L’annoso e contrastato tema della sospensione del militare dall’impiego del militare sul quale pende un procedimento penale continua a essere oggetto di discussione. Un’ulteriore contributo viene oggi fornito dal dottor Piero Antonio Cau, giurista di vaglia ed esperto di Diritto militare, che mediante un proprio parere si è espresso al riguardo sottolineando come, alla luce di una serie di fondate riflessioni, si renda necessario novellare l’art. 916 del Dl 66/2010 introducendo il termine «imputato» con «condannato in appello» evidenziando inoltre come «l’Amministrazione da cui dipende il militare imputato, per motivi di opportunità, possa venire impiegato in mansioni logistiche o diverse da quelle da quelle da costui precedentemente espletate».
NON SOSPENSIONE, BENSÌ IMPIEGHI ALTERNATIVI
Tale modifica eviterebbe al militare imputato – che, come statuisce la Carta costituzionale, fino a sentenza di condanna nell’ultimo grado di giudizio si presume sia innocente – i disagi economici e psicologici derivanti da una condizione di «sospeso». Alla luce del parere giuridico richiamato è stato recentemente depositato presso il Senato della Repubblica un disegno di legge a firma del senatore Cataldo Mininno (vicepresidente della Commissione parlamentare Difesa), relativo all’abrogazione del citato art. 916, che, qualora venisse approvato dal Parlamento, comporterebbe la cessazione ex nunc dell’efficacia della norma giuridica e l’individuazione per il militare interessato di modalità di impiego alternative a quelle sue pregresse, incluse quelle nei ruoli civili per l’intero periodo dell’iter processuale.
