Ad avviso di Guido D’Amico, presidente di ConfimpreseItalia, «il Presidente del Consiglio dei ministri, Mario Draghi, deve restare al suo posto, perché rappresenta la garanzia del Sistema Italia. Partiti, associazioni datoriali e sindacati, hanno confermato questa richiesta e ConfimpreseItalia, non può chiamarsi fuori da una battaglia che può diventare decisiva per le sorti dell’economia nazionale. Non a caso, dopo le dimissioni del Presidente, l’ondata speculativa è diventata travolgente. Troppi e assolutamente non rinviabili i temi economici in agenda, proviamo a vedere, quali saranno i provvedimenti che rischiano di finire nel cestino: cruciale la partita sul Piano nazionale di ripresa e resilienza, che per l’Italia vale in tutto 191 miliardi di euro. Varate le norme generali, è nella fase operativa che i programmi diventeranno azioni concrete. Da qui a fine anno devono ancora essere raggiunti 55 obiettivi, su 100 totali previsti per il 2022».
DELEGA FISCALE
«Per centrare gli obiettivi del Pnrr, il Parlamento sta lavorando a misure importanti, come la delega fiscale per la riforma del sistema tributario, che dopo mesi di incertezza era riuscita a superare il nodo sul catasto arrivando in commissione al Senato».
CONCORRENZA
«In commissione alla Camera dei Deputati c’è invece il dl concorrenza. Il suo articolo 10 è la causa scatenante delle proteste che da giorni i taxisti stanno portando avanti in tutta Italia. La norma vorrebbe aprire il sistema alla “concorrenza”, le auto bianche ne chiedono lo stralcio».
ENERGIA
«Il prossimo 2 agosto scade il taglio di 30 centesimi delle accise su benzina e gasolio. Draghi, solo un giorno prima della scelta di dimettersi, aveva annunciato l’arrivo (entro fine luglio) di un provvedimento “corposo” con nuovi interventi contro il caro energia. Anche le misure ora in vigore per mitigare il costo delle bollette sono in scadenza, gli oneri di sistema sono bloccati solo fino a settembre, mentre per la proroga serve un nuovo intervento».
CUNEO FISCALE
«Draghi aveva annunciato l’arrivo di riforme strutturali nei prossimi mesi in tema di sostegno al reddito. Tra queste, il tanto invocato taglio del cuneo fiscale, che si traduce nella differenza tra lordo e netto della busta paga».
MANOVRA
«Il Presidente del Consiglio puntava a inserire il taglio del cuneo fiscale nella prossima manovra finanziaria. Ogni settembre, prima di valutare quali interventi mettere in campo (e soprattutto con quali fondi) si deve stilare il nuovo quadro di previsioni».
PENSIONI
«Ci sono anche le pensioni a cui pensare con urgenza: a breve scadranno Quota 102, l’Ape Sociale e Opzione Donna. Questi ultimi due meccanismi potrebbero essere prorogati, mentre si sta cercando un nuovo regime per consentire una maggiore flessibilità. Di fronte a tutto questo e alle pressioni internazionali che già si sono fatte sentire sul Premier dimissionario, con le note diffuse da Commissione europea e da tante altre istituzioni internazionali, D’Amico chiede, oltre che al Presidente del Consiglio Draghi anche e soprattutto ai partiti, «un atto di responsabilità nei confronti di un Paese piegato dalla pandemia, dagli effetti della guerra, dall’inflazione e ultimo e non ultimo dalla siccità. Al Paese, agli imprenditori, ai lavoratori servono risposte e certezze. Non abbiamo tre o quattro mesi di tempo per arrivare a decisioni, ad elezioni a rinnovo delle Camere. Oggi serve agire immediatamente e va fatto subito. Il prossimo mercoledì, con l’atto finale delle Camere, ognuno si assumerà le proprie responsabilità»