Inflazione all’8% e salari bloccati, questi i due inquietanti elementi che caratterizzeranno con ogni probabilità il prossimo «autunno caldo». Si va dunque verso un sensibile taglio del potere d’acquisto che frenerà i consumi delle famiglie e gli investimenti delle imprese, una dinamica nella quale si è innestata la vicenda dello scontro politico emblematizzate dalle quattro richieste presentate dalla guida del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte al Presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi. Si tratta di argomenti demagogici oppure un partito in crisi di consensi cerca di riconfigurarsi in vista delle prossime elezioni parlamentari cavalcando la tigre del crescente disagio sociale?
RICHIESTE APPARENTEMENTE DEMAGOGICHE
Di questo ne hanno discusso il professor Mario Baldassarri (già viceministro della Repubblica e attualmente presidente del Centro studi economia reale) e il giornalista Claudio Landi nel corso della trasmissione radiofonica “Capire per conoscere”, andata in onda sulle frequenze di Radio Radicale il 4 luglio scorso. «Francamente, a mio avviso queste richieste paiono demagogiche – ha esordito Baldassarri -, poiché riguardo all’invio delle armi all’Ucraina i pentastellati hanno votato un documento che li impegna fino al 31 dicembre, inoltre, il quantitativo di armi inviate a Kiev dall’Italia è minimo, minore di quello inviato dalla Lituania, mentre riguardo alle altre richieste, va rilevato che il bonus 110% avrà anche fornito un impulso all’economia, ma io, in veste di pagatore di tasse mi chiedo perché debba pagare la ristrutturazione della casa di un altro mio concittadino, più un 10% per fargli fare fronte a eventuali costi finanziari, interventi delle banche e così via».
SALARIO MINIMO E REDDITO DI CITTADINANZA
Riguardo agli altri due punti sollevati da Conte, Baldassarri ha sottolineato come dal dopoguerra l’Italia si sia dotata di un sistema di contrattazione collettiva, «e i salari pattuiti attraverso di essa sono ben superiori a quelli “minimi”, qui il problema vero è che in questo paese vengono stipulati contratti pirata ed è ampiamente diffuso il lavoro nero, piaghe che non possono combattersi con una legge sul salario minimo». Infine il controverso Reddito di cittadinanza, che ha sollevato dal disagio della povertà milioni di persone: «Avrebbe fallito su tutti i fronti se osservato nelle forme di strumento finalizzato al ricollocamento o al collocamento dei suoi beneficiari nel mondo del lavoro, divenendo così un reddito di sussistenza che in parte può addirittura scoraggiare l’accettazione di un lavoro qualora questo si renda disponibile. Questa estate tocchiamo con mano questo: centinaia di migliaia di posti di lavoro vacanti che non vengono accettati».
ITALIA A RISCHIO ESPLOSIONE SOCIALE
Immediata la pacata e ragionata eccezione del giornalista Claudio Landi, che ha replicato al suo interlocutore ricorrendo ai due inquietanti elementi introdotti all’inizio della discussione: i salari stagnanti (in realtà in calo del 2,9% in venti anni) l’inflazione all’8%, che pur al di sotto della media europea è pur sempre un tasso elevato. A questo punto l’interrogativo è a quali strumenti possibili, se esistono, fare ricorso al fine di evitare la temuta “esplosione sociale” del Paese? Concordando su questi argomenti, Baldassarri ha tuttavia sottolineato come il leader del M5s si sarebbe dovuto recare da Mario Draghi e, sulla base di questa stessa corretta analisi, avesse garantito il proprio appoggio al Governo «nel varo di un provvedimento immediato dell’ammontare pari a cinquanta miliardi a sostegno dei redditi di famiglie e imprese, a partire da settembre».
LO SCOSTAMENTO DI BILANCIO È DAVVERO IMPRATICABILE?
Ora, però, Conte dovrebbe anche indicare al Presidente del Consiglio dove reperire queste ingenti risorse, «poiché – prosegue Baldassarri – in queste condizioni sarebbe pericolosissimo dire che lo si fa aumentando il debito», quindi operando su una ricomposizione del bilancio pubblico, che però resta sempre un campo minato, dati i vari interessi in gioco. Non solo, va anche tenuto conto che entro settembre una ricomposizione del bilancio non sarebbe poi materialmente possibile, di risulta ecco di nuovo profilarsi nuovamente l’ipotesi dello scostamento di bilancio, cioè nuovo debito pubblico. Ma essa risulta esplorabile, quantomeno con una copertura politica europea, cioè un sufficiente grado di affidabilità di Palazzo Chigi per le cancellerie europee?
RADDOPPIO DEL NEXT GENERATION EU
«A seguito dell’invasione militare russa dell’Ucraina avevamo affermato chiaramente che sarebbe stato urgentissimo raddoppiare il Next Generation EU, senza finanziare direttamente gli Stati membri, ma concentrando le risorse in tre provvedimenti gestiti dalla Commissione europea: sostegno alle imprese penalizzate dalle sanzioni imposte alla Russia; varo di un grande piano energetico comune che renda autonomi dalle forniture di Mosca; istituzione di una Difesa europea nell’ambito della NATO». Un obiettivo che tuttavia è perseguibile in tempi lunghi, date anche le modalità di funzionamento dell’Europa, mentre in Italia un intervento di sostegno da parte pubblica si pone come necessario e urgente. Nel corso della trasmissione è stati affrontati anche i temi dell’emergenza idrica e delle prolungate inerzie negli interventi strutturali di sistema.