SANITÀ, reti di prossimità. Tavola rotonda a Villa Miani su PNRR tra AIOP e le Istituzioni

Vi hanno preso parte, tra gli altri, il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e l’assessore alla Sanità Alessio D’Amato. l'obiettivo di incrementare e migliorare l'assistenza sanitaria di prossimità, Obiettivo: decongestionare gli ospedali distribuendo i pazienti in strutture che possano monitorare la degenza e la dimissione

In occasione della tavola rotonda sulle nuove frontiere in Sanità dopo la pandemia e l’inizio della gestione del PNRR, che ha avuto luogo lo scorso 6 maggio presso Villa Miani a Roma, incontro moderato dalla giornalista Roberta Serdoz, AIOP Lazio ha presentato uno studio relativo al piano degli interventi in ambito PNRR sulle reti di prossimità, strutture e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale, condotto sul modello dell’Emilia Romagna e di altri enti territoriali, in cui sono stati già attuati gli ospedali di comunità e le case di comunità. Dallo studio sono emerse alcune criticità presenti nei piani di attuazione del Piano nazionale ripresa e resilienza PNRR. Al dibattito hanno partecipato esponenti delle Istituzioni e rappresentanti dell’ospedalità pubblica e privata.

PREVISIONI DI SPESA E PNRR

«Il PNRR, dall’analisi dei dati della ricerca presentata – ha affermato la Presidente di AIOP Lazio Veronica Faroni – mostra delle criticità legate alle previsioni di spesa e mantenimento delle nuove strutture, alla carenza di personale medico, paramedico e infermieristico e alla questione legata ai destinatari degli ospedali di comunità. Noi siamo stati elogiati per il lavoro doveroso svolto durante la pandemia al servizio del pubblico, ma altrettanto velocemente siamo stati abbandonati quando si è trattato di parlare di PNRR».

Ella ha inoltre sottolineato come sia possibile incrementare le capacità di assistenza delle strutture esistenti (come le RSA) attraverso il ricorso all’assistenza e alla telemedicina. «Per rispondere alla grande affluenza ai pronto soccorso – ha quindi concluso -, basterebbe snellire i percorsi da questi alle RSA, senza costruire megastrutture».

LA RIFORMA DELLA MEDICINA DI BASE

«Durante la pandemia il “modello Lazio” ha dimostrato che il connubio tra il Servizio sanitario nazionale e l’ospedalità privata sia fondamentale per garantire un pieno, equo e uniforme diritto alle cure sull’intero territorio nazionale – ha altresì dichiarato il direttore di AIOP Lazio Mauro Casanatta –; nel Lazio sono state vaccinate 1.300.000 persone e nelle nostre strutture, nei primi mesi del 2020, sono stati creati 1.350 posti letto, mentre oggi in otto strutture accreditate del sono ancora aperti i reparti Covid».

«Rianimiamo la Sanità – ha dichiarato l’assessore alle Politiche per la Salute della Regione Emilia Romagna, che è anche coordinatore della Commissione Salute Conferenza delle Regioni, Raffaele Donini -, poiché il PNRR non può prescindere da una riforma della medicina di base. Le Regioni chiedono un fondo sanitario Nazionale adeguato, ma il PNRR non può essere un piano edilizio. Sì alla collaborazione pubblico privato».

EFFICACIA DEL «MODELLO LAZIO»

«In pandemia abbiamo vissuto due degli anni più drammatici dal dopoguerra, ma ce l’abbiamo fatta – è il consuntivo fatto dal presidente della Giunta regionale del Lazio Nicola Zingaretti, è stato possibile grazie al lavoro di tutti gli operatori e, anche, a una rete straordinaria di imprese che si sono messe prontamente al servizio per combattere questa grande battaglia. L’occasione che porta a riunirci oggi è il simbolo che abbiamo vinto: il Lazio è tornato a essere il protagonista italiano del modello sanitario del futuro. Riguardo la politica di investimenti del PNRR, nella gestione di tempi e modi di concretizzazione, non c’è dubbio che le strutture accreditate avranno la possibilità di dire la loro e di essere parte di una sfida orientata al consolidamento di un modello di sanità».

«Se il Lazio è stato un modello nell’assistenza sanitaria durante la pandemia è perché abbiamo lavorato insieme, e questa integrazione deve essere mantenuta nel futuro – ha altresì dichiarato l’assessore alla Salute e all’Integrazione socio-sanitaria della Regione Lazio Alessio D’Amato -; gli standard del PNRR sono stati prefissati. Bisogna adeguare il Fondo Sanitario, investire nella formazione, per carenze di infermieri e di alcune specializzazioni mediche; in futuro dobbiamo arrivare a coinvolgere almeno 100.000 over 65 in più nell’assistenza domiciliare integrata e passare all’accreditamento, uscendo dalla logica delle gare».

SINTESI DELLA RICERCA

Il PNRR rende possibile un investimento pari a oltre quindici miliardi di euro, articolato in due componenti: creazione e attivazione di 1.288 case della comunità (CdC) entro la metà del 2026, per la cura dei malati cronici, che comporterà un costo complessivo di due miliardi; inoltre, è prevista la creazione di 381 ospedali di comunità (OdC), destinati al ricovero breve e a interventi sanitari a bassa-media intensità clinica, con l’obiettivo di incrementare e migliorare l’assistenza sanitaria di prossimità, ovvero decongestionare gli ospedali distribuendo i pazienti in strutture che possano monitorare la degenza e la dimissione. L’investimento è di un miliardo di euro. Il progetto mira, inoltre, al rafforzamento dell’assistenza domiciliare grazie al ricorso alla telemedicina, con l’obiettivo di prendere in carico entro la metà del 2026 il 10% della popolazione di età superiore ai 65 anni. Investimenti per un totale di sette miliardi di stanziamenti, mentre un ulteriore aspetto è quello relativo all’aggiornamento tecnologico e digitale, per un costo di 7,36 miliardi di euro.

PRESTO LA REALIZZAZIONE DEGLI ODC

Entro la prima metà del 2026 la realizzazione dei nuovi OdC previsti in tutte le regioni italiane, avrà un costo di 1 miliardo di euro complessivi nazionali per un’aggiunta di 7.620 posti letto totali nazionali. Nascono una serie di interrogativi in relazione alla creazione di queste nuove strutture e sulla capacità dei fondi di SSN e SSR di coprire le spese di mantenimento di queste strutture. Nel PNRR, infatti, non sono previsti finanziamenti per il personale sanitario che dovrà lavorare in queste strutture: ne conseguono ulteriori pesi sul bilancio pubblico a partire dal 2027. Il progetto PNRR, impostato su base demografica, sembra inoltre non tenere conto delle realtà regionali; ne consegue un disegno a macchia di leopardo, che non risponde ai reali bisogni dei cittadini nei diversi contesti territoriali, su cui i futuri servizi sanitari andranno ad essere erogati, né tiene conto dell’impegno di risorse economiche e umane che tale realizzazione richiederà.

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