Quanto fumano i ragazzi sardi? Quanto il consumo di tabacco o l’uso della sigaretta elettronica si stanno radicando tra le loro abitudini di vita? Sotto quali nuove forme sta prendendo piede tra i più giovani il fenomeno del tabagismo?
Si tratta di quesiti importanti ai quali ha cercato di fornire una risposta l’Eurispes, conducendo una indagine sulla diffusione del tabagismo nelle scuole della Sardegna tra gli studenti che frequentano le classi delle medie superiori, i cui risultati sono disponibili in versione integrale al seguente link (previa iscrizione al sito web) https://eurispes.eu/ricerca-rapporto/indagine-sul-tabagismo-nelle-scuole-della-sardegna-2022/
GLI ADOLESCENTI E IL FUMO
Il campione di giovani che si sono sottoposti a questa indagine era di 1.259 adolescenti di età dai 13 ai 18 anni, ragazzi che frequentano i corsi di studio presso 34 diversi istituti scolastici dell’isola che hanno aderito all’iniziativa. Questi ultimi sono risultati rappresentativi del territorio in quanto distribuiti sull’intera Sardegna: cinque scuole medie secondarie di secondo grado nella Città metropolitana di Sassari, cinque nella parte nordorientale dell’isola, quattro a Nuoro, tre nell’Ogliastra, cinque a Oristano, sette nella Città metropolitana di Cagliari due nel Medio Campidano e tre nel Sulcis-Iglesiente.
UNO SGUARDO ATTENTO SUI GIOVANI
I dati dell’indagine – realizzata grazie al sostegno fornito dell’Assessorato regionale alla Programmazione e a, Bilancio e alla collaborazione con l’Assessorato regionale alla Pubblica Istruzione – offrono una serie di informazioni utili a definire il profilo della generazione dei teenager sardi. «L’indagine sul tabagismo – ha dichiarato Gerolamo Balata, direttore della sede regionale Eurispes Sardegna – rientra in un percorso già intrapreso e al momento in corso attraverso il quale, in un periodo molto critico per tutti, si è voluto rivolgere uno sguardo più attento al mondo delle giovani generazioni e, in particolare, alle scuole. In quest’ottica globale vanno letti i progetti di ricerca sul cyberbullismo e sul tabagismo e quelli attualmente in corso sulla dispersione scolastica e il rapporto tra i giovani e la rete».
ATTITUDINE PRECOCE AL VIZIO
I risultati vanno posti in relazione ai risultati derivanti da altre precedenti rilevazioni. Nel 2019, ad esempio, l’Istituto Superiore di Sanità ha stimato in 11,6 milioni il numero degli italiani che hanno rapporti con il consumo di tabacco. È una quota significativa, in quanto pari al 22% della popolazione. All’interno di questo dato si rileva che è cresciuto il numero delle fumatrici e che non può non far riflettere l’11,1% costituito da giovani tra i 14 e i 17 anni. Giovani nei quali l’attitudine al fumo e l’abitudine al consumo possono precocemente consolidarsi. Risulta inoltre che la maggior parte dei ragazzi del campione d’indagine, cioè il 49,4%, ha iniziato a fumare prima di avere raggiunto 18 anni, mentre il 48,7% tra i 15 e i 18 anni. A divenire precocemente abituali consumatori sono prevalentemente i maschi (62,1%), mentre per le femmine il ricorso alla sigaretta è risultato invece più saltuario (29,9%). Su gusti e abitudini dei giovani fumatori sardi si sa che essi non fumano soltanto sigarette tradizionali, bensì anche tabacco trinciato (55%) e sigarette elettroniche (23,5%).
COME I RAGAZZI SI PAGANO LE SIGARETTE
Consumano tabacco e, ovviamente, anche denaro. Non poco, se si tiene conto che, trattandosi prevalentemente di ragazzi che non hanno ancora raggiunto la maggiore età, devono sostenere una spesa settimanale che può variare dai 5 ai 10 euro nel 31,1% dei casi, dagli 11 ai 20 euro nel 17,4% e più di 30 euro nel 6,2 per cento. Essi si servono di risparmi personali (33,6%) o dei guadagni da lavori occasionali o stagionali (28,1%). Uno studente su quattro chiede aiuto alla famiglia per acquistare un pacchetto di sigarette, mentre c’è anche chi, ma in percentuale minore, si fa prestare i soldi necessari dagli amici (1,9%). Le famiglie sono spesso al corrente delle abitudini dei figli (51,7%), essendo proprio loro a coprirne, almeno per un quarto dei casi, le spese dal tabaccaio. Potrebbe essere opportuno, quindi, chiedersi quale sia il rapporto degli adulti, cioè dei genitori, con il fumo. Si scopre che, secondo quanto ha dichiarato la maggior parte degli studenti intervistati (56,5%) nessuno dei loro genitori fuma, seppure rappresenti una percentuale non trascurabile (29,4%) quella dei ragazzi che riconoscono che a fumare in casa e con una certa regolarità è almeno uno dei due genitori.
PERCHÉ FUMANO?
L’indagine ha voluto anche indurre gli intervistati a indicare le ragioni che li hanno spinti a fumare la prima sigaretta. La motivazione principale risulta essere la curiosità (40,3%) e, solo in misura minore, il fatto di appartenere a gruppi amicali in cui qualcuno fuma (16,4%). È vero però che la curiosità può essere stata favorita proprio dai contesti in cui i ragazzi trascorrono il loro tempo. Il 21,7% dichiara, inoltre, di avere tentato di smettere almeno una volta nella sua giovane vita. Segno della consapevolezza che quella che hanno contratto, o stanno formando, può diventare nel tempo una dipendenza sempre più problematica. Chi ha provato a smettere (e in questo caso si registra una prevalenza delle ragazze, paria al 44,1%) ammette di averlo fatto senza esservi riuscito. Quasi tutti gli intervistati hanno messo in luce la volontà di liberarsi dalla dipendenza, tranne il 9,9% che non è assolutamente interessato a farlo. Un’ulteriore distinzione che emerge all’interno del campione esaminato attesta che tra ragazzi e ragazze non ci sono particolari differenze per quanto riguarda la volontà o il desiderio di smettere di fumare nel lungo termine. Tra le ragazze emerge, invece, una maggiore propensione a scelte da mettere in pratica nel breve termine (32,9%).
SCARSA CONSAPEVOLEZZA SUI RISCHI PER LA SALUTE
Il fumo che diventa abitudinario comporta rischi per la salute che non tutti gli intervistati dimostrano di conoscere. Sanno, in generale, che è pericoloso, anche quando si tratta del cosiddetto fumo passivo subìto da chi non è fumatore (45%), ma non è così per tutti. Hanno cognizione dei divieti e delle sanzioni che normano l’uso della sigaretta il 67% degli intervistati. Sono anche consapevoli che a scuola non si può fumare, ma il 71,7% ritiene giusto che lo si faccia negli spazi esterni come giardini, piazzole o cortili. Eppure, c’è chi fuma anche nei locali della scuola (58,2%). Un ragazzo su cinque dichiara di farlo in modo abituale, e uno su due dichiara di avere ricevuto almeno un reclamo dal personale scolastico per avere infranto il divieto. Generalmente, i giovani affermano di essere a conoscenza dell’impegno profuso dalla scuola per informarli sui rischi del tabagismo, tuttavia, non tutti sono d’accordo, poiché un ragazzo su dieci dichiara di non avere ricevuto informazioni in merito, mentre il 32,8% sostiene che la scuola non avrebbe mai provveduto a informarli su rischi e conseguenze del fumo.