Di Valentina Renzopaoli, pubblicato su “Professione Reporter” il 18 aprile 2022 – Guerra alla guerra e a dichiararla è l’Impero digitale: Google annuncia ai propri partner dell’informazione il blocco della monetizzazione dei contenuti che «sfruttano» o «giustificano» il conflitto in Ucraina. Con una comunicazione chiara e sintetica, firmata da “The Google Ad Manager Team”, il colosso tech notifica ai creatori di contenuti, e soprattutto alle testate on line, la sua nuova «politica editoriale» sulla guerra in Ucraina, in corso da quasi due mesi. Stop della monetizzazione dei Google Adv, ovvero degli annunci pubblicitari che vengono inseriti attraverso i banner nella stragrande maggioranza delle pubblicazioni on line. Stop in particolare per tutti coloro che assumono una posizione “morbida” nei confronti dell’invasione russa, in qualche modo giustificandola; o per chi, addirittura, condanna il Paese invaso e le sue vittime.
FAKE NEWS O LIMITAZIONE DELLA LIBERTÀ DI INFORMAZIONE?
Una decisione che molti hanno interpretato come volontà di frenare la diffusione in Rete di fake news, di notizie che incitino la violenza, di disinformazione propagandistica filo-russa. A questo proposito, Google scrive esplicitamente che penalizzerà «dichiarazioni secondo cui le vittime sono responsabili della propria tragedia o affermazioni simili di condanna delle vittime», o «dichiarazioni secondo cui l’Ucraina sta commettendo un genocidio o sta attaccando deliberatamente i suoi stessi cittadini». Nel suo articolo di denuncia pubblicato sulla testata online “Professione Reporter” la giornalista Valentina Renzopaoli paventa i rischi di una limitazione della capacità di informare le opinioni pubbliche: leggi l’articolo integrale di denuncia al seguente link: https://www.professionereporter.eu/2022/04/ucraina-google-toglie-pubblicita-ai-pezzi-con-la-guerra-e-i-media-ne-parlano-meno/