Al fin si giunse… il Governo italiano presieduto da Mario Draghi ha annullato la vendita a un gruppo di investitori della Repubblica Popolare cinese dell’impresa pordenonese produttrice di velivoli, in particolare di UAV e UCAV (velivoli a pilotaggio remoto non armati o armati) Alpi Aviation.
DECISO IL GOLDEN POWER
La notizia, confermata da palazzo Chigi, mette la parola «fine» a una vicenda iniziata alcuni anni or sono, nel 2018, con il perfezionamento della trattativa che avrebbe dovuto portare all’ingresso nella proprietà della società con stabilimento sull’area demaniale della Comina, presso Pordenone, dei soci cinesi grazie a un apporto del 75% del capitale. Tuttavia, la cessione era stata congelata in attesa delle necessarie verifiche, poi nello scorso mese di settembre, dopo un lancio di agenzia dell’ANSA, la Guardia di Finanza aveva quindi reso noto il fatto che erano in corso delle indagini da parte della locale Procura della Repubblica.
PRODUZIONI NEL SETTORE DELLA DIFESA
Dunque, a distanza di alcuni mesi il Governo italiano ha definitivamente bloccato la controversa operazione, probabilmente – si sussurra – anche in considerazione degli sviluppi della situazione sul piano internazionale seguiti all’invasione militare russa dell’Ucraina e della posizione assunta da Pechino al riguardo. Le società cinesi che interessate all’acquisizione sono (meglio: erano) China Corporate United Investment Holding (CCUI) e CRRC Capital Holding, controllate dal comitato di gestione della Wuxi Liyuan Economic Development Zone e da SASAC.
STRIX-DF
La Alpi Aviation produce lo Strix-DF, un velivolo armato a pilotaggio remoto (UCAV) in grado di supportare manovre tattiche e operazioni di forze speciali, un apparecchio per la sorveglianza aerea del campo di battaglia e fornisce dati all’intelligence anche negli ambienti urbani e in tutte le condizioni di luce