ENERGIA, Consiglio europeo. Affrontato il problema dell’aumento dei prezzi del gas e dell’elettricità

Decisioni controverse dovrebbero venire assunte entro il mese di maggio, esse riguarderanno il mercato delle materie prime energetiche. Al centro delle discussioni di oggi principalmente due temi: il disaccoppiamento del prezzo dell’elettricità da quello del gas e quello del sistema del “prezzo marginale”

Nella lunga riunione dei capi di Stato e di Governo è stato affrontato il problema dell’aumento dei prezzi del gas e dell’elettricità che affligge l’Europa dallo scorso autunno e che è stato aggravato dal conflitto in Ucraina. Al centro principalmente due temi: il disaccoppiamento del prezzo dell’elettricità da quello del gas e quello del sistema del “prezzo marginale”, che alcuni Paesi con a capo la Spagna avevano chiesto di modificare. Nel prossimo futuro la Commissione Europea e i ministri dell’Energia dei Paesi membri avvieranno una serie di consultazioni con tutti i soggetti interessati, a cominciare dalle imprese del settore dell’Oil & Gas, valutando uno spettro di opzioni possibili alla soluzione, almeno parziale, del problema, come l’erogazione di sostegni ai consumatori sotto forma di bonus, acquisti comuni di gas per il tramite di un unico acquirente per conto dell’Unione Europea, aiuti di Stato e tetto posto ai prezzi, oltre a misure regolamentari.

IL «TETTO» AL PREZZO DEL GAS

Si tratta però di decisioni controverse che dovrebbero venire assunte alla fine del mese di maggio. Per il momento, riguardo al tetto posto al prezzo del gas venduto all’ingrosso, va rilevata la posizione di sostegno alla misura da parte del Presidente del Consiglio dei ministri italiano. In occasione del vertice, Mario Draghi ha dichiarato che «Il gas liquido si può comprare ovunque, quindi uno non è agganciato alla produzione russa, mentre il gas viene con i tubi. L’idea di mettere un tetto ai prezzi, segue lo stesso ragionamento dall’altra parte. Si può mettere perché il fornitore ha solo un cliente, quello che sta dall’altra parte del tubo, cioè l’Europa, che per inciso è il più grosso acquirente di gas naturale del mondo quindi ha un forte potere di mercato. Per questo la presidente Ursula von der Leyen ha proposto la possibilità di acquisti congiunti che vengono coordinati dalla commissione europea».

AFFRANCARSI DALLA DIPENDENZA ENERGETICA DA PUTIN

Un tetto del genere porrebbe Mosca di fronte all’alternativa di incassare meno dalle sue esportazioni della materia prima energetica oppure, al contrario, di non incassare nulla. Ma la proposta di Draghi ha incontrato la resistenza di alcuni Paesi membri dell’Unione, a cominciare dalla Germania, che teme una interruzione dei flussi di gas da parte di Putin, con un conseguente aggravamento della crisi economica in Europa e il precipitare nella recessione. Questo seppure il cancelliere tedesco abbia confermato l’irreversibilità della scelta della Repubblica Federale di affrancarsi dalla dipendenza dagli idrocarburi di Mosca. Al riguardo, il piano di Berlino prevede un dimezzamento delle importazioni di petrolio russo entro la prossima estate, azzerandole poi entro la fine dell’anno. Lo stesso varrebbe per il carbone, mentre per il gas i tempi si allungherebbero alla metà del 2024.

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