MONDO, insicurezza alimentare. Allarme FAO: rincari causa «shock» conflitto Ucraina che colpisce i mercati dei cereali e dell’olio vegetale

In un rapporto sul commercio agricolo internazionale reso pubblico il 6 aprile scorso dall’US Department of Agricolture (USDA) si afferma che il conflitto in Ucraina e altri fattori concomitanti hanno contribuito all'incremento dei prezzi delle materie prime. Grano, farina, oli e altri generi alimentari continuano ad aumentare di prezzo dopo due anni di sensibili rincari

Secondo la Fao (Food and Agriculture Organization of the United Nations, organizzazione dell’Onu per l’alimentazione e l’agricoltura) nel mondo i prezzi dei generi alimentari hanno raggiunto i «livelli più alti di sempre», spinti nel mese di marzo dal conflitto in Ucraina, che ha provocato uno shock nei mercati dei cereali e dell’olio vegetale.

GUERRA IN UCRAINA E AUMENTI DEI PREZZI

L’indice elaborato dall’agenzia, che traccia la variazione mensile dei prezzi internazionali di un paniere di prodotti alimentari di base, il mese scorso ha registrato un ulteriore aumento del 12,6% rispetto allo sforamento del febbraio precedente. Esso è ascrivibile soprattutto ai prezzi dei cereali (+17,1% rispetto a febbraio), trainato dai forti aumenti dei prezzi del grano e dei cereali minori. La causa degli incrementi dei prezzi viene ricondotta soprattutto al conflitto in atto in Ucraina, questo in ragione del fatto che sia l’Ucraina che la Russia negli ultimi tre anni hanno esportato una forte quota del grano e del mais commercializzato nel mondo. In marzo i prezzi mondiali del grano sono aumentati del 19,7% spinti dalle preoccupazioni ingeneratesi riguardo alle condizioni delle coltivazioni negli Usa, questo mentre quelli del mais hanno fatto registrare un aumento del 19,1% su base mensile, raggiungendo un livello record con quelli dell’orzo e del sorgo. Al riguardo va rilevato come l’aumento del 23,2% degli oli vegetali sia stato causato dell’innalzamento delle quotazioni dell’olio di semi di girasole, prodotto del quale l’Ucraina è il principale esportatore mondiale.

GREGGIO, ZUCCHERO, CARNI, LATTIERO-CASEARI

Il prezzo dello zucchero è aumentato del 6,7% rispetto a febbraio, invertendo i recenti cali, e si è attestato a oltre il 20% rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente. L’aumento dei prezzi del greggio ha funto da fattore trainante assieme all’apprezzamento del real brasiliano, tuttavia, le prospettive di produzione favorevoli in India hanno scongiurato aumenti più sensibili. La carne è aumentata del 4,8% (massimo storico) spinta dal rialzo della carne suina provocato dalla carenza di suini da macello nell’Europa occidentale. Al rialzo anche i prezzi internazionali del pollame a causa delle ridotte forniture dei principali esportatori dovute ai focolai di influenza aviaria. I prodotti lattiero-caseari sono aumentati complessivamente del 2,6%, attestandosi al 23,6% rispetto al marzo del 2021. In un rapporto sul commercio agricolo internazionale reso pubblico il 6 aprile scorso dall’US Department of Agricolture (USDA) si afferma inoltre che il conflitto in Ucraina, unitamente ad altri fattori concomitanti, ha contribuito all’incremento dei prezzi delle materie prime, con grano, farina, oli e altri generi alimentari che continuano ad aumentare di prezzo dopo due anni di sensibili rincari.

IL RAPPORTO USDA

Negli ultimi diciotto mesi – si afferma nel Rapporto USDA – una serie di fattori convergenti hanno portato i prezzi delle materie prime agricole a livelli record. L’invasione russa dell’Ucraina, e il conseguente decremento delle esportazioni ucraine, hanno spinto al rialzo i prezzi. Ma, secondo Washington, i mercati globali negli ultimi anno sono stati influenzati anche da altri fattori. Essi risalgono alla fine del 2020 e includono l’aumento della domanda globale guidata dalla Cina, la siccità, la diminuzione delle scorte di grano, mais e soia nei principali paesi esportatori, i prezzi elevati dell’energia (che hanno incrementato i costi dei fertilizzanti, dei trasporti e della produzione agricola) e, infine, le politiche di quegli Stati che hanno imposto divieti e restrizioni alle esportazioni, inasprendo ulteriormente la situazione sul piano delle forniture.

EMERGENZA ALIMENTARE E FATTORI DI INCERTEZZA

Come osservato durante le crisi dei prezzi alimentari del 2008 e del 2012, i paesi in via di sviluppo che dipendono dalle importazioni alimentari si sono confermati i più vulnerabili nei confronti dell’insicurezza alimentare. Essi tendono a rispondere ai segnali di incrementi dei prezzi modificando i modelli di consumo e commerciali, questo a differenza dei maggiori paesi esportatori, che invece vi fanno fronte attraverso un incremento della produzione allo scopo di soddisfare la domanda. Tuttavia, le turbolenze geopolitiche generate dal conflitto tra due grandi paesi esportatori di prodotti agricoli, Ucraina e Federazione Russa, dei quali il secondo è anche il maggiore esportatore mondiale di fertilizzanti, moltiplicano ulteriormente le incertezze e le preoccupazione riguardo alla situazione attuale e futura.

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