Gli effetti dell’aggressione militare russa all’Ucraina e le sanzioni economiche decise dall’Unione Europea e dalla Comunità internazionale che ne sono conseguite, hanno costituito i temi al centro della discussione che ha avuto luogo lunedì 7 marzo 2022 nel corso della consueta trasmissione di economia “Capire per conoscere”, andata in onda sulle frequenze di Radio Radicale, che ha visto interloquire il professor Mario Baldassarri (già viceministro della Repubblica e attualmente presidente del Centro studi economia reale) e il direttore dell’emittente organo della Lista Marco Pannella.
SANZIONI: ARMA A DOPPIO TAGLIO
Secondo Baldassarri la posizione di Mario Draghi e di Ursula von der Layen «danno fiducia seppure siano ancora piuttosto generiche, poiché le sanzioni vanno rafforzate progressivamente, ma nella convinzione che esse colpiscono la Russia ma anche l’Europa e l’Italia». Il tema vero è dunque quello del «cosa fare» e, ad avviso dell’economista ospite della trasmissione, se ne possono fare due in Europa e due in Italia: «In Europa è fornire una risposta strutturale in politica economica ed energetica, rinviando di almeno due anni il rientro del Patto di stabilità e crescita, quindi raddoppiare il Next Generation EU, raddoppiando il bilancio europeo che sostenga quei settori imprenditoriali particolarmente colpiti dall’effetto boomerang delle sanzioni a Putin, inoltre varare un piano energetico comune che riduca della metà la dipendenza europea dalla Russia».
FARE AFFARI CON PUTIN
«La dipendenza energetica dalla Russia è il frutto di un calcolo miope fatto negli ultimi anni sulla base di interessi economici sul breve e medio termine», ha sottolineato Baldassarri in replica alle considerazioni di Falconio, «si tratta di uno dei peccati originali commessi dall’intero Occidente – ha poi egli aggiunto -, che ha fornito alla Cina la possibilità di cambiare la mappa economica del mondo, conferendogli così un enorme potere economico, mentre noi europei abbiamo consentito a Putin di cambiare la mappa geopolitica del Vecchio continente. Negli ultimi quindici anni, attratti dall’opportunità di fare affari ci siamo legati mani e piedi dal punto di vista geopolitico e geoeconomico, a tutto nocumento di una visione strategica sul lungo periodo. Una grande e grave perdita di potere a livello internazionale».
NECESSARIO UN SERIO PIANO ENERGETICO EUROPEO
«Ora è necessario e urgente un piano energetico europeo che affronti in termini strutturali il problema della dipendenza, certamente accelerando le fonti alternative, tenendo però ben presente che non sarà possibile pensare di tornare ad accendere le centrali a carbone e basta, poiché risulta chiaro che vanno fatte scelte sul medio-lungo periodico in ordine alla vera alternativa, che attualmente risulta essere quella della fissione nucleare, con in prospettiva la realizzazione della fusione nucleare».
Un piano i cui costi andrebbe finanziato da apposite allocazioni di risorse del citato e auspicato nuovo bilancio europeo.
PREVISIONI DI CRESCITA AL RIBASSO
«Se – ha dunque concluso Baldassari – prima del conflitto ucraino si prevedeva una crescita del prodotto interno lordo pari al 4%, adesso rischiamo di precipitare a un tasso di crescita appena qualche decimale sopra lo zero».
In attesa di provvedimenti strutturali del genere, nell’immediato il finanziamento delle misure “tampone” necessarie al sollievo di famiglie e imprese in difficoltà per il caro bollette andrebbe coperto mediante il ricorso a un’ulteriore scostamento di bilancio, reso possibile da un rinvio in sede europea del Patto di stabilità e crescita.
Sul sito web insidertrend.it è possibile ascoltare la registrazione audio integrale della trasmissione (A417)