Maganov fosse morto « seguito di una grave malattia», senza tuttavia fornire ulteriori dettagli in merito, smentendo per altro in questo modo la versione diffusa dall’agenzia di stampa Interfax, successivamente confermata dalla Reuters.
CADAVERI ECCELLENTI
Il sessantasettenne Ravil Maganov si trovava al vertice di Lukoil dal 1993, cioè da poco dopo che la compagnia venisse fondata. Negli anni egli ne aveva curato i settori della raffinazione, della produzione e dell’esplorazione di idrocarburi, divenendone l’elemento apicale del consiglio di amministrazione nel 2020. Ravil Maganov risulta essere stato uno degli uomini della leadership russa che espresse dubbi sulla convenienza di un’aggressione militare all’Ucraina, voluta invece da Vladimir Putin. Suo fratello, Nail Maganov, è invece alla guida di Tatneft, compagnia petrolifera di ridotte dimensioni rispetto a Lukoil. Al riguardo va comunque rilevato come la situazione di alcuni top manager ed ex manager di aziende russe negli ultimi mesi si era andata facendo critica, al punto che in alcuni casi erano stati addirittura trovati morti. Tra questi figura Vladislav Avayev, cinquantunenne già consigliere del Presidente della Federazione russa al Cremlino ed ex vicepresidente della Gazprombank, trovato cadavere nel proprio appartamento al quattordicesimo piano di un lussuoso condominio moscovita. La versione ufficiale è che Avayev impugnasse una pistola riverso accanto ai corpi senza vita della moglie incinta e della figlia tredicenne.
DINAMICHE MORTIFERE E PERPLESSITÀ
«Resto stupito e incredulo da quanto appreso e da alcune consultazioni telefoniche non nascondiamo il nostro stupore sull’accaduto», ha dichiarato Michele Marsiglia, presidente di FederPetroli Italia, nell’imminenza della diffusione della notizia della misteriosa morte del presidente di Lukoil Ravil Maganov. «Una morte strana – ha poi egli aggiunto -, certamente attendiamo sviluppi da parte degli investigatori, ma in Russia in questo momento e già da tempo accadono delle cose strane. Anche il presidente della Total, Cristophe de Margerie, mori all’aeroporto di Mosca in fase di decollo qualche anno fa, però del tutto niente si è più saputo. Parliamo di Lukoil una delle compagnie petrolifere che in questi ultimi mesi è sotto i riflettori così in Russia come in Italia, capofila del polo petrolchimico di Priolo».