CULTURA, sinistra. La morte di Piergiorgio Bellocchio, critico letterario e scrittore che fondò i “Quaderni piacentini”

Scompare all’età di novant’anni uno dei maggiori intellettuali della sinistra italiana. Fratello del regista Marco Bellocchio, ideò la rivista, a tratti controversa, che fu simbolo dell'anima eterodossa della sinistra italiana. Nel 1969 fu anche il primo direttore responsabile del periodico “Lotta Continua”, che in seguito sarebbe divenuto un quotidiano

Piergiorgio Bellocchio era nato a Piacenza il 15 dicembre del 1931. Nella sua lunga vita letteraria gli venne assegnato il premio Pozzale di Empoli per i suoi  racconti “I piacevoli servi”, ma è forse più noto, soprattutto nel mondo politico, per avere curato per oltre vent’anni i “Quaderni piacentini”, rivista simbolo dell’anima eterodossa della sinistra italiana, che poi cessò le pubblicazioni.

DAI “QUADERNI” A “LOTTA CONTINUA”

Nel 1969 fu anche il primo direttore responsabile di “Lotta Continua”, organo ufficiale dell’omonima formazione extraparlamentare del cui servizio d’ordine fecero tra gli altri parte Adriano Sofri e Gad Lerner. Dal 1977 al 1980 diresse la casa editrice Gulliver di Milano e, cinque anni dopo, assieme ad Alfonso Berardinelli fondò la rivista letteraria “Diario”. Tra le raccolte delle sue prose critiche, Dalla parte del torto (Einaudi), Eventualmente (Rizzoli), L’astuzia delle passioni (Rizzoli), Oggetti smarriti (Baldini Castoldi Dalai), Al di sotto della mischia. Satire e saggi (Scheiwiller) e, appunto, Diario 1985-1993 (Quodlibet, 2010).

MARX PUÒ ASPETTARE

Nel 2020 Quodlibet pubblicò la raccolta Un seme di umanità, seguito, alcuni mesi dopo dal lungometraggio “Marx può aspettare”, affresco della famiglia Bellocchio tracciato dal fratello Marco, dove tutti i componenti di essa si confrontano con la tragedia del suicidio di Camillo, fratello gemello del regista che si tolse la vita nel 1968, un’opera successivamente presentata gli Special Screenings del Festival di Cannes.

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