GERMANIA, punto della situazione. Il resoconto aggiornato tratto dalla newsletter della Konrad-Adenauer-Stiftung Italia diretta da Nino Galetti

Negli ultimi giorni, centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza in Germania per manifestare contro l'invasione russa dell’Ucraina. Conseguentemente, il governo della Repubblica Federale ha avviato una svolta storica nelle sue relazioni politiche con Mosca, fornendo armi da combattimento all’esercito di Kiev e rinunciando a opporsi all'esclusione della Russia dal sistema di pagamenti Swift. Cresce però il timore nei confronti della minaccia nucleare di Putin. Scholz ha parlato di un «periodo molto drammatico ancora tutto di là da venire, con uno spargimento di sangue destinato ad aumentare»

Intanto nella base dell’SPD crescono le richieste di espulsione di Schröder dal partito, che finora però si è mostrato inerte al riguardo. Anche la cultura fa la sua parte: dopo la Scala di Milano anche la filarmonica di Monaco licenzia il maestro d’orchestra Gergiev, cittadino russo che tuttavia non ha preso le distanze dalla brutale aggressione del Cremlino all’Ucraina.

STORICO MUTAMENTO NELLE RELAZIONI CON MOSCA

Pochi giorni dopo l’attacco russo all’Ucraina, Berlino ha avviato la sua storica svolta nelle relazioni politiche con Mosca, rimuovendo ogni ambiguità. L’occasione l’ha offerta la sessione straordinaria del Bundestag che ha avuto luogo domenica scorsa. Il discorso che il cancelliere Olaf Scholz ha pronunciato di fronte ai parlamentari ha avuto contenuti straordinari e assunto toni inauditi. Eccone i punti salienti:

«Dopo una lunga esitazione, che aveva attirato forti critiche degli alleati, la Germania ha deciso che d’ora in poi fornirà armi da combattimento all’Ucraina in lotta contro l’assedio russo. L’Ucraina riceverà mille armi anticarro e cinquecento missili di difesa antiaerea “Stinger” provenienti dalle scorte della Bundeswehr. Inoltre, all’Ucraina verranno consegnati il prima possibile fino a diecimila tonnellate di carburante e quattordici veicoli blindati. Dato che gli aeroporti sono chiusi, le armi anticarro e i missili Stinger verranno trasportati via terra dalla Germania attraverso la Polonia fino al confine».

Anche la Germania ha rinunciato all’opposizione finora mostrata in merito all’esclusione della Russia dal sistema di pagamenti Swift, da cui sono state estromesse diverse banche russe. «Questa sanzione – ha sottolineato il ministro degli esteri Annalena Baerbock – è stata progettata in modo tale da colpire il sistema Putin».

Altro punto di svolta nella politica di difesa annunciato dal cancelliere tedesco è la destinazione di ulteriori cento miliardi di euro per gli equipaggiamenti militari della Bundeswehr, stanziamento che verrà fissato nella Costituzione tedesca nelle forme di un fondo speciale riservato alle forze armate. In futuro, ogni anno oltre il 2% del prodotto interno lordo verrà investito nella Difesa, un obiettivo della NATO che la Repubblica Federale finora non aveva mai raggiunto, «lo facciamo per la nostra sicurezza», ha affermato Scholz.

Queste misure hanno riscosso ampio consenso in tutte le formazioni politiche. A nome della CDU e della CSU, il leader dell’opposizione Friedrich Merz ha promesso che il governo riceverà il sostegno dell’Unione. Nel frattempo, nei media tedeschi è divampato un intenso dibattito sull’errore di valutazione prolungato del regime di Putin e sulla negligenza mostrata nei riguardi della sicurezza nazionale. In Germania negli ultimi giorni centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza per manifestare contro l’invasione dell’Ucraina.

PREOCCUPAZIONI PER LA MINACCIA NUCLEARE DI PUTIN

A Berlino crescono i timori di un’escalation del conflitto, con lo stesso Scholz che ha parlato di un «periodo molto drammatico ancora tutto di là da venire», con uno «spargimento di sangue destinato ad aumentare». Il ministro della Difesa Christine Lambrecht (SPD) ha espresso la propria preoccupazione riguardo alla minaccia indiretta di Putin riguardo al nucleare: «Deve essere presa molto sul serio e, soprattutto, deve essere attentamente monitorata dalle nostre forze speciali di ricognizione”, ha ella affermato, aggiunto che «bisogna contestualizzare il fatto che il suo attacco non abbia avuto il successo che lui probabilmente immaginava». Il leader del Cremlino, oppresso dalla necessità di agire, ricorre a queste minacce, «ma – ha proseguito la Lambrecht -, abbiamo visto quanto Putin sia imprevedibile, ed è per questo che ora dobbiamo restare molto vigili. Questo tema dovremo affrontarlo anche in sede NATO».

Nel frattempo, a Berlino il Ministero della Difesa ha costituito una task force per accelerare l’approvvigionamento di armamenti. Anche in Germania crescono i dubbi legati alla salute mentale del presidente della Federazione Russa: il ministro Baerbock, intervenuta a New York all’assemblea generale dell’Onu, ha accusato il Putin di «deliri in spregio alla dignità umana», mentre il suo ministro degli Esteri Sergej Lavrov «racconta menzogne».

BUNDESWEHR E LEVA OBBLIGATORIA

In considerazione della nuova e grave minaccia sempre più politici tedeschi si mostrano favorevoli a un servizio di leva militare obbligatorio per i giovani, come ad esempio il Vicepresidente della CDU Carsten Linnemann, il quale ritiene che un anno di leva militare non dovrebbe limitarsi alla presa di servizio presso la Bundeswehr, ma dovrebbe coinvolgere anche il settore infermieristico e sociale, oltre all’Agenzia federale del soccorso tecnico, i vigili del fuoco e il mondo delle associazioni.

Ciò rafforzerebbe la «resilienza alle crisi» della società e conferirebbe competenze sociali indispensabili in tempi di crisi. Il vice capogruppo al Parlamento della CDU-CSU al Bundestag, Johann Wadephul, ha sostenuto l’idea proponendo incentivi. «Se questo servizio di leva viene reso vantaggioso dal punto di vista economico – ha egli dichiarato – e se si concorre alla creazione di benefici concreti come l’accumulo di crediti pensionistici o un accesso facilitato allo studio e alla formazione, avremo l’opportunità di reclutare molto più personale per la Bundeswehr». Un’idea che ha trovato sostenitori anche nella SPD.

RICHIESTE SANZIONI CONTRO SCHRÖEDER

Cresce la pressione sull’ex cancelliere socialdemocratico divenuto poi stretto collaboratore di Putin nei campi energetico e delle relazioni internazionali. I dipendenti del suo ufficio nella capitale tedesca hanno rassegnato le dimissioni prendendo le distanze dal loro capo. Nonostante la guerra in Ucraina, Schröder non ha ancora rinunciato ai suoi affari con Mosca, come invece hanno fatto altri importanti politici europei, egli rimane al timone delle sue attività di lobbysta del petrolio e del gas naturale russo. A quanto si apprende, i suoi dipendenti gli hanno raccomandato di prendere immediatamente nette distanze da Vladimir Putin, dimettendosi da tutte le posizioni in cui riveste ruoli di supervisione in società russe.

Pochi giorni fa, anche il nuovo co-presidente della SPD, Lars Klingbeil, aveva esortato l’ex cancelliere a porre fine alle sue relazioni professionali con Mosca, scrivendo che «con un guerrafondaio come Putin non si fanno affari». Essendo un ex cancelliere, le sue azioni non sono mai completamente relegate alla sfera privata, soprattutto in una situazione come quella attuale. Intanto nella base elettorale della SPD aumentano le richieste di espulsione di Schröder dal partito.

GERGIEV FUORI ANCHE DALLA FILARMONICA DI MONACO

A Monaco di Baviera, città gemellata con Kiev e che ospita numerosi cittadini ucraini, la drammatica situazione investe anche la vita culturale. Tra le conseguenze c’è stata anche quella del licenziamento del direttore d’orchestra dei Philharmoniker, il russo Valeri Gergiev, in stretti rapporti di amicizia del presidente Putin. Egli non ha voluto prendere le distanza dall’invasione russa dell’Ucraina. Martedì scorso, il sindaco di Monaco Dieter Reiter (SPD) ha affermato che «nonostante l’esortazione a prendere le distanze in modo chiaro e inequivocabile dalla brutale aggressione russa all’Ucraina e ora in particolar modo contro la nostra città gemellata di Kiev». Gergiev non avrebbe espresso alcuna esternazione al riguardo.

La decisione ha incontrato il favore dell’orchestra, che in precedenza aveva già espresso la sua volontà di non voler più suonare sotto la direzione di Gergiev. Monaco in linea dunque con Milano, con il Teatro alla Scala che aveva esortato anch’esso Gergiev a esprimere la sua condanna dell’invasione militare. Nel frattempo, Berlino ha sospeso il suo gemellaggio con Mosca.

IL CARDINALE MARX ESORTA IL PATRIARCA DI KIRIL ALL’INTERVENTO

Il cardinale Reinhard Marx, uno dei consiglieri più ascoltati dal Pontefice, ha esortato il Patriarca di Mosca Kiril a interporre i suoi buoni uffici presso il presidente Putin allo scopo di favorire la pace. «Imploro di cuore il patriarca di Mosca – è stato l’appello del prelato tedesco – affinché eserciti la sua influenza nei confronti del presidente al fine di porre termine alla guerra e si depongano le armi». Queste accorate parole sono state pronunziate in occasione della celebrazione di una funzione religiosa nella cattedrale greco-cattolica ucraina della Beata Vergine a Monaco. Marx ha sottolineato come i vescovi abbiano «il compito e il dovere di annunciare il Vangelo della pace». Tuttavia, la risposta ricevuta dal Patriarca di Mosca è stata in linea con la propaganda del Cremlino, Kiril ha infatti replicato che «quella che la Russia sta conducendo è una guerra contro il male».

CLERO TEDESCO E SCANDALI SESSUALI: DIMISSIONI DI WOELKI

L’arcivescovo di Colonia, cardinale Rainer Maria Woelki, religioso oggetto di forti polemiche a causa di alcuni errori commessi con riferimento alla vicenda relativa allo scandalo degli abusi sessuali, ha rassegnato nelle mani del Pontefice le proprie dimissioni. Lo scorso autunno, Sua Santità gli aveva ordinato una sospensione delle sue attività per un periodo della durata di cinque mesi. Durante questo periodo le ondate di indignazione tra i credenti non si sono però placate e, dunque, un suo ritorno al vertice della più grande arcidiocesi tedesca è parso sempre meno opportuno.

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