L’autrice dà prova delle sue abilità: in una Babele delle lingue, crea una danza sinuosa che parte dal turpiloquio e viaggia fino a toccare le grandi vette poetiche, riunisce tutte le potenzialità del linguaggio e le tesse insieme. In un universo editoriale dove la lingua spesso si appiattisce in favore della semplicità, sembra tocchi a una giovane autrice invertire la rotta e proporre un volume in grado di chiedere al lettore di dedicargli tempo: «In queste storie che ti racconto, vere che di più non si potrebbe, faccio sempre quello che va per il mondo e non capisce. Non mi ci trovo male, lo ammetto. Comunque questo ti serva a credermi: se avessi inventato, mi sarei inventato più intelligente».
L’UNIVERSO SOTTERRANEO DEL PROTAGONISTA
A Turbinio, protagonista della storia, per distrazione scivolano le chiavi dalla tasca e dal marciapiede finiscono poi giù per una grata, fino al centro della terra. Per recuperarle scende in un universo sotterraneo, un mondo parallelo che si specchia nel nostro. L’ignaro protagonista si ritrova in una realtà fatta di sogni, di visioni e di creature più vere che mai: qui, la legge infernale pesa i cuori e la burocrazia è una tortura; qui, s’inventano strani giochi di carte, si dipingono occhi per far vivere le marionette e i medici discettano di polli e brontosauri.
A METÀ TRA LA COMMEDIA DELL’ASSURDO E IL SATYRICON
A metà tra la commedia dell’assurdo e il Satyricon di Petronio, Cinema di Babele è un romanzo caleidoscopico, scritto con una lingua tutta guizzo, invenzione e poesia. Pagina dopo pagina il confine tra reale e fantastico si assottiglia, la vita vera e il sogno si mescolano tra loro fino a confondersi. Il linguaggio pirotecnico e la tradizione classica vengono contaminati dalla letteratura russa. Bulgakov, Gogol’ e Majakovskij influenzano la regia (e anche le quinte) di questo cinema delle illusioni che sfugge ai generi e si crogiola in una commistione di linguaggi diversi. Un ritorno energico per Ida Amlesù che con il suo talento incantatore e arguto e la sua prosa musicale e candida ci propone una commedia degli equivoci che è anche, o soprattutto, la storia della corsa maldestra e ispiratissima di Trubinio verso il vero grande amore.
L’AUTRICE
Ida Amelsù è nata a Milano nel 1990. Scrittrice, slavista e traduttrice, si è laureata con lode in Lingue e Letterature europee presso l’Università degli Studi di Milano e in Letterature europee e americane presso l’Università degli Studi di Pavia. Ha studiato traduzione all’Accademia Ambrosiana presso la Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano. Ha esordito nella narrativa con il romanzo Perdutamente (nottetempo, 2017), vincitore del Premio internazionale Salerno Libro d’Europa.
Titolo: Cinema di Babele
Autrice: Ida Amlesù
Editore: FVE Editori
Collana: Visionaria
Pagine: 272
Prezzo: 18 euro
ISBN: 979-12-80690-06-7
Uscita: 30 giugno