UCRAINA, conflitto. (contro) informazione: la «pace proibita» dei pacifisti «senza sé e senza ma»

L’iniziativa avrà luogo il 2 maggio presso il Teatro Ghione a Roma, ad avviso dei suoi promotori si tratterà di un evento mediatico controcorrente di opposizione «alla deriva verso il pensiero unico e la resa dell’intelligenza di fronte agli orrori della guerra in Ucraina». È organizzato da Michele Santoro e Vauro Senesi, e prevede la partecipazione di esponenti della cultura, del giornalismo e dello spettacolo

Per domani, lunedì 2 maggio 2020 alle ore 21:00, presso il Teatro Ghione il giornalista Michele Santoro e il disegnatore Vauro Senesi hanno chiamato a raccolta numerosi esponenti della cultura, del giornalismo e dello spettacolo al fine di «opporsi alla deriva verso il pensiero unico e la resa dell’intelligenza di fronte agli orrori della guerra in corso in Ucraina».

PACE PROIBITA

Questo il messaggio dei due organizzatori di un evento mediatico che essi affermano essere «controcorrente e completamente autofinanziato attraverso il crowdfunding». “Pace proibita”, questo è il titolo dato all’evento al quale è prevista la partcipazione di Luciana Castellina, Ascanio Celestini, Emily Clancy, don Fabio Corazzina, Jasmine Cristallo, Fiammetta Cucurnia, Donatella Di Cesare, Sara Diena, Elio Germano, Sabina Guzzanti, Fiorella Mannoia, Tommaso Montanari, Moni Ovadia, Cecilia Strada, Marco Tarquinio e, ovviamente, gli stessi Santoro e Senesi. «La parola “pace” è censurata – aggiungono questi ultimi -, l’informazione non esprime la varietà di posizioni  presenti nell’opinione pubblica», poiché, ad avviso di essi, la maggioranza contraria all’invio di armi verrebbe sistematicamente ignorata.

IL CASO ASSANGE

«Per i media – concludono Santoro e Senesi – non c’è alternativa alla guerra, che giornali e televisioni rappresentano nelle forme di uno scontro tra buoni e cattivi, dove la somma degli orrori cancella il “chi”, il “come”, il “quando” e “il perché”». Al Teatro Ghione saranno inoltre presenti anche gli attivisti dell’organizzazione Free Assange Italia, che riproporranno il caso di Julian Assange quale paradigma delle attuali dinamiche mediatiche, nonché del loro concetto di «guerra contro la pace».

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