Per il momento non vi sarà un secondo incontro tra Papa Francesco e il Patriarca di Mosca Kirill, inoltre, almeno per ora, Bergoglio non si recherà in visita a Kiev. Lo ha dichiarato lui stesso nel corso di una breve intervista rilasciata al quotidiano argentino “La Nacion”, nella quale ha altresì spiegato il senso delle accuse di coprofilia mosse al giornalismo, sottolineando, infine, che ancora non sa quando tornerà in Argentina.
UNA VISITA SOSPESA
«A cosa servirebbe che il Papa va lì (in Ucraina, n.d.r.) e poi la guerra continua il giorno dopo?». Nelle risposte del capo della Chiesa cattolica romana sono stati affrontati anche i temi relativi alla particolare situazione generata dal conflitto in atto e delle iniziative intraprese dalla Santa Sede. In precedenza, sia durante il viaggio di andata a Malta che in quello di ritorno, il 2 e il 3 aprile, il Pontefice aveva invece ventilato la possibilità di un viaggio a Kiev, da tempo circolava la voce riguardo a una breve visita della durata di un giorno, che avrebbe potuto includere anche un incontro con le confessioni religiose locali e l’eventualità di un raccoglimento in preghiera a Santa Sofia.
I RAPPORTI CON KIRILL
«Quel viaggio non è ancora avvenuto – ha proseguito Bergoglio -, sarebbe dovuto andare l’arcivescovo Paul Richard Gallagher appena prima di Pasqua, ma ha poi avuto il Covid e non ha potuto farlo. Si pensa che ora il viaggio sarà fatto prossimamente, magari nella prima settimana di maggio». Il Pontefice è stato molto chiaro sui suoi intendimenti: «Non posso fare nulla che metta a rischio gli obiettivi superiori, che sono la fine della guerra, una tregua o almeno un corridoio umanitario». Il patriarca ortodosso di Mosca si troverebbe in una situazione di progressivo isolamento e, secondo quanto reso noto dal cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, sarebbe stato lo stesso Kirill a cercare il contatto con il Papa mediante una videoconferenza il 16 marzo scorso.
IL PAPA È DISPOSTO A TUTTO
Un incontro che avrebbe potuto avere luogo in occasione del previsto (ma non ufficializzato dalla Santa Sede) viaggio del Papa in Libano, o a Gerusalemme. Dal canto suo, Bergoglio ha inteso sottolineare come la propria relazione con Kirill sia «molto buona», aggiungendo di essere dispiaciuto che l’incontro a Gerusalemme sia stato per ora sospeso, poiché «la nostra diplomazia ha compreso che una riunione di noi due in questi momenti potrebbe prestarsi a molte confusioni». Il Pontefice ha infine affrontato l’argomento della sua visita all’ambasciata della Federazione Russa presso la Santa Sede avvenuta il 25 febbraio. «Ero solo – ha detto – e non ho voluto che mi accompagnasse nessuno, quindi è stata una mia responsabilità personale. Una decisione che ho preso una notte di veglia pensando all’Ucraina. È chiaro, per chi vuole vederlo, che stavo segnalando al governo che avrebbe potuto porre fine alla guerra nell’istante successivo. Per essere sincero, desideravo fare qualcosa perché non ci fosse un solo morto in più in Ucraina. Non una in più. E sono disposto a fare tutto».