UCRAINA, conflitto. La no fly zone contribuirebbe all’escalation rendendo inutile il negoziato

Gli spericolati commenti da parte di parlamentari ed ex generali statunitensi che affermano la necessità di assecondare la richiesta di Zelensky di imporre una no-fly zone sull’Ucraina, sembrano non tenere conto di ciò che una decisione di questo tipo comporterebbe per l’Europa.
La no-fly zone significa che gli aerei da guerra della NATO possono intercettare ed abbattere gli aerei da guerra russi che sorvolano il cielo ucraino. In sostanza, una guerra aperta della NATO con la Russia. La domanda è: quanto sono disposte le opinioni pubbliche europee ad assecondare questa escalation?
ZELENSKY CERCA DI COINVOLGERE LA NATO
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky sta comprensibilmente cercando di coinvolgere la NATO nella guerra. Sta facendo ciò che qualsiasi leader dovrebbe fare nella sua posizione e probabilmente passerà alla storia per il coraggio mostrato di fronte ad un nemico decisamente più forte.
Molti analisti, soprattutto negli USA, ritengono che l’amministrazione Biden abbia commesso un errore nel prevenire lo scoppio della guerra assecondando l’Ucraina nella sua richiesta di entrare un giorno nella NATO, senza valutare le conseguenze che questa promessa avrebbe comportato.
GLI ERRORI COMMESSI PRIMA DELL’INVASIONE
Per inettitudine o negligenza, abbiamo visto sfumare la possibilità di sventare questa guerra ampiamente prevista. La leadership statunitense ha scelto di non percorrere la via negoziale, illudendo l’Ucraina con il parlar duro alla Russia e, infine, minacciando sanzioni economiche nei suoi confronti.
Riconoscere questo fatto non significa giustificare l’azione militare di Putin. Né giustificare la Russia nel suo intento di perseguire l’egemonia regionale. Ci dice solo che la NATO era percepita dal Cremlino come una minaccia e ci invita a riflettere sul quantomeno imprudente atteggiamento strategico degli Stati Uniti.
LA NATO NON E’ UNO STRUMENTO POLITICO
L’assenza di una reale leadership della UE, ha consentito che le normali dinamiche politiche e diplomatiche venissero assorbite dalla NATO, un’alleanza militare difensiva che ha sede a Bruxelles, ma rimane a trazione statunitense. Tutto ciò concorre a rendere pericolosa la china assunta dalla guerra.
Quello a cui stiamo assistendo è un conflitto tra nazioni europee. Nell’impossibilità di fermare l’invasione russa con la forza delle armi, torna essenziale e necessaria un’Europa che trovi la forza di essere onesta con gli ucraini, rivelandosi pronta ad essere di supporto a chiunque possa mediare una pace negoziata.
I COSTI DELLA GUERRA PER L’EUROPA
Le conseguenze già prodotte dalla guerra ricadono tutte sull’Europa: un costo delle forniture del gas fuori controllo, un rilevante flusso di profughi che diventerà sempre più ingente, i debiti russi ripagati in rubli. Circostanze che si riveleranno funeste per le economie continentali già provate dalla pandemia.
Nelle relazioni internazionali il realismo spesso può essere cinico e dobbiamo pur considerare che la guerra d’invasione russa ha già radicalmente modificato lo status ante di quella parte del continente. Gli equilibri sono stati modificati con la forza militare e possono essere ripristinati solo con la forza delle armi.
IL DOVERE DI RICERCARE UN VIA NEGOZIALE
Per uscire dall’ambiguità strategica nella quale nella quale l’Occidente si è cacciato, abbiamo allora il dovere di dire agli ucraini ciò che possono attendersi dall’Europa. Coesi nella scelta di rifornire di armi l’Ucraina aggredita, i Paesi della UE non possono spingersi molto più in là di quanto abbiano già fatto.
Per impedire che l’Ucraina venga ridotta in macerie, l’Europa deve parlare ad una sola voce, evitare discorsi bellicosi, riassumere la centralità di un ruolo politico e attrezzarsi a mediare realisticamente tra le posizioni ed opporsi con veemenza ad eventuali scelte belligeranti dell’amministrazione statunitense.

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