La Pontificia Accademia delle Scienze (istituzione vaticana che fu tra le prime a porre in luce il rischio insito nelle armi nucleari e che nel 1982 redasse una Dichiarazione sulla prevenzione della guerra nucleare) ha diffuso un proprio comunicato rivolto a leader nazionali e agli scienziati, ma anche a uomini e donne di tutto il mondo, nella quale si chiede di combattere la battaglia «contro la convinzione che le guerre sono inevitabili» e di impegnarsi a prevenire la guerra nucleare.
SEMI DEI CONFLITTI E PERICOLI CRESCENTI
L’Accademia ammonisce inoltre che «le gravi disuguaglianze tra le nazioni e all’interno delle nazioni, miopi ambizioni nazionali o di parte, e brama di potere sono i semi del conflitto che può portare alla guerra generale e nucleare». Nella recente dichiarazione si afferma inoltre come i rischi di una guerra nucleare siano dati da diversi fattori, «a partire dal pericolo crescente che molti altri Paesi e gruppi terroristici possano acquisire armi nucleari o sviluppare la capacità di produrle fino alle distruzioni intenzionali o non intenzionali di centrali nucleari, con gravi conseguenze per vaste popolazioni, perdite incontrollate di scorie nucleari che possono essere usate per le cosiddette bombe sporche, il potenziale uso delle cosiddette armi nucleari tattiche nei campi di battaglia».
RISCHIO DI LANCI ACCIDENTALI DI ARMI NUCLEARI
E ancora, si legge in esso che: «Il mantenimento delle armi nucleari in stato di massima allerta aumenta potenzialmente la probabilità di un loro lancio accidentale o come risultato di una manipolazione informatica, non ultimo, il pericolo dell’uso di potenti armi nucleari e altre armi a livello internazionale oltre l’Ucraina, quando e se la guerra si intensificherà ulteriormente». Gli accademici vaticani sottolineano poi come la scienza debba essere usata «per assistere l’umanità verso una vita di prosperità, realizzazione e pace, mentre oggi si vede piuttosto lo sviluppo delle potenzialità di armi nucleari, ma anche di armi chimiche, biologiche o di missili ipersonici avanzati progettati per eludere i sistemi di difesa esistenti».
UN NUOVO SCENARIO
«È uno scenario nuovo – proseguono da oltre Tevere -, che prova anche nuovi problemi di scienza e coscienza, e quest’ultima non può giustificare l’uso di “poteri distruttivi che infliggono morte ovunque per “civilizzare” e “moralizzare” o semplicemente occupare». La scienza ha il dovere di «aiutare a prevenire la perversione delle sue conquiste, al punto che la ricerca e la scienza sul superamento e la prevenzione delle guerre, e la scienza della promozione della pace, non solo l’assenza di guerre deve essere un obiettivo di tutte le discipline scientifiche». Gli accademici vaticani si appellano dunque a leader e governi, «ai quali spetta invece la responsabilità di evitare in ogni modo la catastrofe della guerra nucleare e l’escalation delle guerre convenzionali che non risparmiano nemmeno le popolazioni civili», chiamando in causa la stessa umanità ad «agire per la sua sopravvivenza».
NOVE PUNTI PER UN VERO SVILUPPO
La Pontificia Accademia delle Scienze indica anche nove punti da osservare per creare un vero sviluppo e prevenire la guerra nucleare: «Rispettare il principio che la forza o la minaccia della forza non sarà usata contro l’integrità territoriale o l’indipendenza politica di un altro Stato; impedire l’uso della forza come metodo di risoluzione dei conflitti internazionali, poiché comporta il rischio di un’escalation del confronto militare, incluso l’uso della guerra nucleare, chimica e biologica; fornire rifugio e protezione ai milioni di rifugiati di ogni parte del mondo; impedire la proliferazione di armi nucleari in altri Paesi, che potrebbe portare, tra le altre cose, al terrorismo nucleare».
ACCORDI CHE FRENINO LA CORSA AGLI ARMAMENTI
Inoltre «non essere mai i primi a usare armi nucleari e rinnovare gli sforzi per raggiungere accordi verificabili che frenino la corsa agli armamenti; trovare modi e mezzi più efficaci per prevenire l’ulteriore proliferazione delle armi nucleari; impedire che gli usi pacifici dell’energia nucleare siano dirottati verso la proliferazione di armi nucleari; prendere tutte le misure pratiche che riducano la possibilità di una guerra nucleare per incidente, errore di calcolo o azione irrazionale. Infine, continuare a osservare gli accordi di limitazione delle armi esistenti, con l’obiettivo di costruire un sistema di sicurezza collettiva in cui le armi nucleari non abbiano posto».