CRIMINALITÀ, pirateria audiovisiva. Sale al 43% l’incidenza del fenomeno in Italia

Dalla rilevazione effettuata da Ipsos per conto di FAPAV è emerso che il danno economico potenziale per le industrie è pari a 940 milioni di euro (267 milioni soltanto gli eventi sportivi «live»), mentre 1,7 miliardi è la stima dell’ammontare relativo al fatturato perduto dell’intero sistema-paese, che oggi vedrebbe a rischio 9.400 posti di lavoro nel settore. A incidere è soprattutto la fruizione illegale di film, serie televisive (fiction), programmi di altro genere ed eventi sportivi

La pirateria audiovisiva in Italia è in piena trasformazione, poiché da un lato si va affermando un’offerta legale sempre più ampia e competitiva, dall’altro la pirateria risulta sempre più selettiva, dato che concentra il proprio focus su specifici contenuti, tra i quali principalmente gli eventi sportivi live.

PIRATERIA AUDIOVISIVA IN PIENA TRASFORMAZIONE

La nuova indagine sul fenomeno, condotta dalla società Ipsos per conto della Federazione per la tutela delle industrie dei contenuti audiovisivi e multimediali (FAPAV), è stata presentata recentemente a Roma in occasione degli Stati generali della lotta alla pirateria “tra legalità e sicurezza”, evento organizzato dalla Federazione medesima presso l’Auditorium dell’Ara Pacis che ha visto la partecipazione di autorevoli rappresentanti delle Istituzioni e dell’industria. I dati ricavati dalla ricerca confermano un aumento nell’ultimo anno dell’incidenza complessiva della pirateria tra la popolazione adulta (pari al 43%), mentre contestualmente  si registra anche un calo rilevante nel numero di contenuti audiovisivi piratati. Per il 2021 vengono stimati 315 milioni di atti illeciti, il 24% in meno rispetto al 2019 e addirittura il 53% in meno rispetto al 2016.

FENOMENO SEMPRE PIÙ DIGITALE

In sostanza la pirateria in Italia avanza in termini di audience ma decresce sotto il profilo della frequenza: i film permangono il contenuto maggiormente fruito illecitamente (29% di incidenza tra la popolazione adulta), seguito dalle serie televisive (fiction) con il 24% e gli altri programmi con il 21. Discorso a parte per gli sport live, infatti, se nel 2019 per questa tipologia di contenuti la percentuale di fruizione si attestava al 10%, nel 2021 è salita al 15. Più pirati e meno atti di pirateria: i dati Ipsos mostrano come il fenomeno sia sempre di più digitale. Tra le modalità in calo il download/P2P e lo streaming illegale, in forte crescita il numero di chi ha fruito almeno una volta delle IPTV illecite, passato dal 10% nel 2019 al 23% nel 2021. Si tratta di 11,7 milioni di individui, anche se gli abbonati ad almeno una IPTV illecita sono 2,3 milioni.

CONDIVISIONE DELLE CREDENZIALI DI ACCESSO ALLE PIATTAFORME

In questa edizione la ricerca ha voluto indagare anche il fenomeno della condivisione delle credenziali di accesso alle piattaforme legali di contenuti, registrando che al 41% dei pirati è capitato di fruire almeno una volta di contenuti audiovisivi in abbonamento attraverso l’accesso con credenziali altrui, non ritenendola tuttavia una forma di pirateria. Anche tra gli adolescenti si conferma lo stesso trend degli adulti: nel 2021 l’incidenza dei pirati più giovani (dai 10 ai 14 anni) ha conosciuto un incremento del 51%, mentre risulta in netto calo la frequenza degli atti (-20% rispetto al 2019) con una forte preferenza, in termini di contenuti fruiti, di eventi di sport live, seguiti da film, serie televisive (fiction) e altri programmi.

I DANNI CAUSATI LLA COLLETTIVITÀ DALLA PIRATERIA

La pirateria audiovisiva permane un fenomeno che desta forte preoccupazione anche in relazione alla ripresa del settore dopo i due anni di emergenza pandemica. Al riguardo i dati Ipsos evidenziano come il danno potenziale del fenomeno illegale per quanto riguarda film, serie televisive e fiction è pari a 673 milioni di euro, con quasi 72 milioni di fruizioni perse. Per quanto riguarda invece gli eventi sportivi live, la stima del danno economico causato dalla pirateria risulta pari a 267 milioni di euro con circa 11 milioni di fruizioni perse. Guardando al sistema-paese, il fenomeno dell’illegalità diffusa nella fruizione di contenuti audiovisivi genera danni ingenti sia in termini di fatturato (1,7 miliardi di euro) che di Pil (716 milioni di euro), oltreché dal lato delle entrate fiscali. Per lo Stato italiano si tratta di 319 milioni di euro che avrebbero potuto invece trovare un proficuo impiego in servizi pubblici erogati alla collettività.

EFFETTI PERNICIOSI SULL’OCCUPAZIONE

Ma la pirateria non è soltanto un freno allo sviluppo, poiché pone seriamente a rischio anche l’occupazione, infatti, quale sua conseguenza si stima una perdita di circa diecimila posti di lavoro. Le conseguenze allarmanti non investono esclusivamente l’economia e l’industria nazionale, bensì anche la sicurezza degli utenti, poiché numerosi sono infatti i rischi correlati al fenomeno, soprattutto nei casi di accesso a piattaforme illegali, che espongono il fruitore abusivo ad attacchi informatici con violazioni dei dati personali e bancari, oltre ai rischi per i devices (apparati elettronici) posti da malware e virus.

PERCEZIONE COME REATO

Sul tema della percezione della pirateria come reato, si registra una crescita della consapevolezza dell’illegalità e dei rischi connessi all’accesso a piattaforme non lecite, anche da parte dei più giovani. Rispetto alle forme di deterrenza si registra che il 36% dei pirati si è trovato nell’ultimo anno davanti a siti web illegali oscurati e di questi il 43% ha scelto di ricorrere a un’alternativa lecita (pay-TV e streaming legale in primis). Ad avviso di Federico Bagnoli Rossi (presidente di FAPAV) «la ricerca presentata da Nando Pagnoncelli e riferita al 2021, evidenzia come il fenomeno della pirateria nel nostro paese sia in continua evoluzione con uno spostamento della preferenza dei pirati verso i contenuti sportivi live, confermando un trend che già si era iniziato a manifestare nelle ultime indagini. Per questo motivo, per la prima volta, insieme a Ipsos abbiamo voluto considerare anche i danni economici provocati dalla pirateria al settore sportivo.

MONITORAGGIO PERMANENTE

«Numeri allarmanti – ha aggiunto al riguardo Bagnoli Rossi -, che come FAPAV, desideriamo monitorare con sempre maggiore attenzione al fine di sostenere le industrie dei contenuti audiovisivi e multimediali, dal momento che la pirateria rappresenta un freno allo sviluppo competitivo del Paese, oltreché un serio problema economico, sociale e occupazionale. Siamo lieti, inoltre, di annunciare, grazie al supporto di ANICA e Univideo, il rinnovo della collaborazione tra FAPAV e Ipsos per i prossimi quattro anni nei quali continueremo ad indagare il fenomeno nelle sue evoluzioni. Oltre alle necessarie azioni di enforcement, riteniamo fondamentale che vengano attuate iniziative sinergiche di comunicazione come la recente campagna “We Are Stories”, promossa da FAPAV a tutela e sostegno dell’intera industria audiovisiva, insieme a ANEC, ANICA, APA, MPA e Univideo».

SI PRONUNZI IL PARLAMENTO

«Guardiamo con interesse e attenzione al testo unificato sui disegni di legge in tema di contrasto alla pirateria in discussione alla Camera dei Deputati – ha egli concluso -, con l’auspicio che l’iter possa proseguire speditamente portando ad un necessario adeguamento degli strumenti a disposizione».

Ad avviso di Nando Pagnoncelli (presidente di Ipsos Italia) ha dal canto suo inteso sottolineare come «accompagnando FAPAV in questo percorso di pluriennale collaborazione per lo studio e l’analisi del fenomeno della pirateria, ci siamo resi conto delle continue evoluzioni dei comportamenti della popolazione che ci hanno portato ad adeguare il modello di stima, rendendolo sempre più puntuale nell’intercettare i fenomeni in trend».

RITENUTA IMPUNITÀ

«Molto evidente la marcata crescita della pirateria digitale – ha aggiunto Pagnoncelli -, che ha guadagnato terreno durante il periodo di lockdown. D’altra parte, è decisamente incoraggiante rilevare come le azioni di contrasto al fenomeno della pirateria stiano portando ad un continuo contenimento del numero di atti, nonostante la percentuale di pirati sia in crescita. È chiaro che il fenomeno va tenuto costantemente sotto controllo, dal momento che l’impatto su varie dimensioni economiche del nostro Paese genera dei numeri impressionanti. Diffondere questi numeri contribuisce a contrastare la “cultura dell’illegalità”; ancora oggi la metà dei pirati ritiene erroneamente che il proprio comportamento non sia grave, nonostante si sappia che si tratti di un vero e proprio reato. Evidentemente vi è ancora la convinzione che l’entità del danno sia contenuto e che la probabilità di essere scoperti e puniti non sia elevata».

IL FENOMENO IN CIFRE

43%: incidenza complessiva della pirateria (di film, serie/fiction, programmi e sport live);

29%: incidenza della pirateria di film;

24%: incidenza della pirateria serie/fiction;

21%: incidenza della pirateria di programmi;

15%: incidenza della pirateria di sport live;

23%: incidenza delle IPTV illegali anche solo in prova/senza abbonarsi;

315 milioni: la stima complessiva degli atti di pirateria tra la popolazione adulta;

51%: incidenza della pirateria tra gli under 15;

673 milioni di euro: la stima del danno potenziale in termini di fatturato perso direttamente a causa della mancata fruizione legale di film e serie/fiction piratate nel 2021, considerando la possibilità di mantenere gli abbonamenti per l’intero anno;

267 milioni di euro: la stima del danno in termini di fatturato perso direttamente a causa della mancata fruizione legale di sport live piratati nel 2021 (stima non disponibile per il passato);

1,7 miliardi di euro: la stima del fatturato perso da tutti i settori economici italiani a causa della pirateria di film, serie/fiction e sport live (stima non disponibile per il passato);

716 milioni di euro: il danno potenziale stimato sull’economia italiana i termini di PIL (stima non disponibile per il passato);

9.400: la stima potenziale dei posti di lavoro a rischio a causa della pirateria audiovisiva (stima non disponibile per il passato);

319 milioni di euro: la stima potenziale dei mancati introiti fiscali (Iva, imposte sul reddito e sulle imprese), stima non disponibile per il passato;

50%: i pirati consapevoli della gravità dei propri comportamenti (erano il 28% nel 2019);

41%: pirati a cui è capitato di fruire almeno una volta di contenuti audiovisivi in abbonamento attraverso l’accesso con credenziali altrui non ritenendola una forma di pirateria.

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