GERMANIA, punto della situazione. Il resoconto aggiornato tratto dalla newsletter della Konrad-Adenauer-Stiftung Italia diretta da Nino Galetti

Massacri in Ucraina e orrore in Germania; Steinmeier ammette gli errori del passato; Angela Merkel difende la propria politica verso la Russia; il ministro della Difesa tedesco è sotto pressione; Gazprom controllata dallo Stato; rifugiati ucraini accolti dai tedeschi

Le scene del massacro di Bucha hanno suscitato un’ondata di orrore anche in Germania. Tutti i partiti tedeschi sono d’accordo nel chiedere un intervento ancora più drastico nei confronti della Russia. Per la prima volta il cancelliere Scholz ha definito Vladimir Putin un «criminale di guerra», dichiarando al Bundestag che «bisogna fare di tutto affinché Mosca non vinca la guerra». Anche il presidente federale Frank Walter Steinmeier non ritiene possibile un ritorno a relazioni normali con la Federazione Russa, almeno fino a quando Putin resterà al Cremlino. Intanto, il ministro Baerbock chiede che venga fatta piena chiarezza sull’eccidio di Bucha, assicurando che la Germania farà di tutto per portare alla luce la verità e, allo scopo, il governo federale metterà a disposizione due milioni di euro e i propri specialisti, incrementando così il proprio sostegno all’Ucraina. Come avvenuto anche in Italia, il ministro degli esteri Annalena Baerbock ha ordinato l’espulsione di quaranta diplomatici russi. Da un recente sondaggio condotto in Germania è emerso che i rifugiati ucraini vengono accolti più favorevolmente rispetto ai quelli nel 2015.

MASSACRI IN UCRAINA E ORRORE IN GERMANIA

Le immagini del massacro di Bucha e delle altre zone di guerra in Ucraina hanno suscitato orrore anche in Germania e ora tutti i partiti politici tedeschi chiedono all’unanimità un intervento più drastico nei confronti di Mosca. Per la prima volta, il cancelliere Olaf Scholz ha definito Putin un «criminale di guerra», dichiarando al Bundestag che «bisogna fare di tutto per impedire che Mosca vinca la guerra». Se nelle prime settimane del conflitto in Germania si riteneva ancora importante non perdere del tutto il contatto con il Cremlino, adesso quasi nessuno immagina sia possibile sedere nuovamente al tavolo con Putin. Anche il presidente federale Frank Walter Steinmeier non vede alcuna possibilità di tornare a intrattenere relazioni normali con Mosca finché Putin sarà al potere. Al pari di altri partner europei, il ministro degli esteri Annalena Baerbock ha ordinato l’espulsione di quaranta diplomatici russi. Secondo il governo federale i diplomatici russi che sono stati dichiarati «persone non grate» lavorano tutti per i servizi segreti del loro Paese. Intanto il ministro Baerbock chiede che si faccia piena chiarezza sulla strage di Bucha, assicurando che la Germania farà di tutto per far emergere la verità. Berlino metterà a disposizione altri due milioni di euro e i propri specialisti, aumentando così il proprio sostegno all’Ucraina. Inoltre, dal canto suo l’Unione Europea inasprirà in modo significativo le sanzioni alla Russia, seppure la Repubblica Federale rifiuti l’idea di un embargo immediato sul gas, poiché esso provocherebbe il blocco dell’approvvigionamento energetico del paese.

STEINMEIER: AUTOCRITICA SUGLI ERRORI COMMESSI IN PASSATO

Il Presidente Steinmeier torna sul suo passato politico come ministro della Cancelleria federale sotto Gerhard Schröder e come ministro degli esteri durante due legislature del governo Merkel ammettendo di aver compiuto errori nelle relazioni politiche con la Russia. «Abbiamo fallito», ha ammesso in occasione di un colloquio con i giornalisti nella sua residenza del Palazzo Bellevue a Berlino. La sua adesione al controverso gasdotto del Mar Baltico North Stream 2 è stata «inequivocabilmente» un errore. «Abbiamo tenuto fede a una costruzione di ponti in cui la Russia non credeva più e da cui i nostri partner ci avevano messo in guardia». E il bilancio amaro prosegue: «Non siamo riusciti a creare una casa comune europea che includesse anche la Russia. Abbiamo fallito nell’approccio di includere la Russia in un’architettura di sicurezza comune».

Nei giorni precedenti Steinmeier era stato criticato per non essersi espresso sul suo passato, soprattutto quando era ministro degli esteri. Comunque siano andate le cose, la responsabilità della guerra spetta esclusivamente a Putin, che il presidente ha descritto come un «guerrafondaio nel suo bunker». La sua valutazione passata escludeva che Putin, solo per la sua follia imperialista, si sarebbe assunto il rischio della completa rovina economica, politica e morale del suo paese, e invece, «qui ho sbagliato, come anche altri». Il Capo dello Stato ha sottolineato che con una Russia guidata da Putin non ci sarà «nessun ritorno allo status quo prima della guerra».

ANGELA MERKEL DIFENDE LA SUA POLITICA VERSO MOSCA

Nei giorni scorsi anche l’ex cancelliera Angela Merkel è stata messa sotto pressione per giustificare la sua politica nei confronti della Russia. Nonostante le pesanti critiche rivoltele dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ella ha comunque difeso la decisione assunta nel 2008 di non ammettere l’Ucraina nella NATO. Riferendosi alle atrocità commesse a Bucha e in altri luoghi dell’Ucraina, il suo ufficio ha espresso pieno sostegno a tutti gli sforzi profusi dal governo e dalla comunità internazionale volti a sostenere Kiev e porre fine alla barbarie e alla guerra. Nei giorni precedenti Zelensky aveva chiesto alla Merkel di recarsi a Bucha, dove dopo il ritiro delle truppe russe sono stati scoperti trecento cadaveri nelle strade, questo affinché si «possa fare un’idea, come anche l’ex presidente francese Nicolas Sarkozy, della sua politica fallimentare nei confronti della Russia». Al vertice del 2008 gli Stati membri della NATO avevano prospettato all’Ucraina l’ingresso nell’organizzazione difensiva occidentale, salvo poi tornare sulla propria decisione dopo le pressioni esercitate da Mosca.

MINISTRO DELLA DIFESA SOTTO PRESSIONE

Il leader della CSU Markus Söder ha chiesto le dimissioni del ministro della Difesa, la socialdemocratica Christine Lambrecht. In una riunione della dirigenza del partito cristiano-democratico, Söder ha descritto il ministro come «totalmente gravata dallo stress», aggiungendo che con il suo comportamento «ridicolizza la Germania di fronte all’Ucraina e ai nostri partner occidentali». Ad avviso del politico della CDU, per queste ragioni il cancelliere Scholz dovrebbe procedere a un «avvicendamento del personale di gabinetto». Recentemente la Lambrecht ha ricevuto critiche da diverse formazioni politiche, inclusa quella che è sua partner di coalizione, per l’esitazione o anche l’assenza di rifornimenti militari all’Ucraina. Il leader dei Verdi Omid Nouripour, ha invece lamentato che dopo settimane di guerra le esigenze militari di Kiev e i rifornimenti tedeschi non siano ancora sincronizzati: «Non può essere che ci siano mezzi corazzati Marder richiesti dall’Ucraina – ha egli eccepito -, che rimangono inutilizzati in Germania e non vengano consegnati». Nouripour ha quindi chiesto un miglioramento dei rifornimenti militari, per cui adesso la questione verterà sui materiali effettivamente disponibili e sulla velocità delle consegne. Il ministro della Difesa è accusata dall’opposizione di aver ritardato troppo a lungo le consegne di armi all’Ucraina e di avergli offerto equipaggiamenti non all’altezza della situazione.

GAZPROM CONTROLLATA DALLO STATO

Il ministro dell’economia Robert Habeck (Verdi) ha posto con effetto immediato la società controllata tedesca della Gazprom russa, Gazprom Deutschland GmbH, sotto l’amministrazione fiduciaria pubblica e quindi sotto il diretto controllo statale. Poco tempo fa, la casa madre russa aveva annunciato a sorpresa il suo ritiro e la successiva cessione a un acquirente russo, probabilmente un fiduciario del Cremlino, ordinandone quindi l’immediata liquidazione. Tuttavia Habeck ha agito con la massima prontezza. Gazprom Germania gestisce da sé (e anche attraverso società controllate) una serie di infrastrutture strategiche in Germania. Il ministro tedesco dell’economia ha inoltre assicurato che il governo federale farà tutto il necessario per garantire la sicurezza dei rifornimenti energetici in Germania. «Ciò significa anche che non sottoporremo le infrastrutture energetiche della Germania alle decisioni arbitrarie del Cremlino», ha egli affermato al riguardo. Lo scopo principale permane quello di garantire la sicurezza e l’ordine pubblico mantenendo la sicurezza degli approvvigionamenti energetici.

RIFUGIATI: PER I TEDESCHI MEGLIO GLI UCRAINI DEI MUSULMANI

Da un recente sondaggio condotto in Germania è emerso che i rifugiati ucraini vengono accolti più favorevolmente rispetto agli altri immigrati giunti nel Paese dal 2015. Il 54% degli intervistati ha dichiarato di preferire i profughi ucraini a quelli provenienti dai paesi a maggioranza musulmana. A motivo della loro preferenza per gli ucraini, gli intervistati hanno annoverato spesso la causa della loro fuga (53%), seguita dalla vicinanza culturale dei profughi (52%), la vicinanza geografica dei Paesi di origine (49%) e la più chiara prospettiva di ritorno (40%); altri motivi sono l’appartenenza religiosa (33%) e il loro genere (30%). La maggioranza dei tedeschi (54%) ritiene che i profughi provenienti da paesi di cultura cristiana si integrino più facilmente in Germania rispetto a quelli musulmani.

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