Non si placa la violenza anti-cristiana in Nigeria. Il 19 giugno scorso la chiesa battista di Maranatha e la chiesa cattolica di San Mosé sono state oggetto di attacchi armati che hanno cagionato la morte di tre persone, tutte cattoliche. Nel corso della stessa azione terroristica sono stati sequestrati più di trenta fedeli, quasi tutti appartenenti alla Congregazione battista. Le due chiese sono state attaccate poco dopo le sette del mattino, all’inizio della celebrazione delle funzioni religiose. L’attacco arriva due settimane dopo che quaranta cristiani erano stati uccisi in un attacco a una chiesa cattolica la domenica di Pentecoste.
STRAGE A OWO
Il 5 giugno, uomini armati ritenuti estremisti islamici avevano aperto il fuoco sui fedeli che partecipavano alla messa di Pentecoste nella chiesa di San Francesco Saverio a Owo, nello stato di Ondo, sud-ovest della Nigeria. Il vescovo Emmanuel Badejo della diocesi di Oyo, durante la messa in suffragio delle vittime della strage di Pentecoste del 17 giugno, ha criticato con forza il governo nigeriano, in particolare il presidente Muhammadu Buhari poiché non avrebbe agito in difesa dei cristiani nel paese.
QUASI 5.000 CRISTIANI MORTI IN UN ANNO
Secondo l’ultimo rapporto sulla libertà religiosa elaborato dalla ong Open Doors, lo scorso anno in Nigeria sono stati uccisi almeno 4.650 cristiani, mentre il bilancio dei primi tre mesi del 2022 è di quasi 900 assassinati. La scorsa settimana il Parlamento europeo ha discusso della violenza anti-cristiana nel Paese africano in un dibattito, nel corso del quale, però, in molti hanno evitato di definire gli attacchi come «anti-cristiani», preferendo attribuire la causa delle violenze alle migrazioni e alle disuguaglianze sociali provocate dai mutamenti climatici in atto.