RUSSIA, conflitto. La tentazione di far sfilare i prigionieri ucraini come i tedeschi nella parata dell’estate 1944

Il giorno della parata della vittoria è sempre stato per l’URSS, come per la Russia, un momento di sfarzo per le forze armate di quel Paese, ma anche il monito per ricordare a tutto il mondo i sacrifici compiuti dall’Armata Rossa nella guerra al nazismo.
Durante la Guerra Fredda e fino a qualche anno orsono, la parata è stata l’occasione per disvelare armi nuove e apparentemente formidabili. Mentre quella del 2022 rifletterà soprattutto gli insuccessi e le perdite subite dall’Armata Russa in Ucraina.

UNA PARATA MILITARE IN TONO MINORE

Tra tante voci e qualche dato, sappiamo che la parata risulta ridotta del 35-40% rispetto all’edizione dello scorso anno. Ciò rischia di proiettare non la consueta immagine di forza, ma la debolezza militare ed economica della Russia di Putin.
Sulla Piazza Rossa sfileranno 25 sistemi d’arma e 131 veicoli da combattimento. Numeri di rilievo, ma inferiori a quelli dello scorso anno, quando alla parata i veicoli furono poco meno di 200 e 35 i sistemi d’arma.

Dopo aver perso circa 600 carri armati in Ucraina, l’Armata Russa sembra aver rinunciato a sfoggiare gli elementi fondamentali di qualsiasi parata militare. Tra T-90 e T-72, i carri armati saranno solo 17, mentre 3 saranno i T-14 Armata.
Il nuovo carro armato T-14 è apparso la prima volta in un esemplare alla sfilata del 2015. Dal 2020, non ne sono mai stati esibiti più di tre. E la produzione su larga scala, che prevedeva un centinaio mezzi corazzati, sembra congelata.

L’artiglieria e i sistemi di lancio multiplo di razzi saranno rappresentati da un unico obice semovente da 152 mm e una versione “aggiornata” del vecchio lanciarazzi multiplo Grad da 122 mm, un sistema risalente agli anni ’60.
Il numero di veicoli da combattimento della fanteria russa che in passato, nelle loro numerose versioni facevano la parte del leone, è stato ridotto del 50%. I veicoli da combattimento di fanteria BMP-3, saranno una manciata.

Per aumentare il numero di sistemi in parata, i russi stanno persino mettendo in evidenza gli automezzi trasportatori di carri armati impiegati per il sistema senza pilota Uran 9 dalle discutibili prestazioni.
La parata degli aerei militari rivela anche dati peggiori. Per la sfilata di Mosca, sono stati radunati 15 elicotteri, rispetto ai 23 del 2021. In cielo non vedremo i moderni Sukhoi Su-30 e Su-34, ma solo una obsoleta flotta di caccia Mikoyan Mig-29.

LA SFILATA DEI PRIGIONIERI COME I TEDESCHI NEL ’44

Per distrarre l’opinione pubblica interna dall’insuccesso dell’avventura militare in Ucraina, Putin sta valutando l’idea di far sfilare 500 prigionieri di guerra, come avvenne nella parata della vittoria del luglio 1944.
In quell’estate, l’Armata Rossa inflisse ai tedeschi la più terribile sconfitta del conflitto. Nell’offensiva scatenata in Bielorussia, le unità della Wehrmacht e le truppe delle SS persero oltre mezzo milione di uomini.

Nonostante l’Operazione Bagration non fosse ancora conclusa, Stalin decise di tenere una parata solenne a Mosca per festeggiare la vittoria. A partecipare a questa sfilata non sarebbero stati i soldati sovietici, ma quelli tedeschi catturati.
Furono scelti 57 mila prigionieri tra i più robusti e capaci di resistere ad una marcia prolungata. Vennero ben nutriti, ma non fu permesso loro di lavarsi: dovevano apparire miserabili e malconci.
La narrazione staliniana della Grande Guerra Patriottica passava anche attraverso l’esibizione dei nemici sconfitti che vennero fatti sfilare con le divise lacere con le quali erano stati catturati.

UNA PARATA PER DRAMMATIZZARE LO SCONTRO

Il 9 maggio 2022 non c’è però nessuna vittoria da festeggiare, anzi. La parata della vittoria russa si è vieppiù trasformata nella tappa di un percorso con il quale Putin sembra tendere a drammatizzare gli eventi e a mobilitare la nazione.

Per cancellare l’imbarazzo degli insuccessi militari, Putin ricorrerà quasi sicuramente all’utilizzo retorico della guerra al nazismo, per chiedere altri sacrifici al suo popolo, cercando con questo espediente, di stabilizzare la propria opinione pubblica.
Che sulla Piazza Rossa sfilino o meno prigionieri ucraini, tutti gli attori in scena sembrano aver acquisto la consapevolezza che quella cominciata il 24 febbraio 2022, è una guerra per la quale non si intravede un chiaro sbocco, almeno nel breve periodo.

Parafrasando un pensiero di Henry Kissinger sulla guerriglia: quando si scontrano due eserciti, uno dei quali appare più forte dell’altro, quest’ultimo, per non apparire sconfitto dovrà assolutamente vincere, mentre a quello più debole basta dare l’impressione di non aver perso.

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