GERMANIA, punto della situazione. Il resoconto aggiornato tratto dalla newsletter della Konrad-Adenauer-Stiftung Italia diretta da Nino Galetti

Scudo antimissilistico: proposta dal governo tedesco; Schröder non prende le distanze da Putin; Achtung! Per il Cremlino Deutsche Welle è un «agente straniero»; Saarland: l'SPD vince le elezioni; il ministro Habeck pronto a ridurre il potere dei petrolieri; economia: crescita vertiginosa dell’inflazione

Anche il governo tedesco non esclude lo scenario di una escalation del conflitto con la Russia. Al riguardo il cancelliere Olaf Scholz sta valutando la possibilità di creare uno scudo antimissilistico in Germania, sul modello di quello israeliano costituito dal sistema Iron Dome. Per giustificare l’eventualità di questo progetto, che comporterebbe una spesa di miliardi di euro, egli ha argomentato affermando che: «Dobbiamo prepararci al fatto che abbiamo un vicino disposto a usare la violenza per imporre i suoi interessi. Ecco perché dobbiamo lavorare insieme per assicurarci che ciò non accada». Nel frattempo, temendo un’interruzione delle forniture di gas russo per la fine del mese, il governo di Berlino ha avviato la prima fase di un piano di emergenza che farà riferimento alle riserve energetiche nazionali. A seguito dell’esplosione dei prezzi di diesel e benzina, il ministro dell’economia Robert Habeck (Verdi) si è detto intenzionato a inasprire la normativa regolante la concorrenza sul mercato, concedendo maggiori poteri all’ antitrust tedesca. L’esecutivo ha inoltre espresso indignazione e dure critiche a seguito dell’oscuramento da parete russa dei siti web dei media occidentali, quali ad esempio “Deutsche Welle”, classificata dai servizi di sicurezza di Putin alla stregua di un «agente straniero».

LO SCUDO ANTIMISSILE TEDESCO

L’invasione russa dell’Ucraina ha spaventato anche i tedeschi. Secondo i sondaggi, circa due terzi dei cittadini della Repubblica Federale temono che il conflitto si estenderà al territorio della NATO e che i missili di Vladimir Putin costituiranno una minaccia militare immediata per il Paese. Il governo di Berlino considera possibile lo scenario di una escalation del conflitto e, conseguentemente, il cancelliere Olaf Scholz è stato indotto a valutare la possibilità di creare uno scudo anti-missile a copertura dell’intero territorio della Germania, questo sul modello israeliano, che, come è noto, si basa sul sistema Iron Dome.

Per giustificare l’eventualità dello sviluppo di un progetto del genere, che comporterebbe una spesa di miliardi di euro a carico dei contribuenti tedeschi, egli ha argomentato affermando che: «Dobbiamo prepararci al fatto che abbiamo un vicino che al momento è disposto a usare la violenza per imporre i suoi interessi. Ecco perché dobbiamo lavorare insieme per assicurarci che ciò non accada». Berlino starebbe quindi pensando all’acquisto del sistema israeliano Arrow 3, in grado di intercettare e distruggere i missili a lungo raggio nemici, già nella stratosfera, capacità questa che oggi resta però preclusa alla Bundeswehr. Ma, i generali tedeschi avvertono i decisori politici del loro Paese che l’Iron Dome risulterebbe inefficace contro i missili ipersonici di Mosca.

PUTIN E LE ARMI CHIMICHE

Dopo essersi consultato con gli Stati del G7, Scholz ha riferito a Putin di intervenire con misure drastiche in caso di impiego di armi chimiche: “Le armi biologiche e chimiche non devono essere usate, ed è per questo che siamo tutti così espliciti, così assertivi in merito alla questione”, ha dichiarato il Cancelliere. In concreto però, resta ancora da vedere quali saranno le contromisure in oggetto. Il Cancelliere ha comunque tenuto a specificare che, anche se la Russia utilizzasse armi chimiche o biologiche, la NATO non entrerebbe in guerra a fianco dell’Ucraina. Nel frattempo, temendo un’interruzione delle forniture di gas russo alla fine del mese, il governo ha avviato la prima fase di un piano di emergenza per mobilitare le riserve energetiche nazionali.

SCHRÖDER NON PRENDE LE DISTANZE DAL CREMLINO

Nonostante tutti gli aut aut ricevuti, Gerhard Schröder, politico socialdemocratico già cancelliere tedesco e personaggio molto vicino al presidente Putin, non ha rimesso i suoi incarichi presso le società statali russe, provocando così una rottura ormai praticamente definitiva con il proprio partito. Il leader dell’SPD Lars Klingbeil ha al riguardo sottolineato di aver preso nette distanze sul piano politico dall’ex cancelliere, aggiungendo altresì che «tutti avremmo auspicato che Gerhard Schröder agli inizi della guerra scegliesse di stare dalla parte giusta della storia, ma purtroppo ha scelto di stare da quella sbagliata».

In una lettera, la Klingbeil e la co-presidente Saskia Esken hanno rinnovato in via ultimativa a Schröder la richiesta di dimettersi dai suoi incarichi nel settore energetico russo, questo mentre anche il ministro della salute Karl Lauterbach lo ha criticato, stigmatizzando i suoi tentativi di mediazione nella guerra in Ucraina e giungendo a definire l’iniziativa dell’ex cancelliere «ai limiti dell’imbarazzante».

SAMIZDAT! “DEUTSCHE WELLE” È UN «AGENTE STRANIERO»

La Russia continua a imporre restrizioni all’informazione giornalistica delle emittenti occidentali. Il Cremlino ha inserito l’emittente internazionale tedesca “Deutsche Welle” in una lista di media descritti come «agenti stranieri», tenuti d’ora in poi a sottoporre tutta la loro produzione giornalistica alla censura del dipartimento di giustizia di Mosca. Si tratta di un ulteriore attacco alla libertà di stampa e un tentativo di isolare la popolazione russa dall’informazione indipendente. L’esecutivo tedesco ha reagito con indignazione e forti critiche nei confronti delle chiusure nelle ultime settimane di siti web di media e stampa oppositori del regime di Putin, «l’informazione giornalistica indipendente sulla crudele guerra di aggressione russa in Ucraina viene ostacolata con ogni mezzo repressivo», ha al riguardo dichiarato un portavoce del governo di Berlino.

SAARLAND: L’SPD VINCE LE ELEZIONI

Dopo ventitré anni di governo della CDU, il Saarland, la guida del più piccolo Land tedesco in termini di superficie (escluse le città di Berlino, Brema e Amburgo), cambia colore politico. Nelle elezioni del parlamento regionale che hanno avuto luogo domenica scorsa, l’SPD si è affermata nelle urne ottenendo il 43,5% dei voti, per cui potrà governare da sola e disporre della maggioranza assoluta dei seggi. La CDU del governatore uscente Tobias Hans ha invece avuto soltanto il 28,5% dei consensi. Anche il partito della destra estremista AfD (Alternativa per la Germania) è riuscito a entrare nel parlamento del Land di Saarbrücken grazie al suo 5,7% di consensi nell’elettorato locale. Tutti gli altri partiti, inclusi Verdi e FDP, non sono riusciti a superare la soglia di sbarramento del 5 per cento.

Sebbene il risultato sia certamente influenzato da dinamiche del tutto regionali, il dato conferma tuttavia il momento favorevole per Scholz e la dirigenza dell’SPD. Molti media tedeschi hanno letto questo risultato elettorale come il superamento del primo test elettorale dalle elezioni federali. Gli osservatori hanno però anche posto l’accento sul fatto che sia stata una consultazione fortemente incentrata sulle personalità. Il nuovo capo del governo del Saarland sarà Anke Rehlinger, un’ex lanciatrice di pesi che gode di grande popolarità nell’opinione pubblica. Le prossime elezioni statali si terranno in maggio in Renania Settentrionale-Vestfalia e Schleswig-Holstein, dove verranno messi alla prova due governatori della CDU. Per Friedrich Merz sarà un vero e proprio banco di prova.

POTERE DEI PETROLIERI: L’AZIONE DI CONTENIMENTO DI HABECK

Anche gli automobilisti tedeschi, al pari di quelli italiani, lamentano i rincari dei prezzi del carburante. A seguito dell’esplosione dei prezzi di diesel e benzina, il ministro dell’economia Robert Habeck (Verdi) vuole inasprire le leggi sulla concorrenza, concedendo più diritti all’ antitrust tedesca che in futuro, secondo il ministero dell’economia, dovrebbe tenere sotto la sua ala anche la produzione di combustibili e la gestione del mercato all’ingrosso. E la situazione attuale non deve valere da copertura per la concorrenza sleale o per accordi nascosti», sottolinea il ministro, che punta al rafforzamento dell’ufficio per la trasparenza del mercato dei combustibili presso l’autorità garante della concorrenza. Nelle ultime settimane i prezzi rilevati presso le stazioni di servizio, trainati dai rincari del petrolio a livello mondiale, hanno raggiunto i massimi storici. Ma al primo allentarsi della situazione sui mercati i prezzi del gas non hanno tuttavia registrato riduzioni nella medesima misura, dunque, se gli aumenti si ripercuotono immediatamente sui consumatori lo stesso non si può dire per le riduzioni, ed è per questo motivo che è arrivato il momento di interrompere la speculazione.

ECONOMIA: CRESCITA VERTIGINOSA DELL’INFLAZIONE

Stavolta la “sindrome di Weimar” ha dei fondamenti concreti, poiché le conseguenze della guerra in Ucraina hanno fatto crescere il tasso di inflazione in Germania, come dimostrato dagli ultimi dati resi noti dall’ufficio federale di statistica. I prezzi al consumo sono aumentati del 7,3% rispetto allo stesso mese dello scorso anno, un aumento ancora più significativo di quello registrato a febbraio, mese in cui il tasso di inflazione si era fermato al 5,1 per cento. L’aumento del prezzo del gasolio per riscaldamento è stato sensibile, questo dopo che il suo prezzo aveva già raggiunto picchi storici già prima dell’esplosione del conflitto in Ucraina, per poi subire un ulteriore incremento alla fine febbraio.

Anche l’inflazione dei generi alimentari si fa sentire facendo registrare un aumento intorno al 7,5%. Gli oli vegetali prodotti in Ucraina, ad esempio, hanno subito un aumento del 19,7%. Alcuni supermercati riferiscono già di aver finito le scorte d’olio di mais, mentre alcuni negozi sono stati costretti a contingentarne l’acquisto a una o due bottiglie per famiglia. Anche i ristoranti risentono della stangata dei prezzi dell’olio da friggere per la produzione di patatine fritte. Le verdure invece hanno registrato un aumento del 14,2% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso, mentre il pane e i prodotti a base di cereali sono aumentati del 7,1%, dopo aver raggiunto il 5,9% di aumento a febbraio. Se la guerra bloccherà anche la semina in Ucraina, le associazioni dei consumatori mettono già in guardia da un aumento del prezzo del pane che potrebbe costare fino a sette volte di più.

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