MEDIO ORIENTE, Libano. Aoun a Roma incontrerà il Pontefice

La visita dell’ex generale divenuto presidente del Paese dei cedri ha luogo a poche settimane dalle elezioni legislative, che si terranno in un clima di accentuata polarizzazione e duro confronto politico. Ventilata l’ipotesi di un prolungamento del possibile viaggio di Papa Francesco da Beirut a Gerusalemme, dove grazie alla mediazione dello Stato ebraico potrebbe incontrare il Patriarca ortodosso di Mosca Kirill. Intanto la Santa Sede precisa la posizione dell’arcivescovo Gallagher riguardo a Hezbollah

Il 21 marzo il presidente libanese Michel Aoun verrà ricevuto in udienza da Papa Francesco, la notizia è stata resa nota da Farid Elias Khazen, ambasciatore del Paese dei cedri presso la Santa Sede, attraverso un lancio dell’agenzia di stampa National News Agency.

BERGOGLIO: UN VIAGGIO DA BEIRUT A GERUSALEMME?

Egli ha ricordato che la visita in Vaticano avrà luogo a seguito del viaggio in Libano dell’arcivescovo Paul Richard Gallagher. Nel frattempo si sta riflettendo anche a un viaggio del Pontefice in Libano e, sull’argomento, Bergoglio ha già fatto sapere di desiderare di visitare il Paese dei Cedri, tuttavia il suo viaggio è vincolato alla stabilità di quest’ultimo. Un’ulteriore possibilità, ventilata in ambienti diplomatici, è quella di un possibile prolungamento del viaggio di Papa Francesco fino a Gerusalemme, dove potrebbe avere luogo un secondo incontro con il Patriarca di Mosca Kirill. Se così dovesse essere – si sottolinea oltre le Mura leonine -, Israele svolgerebbe un ruolo di mediatore non soltanto con riferimento allo scenario ucraino, ma anche nel quadro delle non sempre facili relazioni tra cristiani cattolici e ortodossi, oltreché a quelle interne all’ortodossia.

AOUN IN VATICANO ALLA VIGILIA DELLE ELEZIONI IN LIBANO

Il presidente Aoun era stato ricevuto in Vaticano da Papa Francesco già nel marzo 2017, pochi mesi dopo l’inizio del suo mandato presidenziale, che terminerà il prossimo 31 ottobre, ma questa visita assume una particolare importanza poiché il prossimo 15 maggio nel Paese arabo si saranno le elezioni legislative. Esse vedranno la partecipazione di oltre mille candidati in un clima infuocato caratterizzato dal duro confronto e dalla polarizzazione delle varie forze politiche. È noto come il sistema costituzionale libanese preveda l’assegnazione della carica di presidente della repubblica a un cristiano maronita, quella del presidente del parlamento a un musulmano sciita e quella di primo ministro a un musulmano sunnita.

GALLAGHER ED HEZBOLLAH

In precedenza, fonti diplomatiche occidentali avevano asserito che l’arcivescovo Gallagher aveva raccomandato durante la sua visita in Libano la cancellazione di Hezbollah dalla lista dalle organizzazioni terroristiche degli Stati Uniti d’America e di quella europea, ma, in realtà, oltre Tevere è stato in seguito precisato che il prelato «aveva semplicemente affermato che la Santa Sede era pronta a svolgere un ruolo di facilitatore del dialogo tra i partiti libanesi, qualora ne fosse stata fatta richiesta mediante un comunicato ufficiale da tutte le formazioni politiche interessate».

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