UCRAINA, conflitti. L’arsenale nucleare di Mosca e i vacillanti trattati internazionali

Quale è la consistenza dell’arsenale nucleare russo? E, inoltre, quale è lo scenario attuale? In Ucraina sono presenti bombe atomiche? Di seguito i dati aggiornati sulle armi di cui dispone il Cremlino e sui programmi di modernizzazione di esse

Vladimir Putin procede dunque sulla sua pericolosa strada e questa mattina ha ordinato alle forze di deterrenza nucleare russa di porsi «in stato di allerta e pronte a combattere». Dal canto suo, il presidente bielorusso Alexander Lukashenko, stretto alleato del Cremlino, ha immediatamente fatto sapere di essere in linea con Mosca, quindi disposto a impiegare le armi nucleari, «che – ha sottolineato – faranno passare ai polacchi e ai lituani la voglia di fare la guerra». Egli, nel corso di una telefonata avuta con il presidente francese Emmanuel Macron, ha poi detto di «essere pronto a schierare le atomiche russe a Minsk qualora gli Stati Uniti o la Francia installassero le loro in Polonia o Lituania». La crisi ucraina sta evocando lo spettro del confronto nucleare.

SCENARI E TRATTATI

Ma quale è la consistenza dell’arsenale nucleare russo? E, inoltre, quale è lo scenario attuale? Per quanto riguarda l’esposizione europea a dinamiche del genere, va intanto rilevato che alcuine cose sono cambiate a seguito del ritiro unilaterale americano dal Trattato INF (Intermediate Range Nuclear Force), deciso da Donald Trump nel 2019, che concerneva quei vettori missilistici dalla gittata compresa tra i 500 e 5.500 chilometri, trattato che era stato siglato nel 1987 da Reagan e Gorbaciov. Va per altro rilevato che la cancellazione dell’INF da parte di Washington è in parte alla base della sfiducia e dei timori nutriti oggi a Mosca nei confronti della NATO.

LA DIFFICILE NON PROLIFERAZIONE

Per quanto riguarda invece il Trattato di non proliferazione nucleare, i paesi che vi aderiscono sono Usa, Russia, Cina Popolare, Francia e Regno Unito, mentre altri che dell’arma atomica dispongono (India, Pakistan, Israele e Corea del Nord) invece non lo riconoscono.

Si tratta di complessi trattati internazionali che oggi vacillano sotto i colpi degli accesi contrasti tra le potenze, emblematizzati dalle dichiarazioni rese dal numero due Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev, che ha minacciato il totale smantellamento del mutuo sistema di controlli e delle reciproche rassicurazioni nel caso di imposizione di sanzioni alla Russia da parte dell’Occidente: «Mosca è pronta a uscire dagli ultimi trattati rimasti in piedi con gli Usa», ha egli dichiarato, mettendo in discussione in primo luogo il New Start, che lui stesso stipulò con Barack Obama nel 2010 quando era presidente della Federazione Russa.

ARMI NUCLEARI E UCRAINA

In Ucraina non sono fortunatamente presenti armamenti nucleari, poiché la consistente porzione dell’arsenale che Kiev aveva ereditato dalla dissolta Unione Sovietica, circa duemila testate, venne riportata in Russia sulla base del Memorandum di Budapest del 1994, che a fronte della fornitura di garanzie sulla sicurezza fornitagli da Mosca, Washington e Londra, ne permise agli ucraini la rinunciare.

Tuttavia, nei giorni scorsi è stata registrata la presenza di alcuni lanciatori mobili di artiglieria russi nei pressi del confine con l’Ucraina, sistemi connaturati per la loro capacità duale e che quindi si possono utilizzare sia per il lancio di armi convenzionali che di quelle nucleari, questo seppure al quel momento non si fosse stati in grado di ricavare alcuna indicazione riguardo al dispiegamento in loco da parte russa di armi nucleari o unità di custodia di supporto e logistiche correlate a tali sistemi nucleari.

L’ARSENALE DI MOSCA

Secondo il “Nuclear Notebook” – studio redatto da Hans M. Kristensen, direttore del Nuclear Information Project con la Federation of American Scientists, e da Matt Korda, ricercatore senior associato al progetto -, l’arsenale nucleare russo, consiste in complessive 4.477 testate, delle quali 1.588 classificate come “strategiche” (installate su missili balistici o immagazzinate nelle basi dove sono schierati i bombardieri pesanti) e 977 definite “strategiche aggiuntive”, oltre ad altre 1.912 classificate come “non strategiche”, mantenute in riserva. A detta degli analisti americani, Mosca sta perseguendo l’obiettivo della completa modernizzazione del proprio arsenale nucleare attraverso la sostituzione della maggior parte delle armi risalenti all’era sovietica. Nel dicembre del 2021 il ministro della difesa Sergei Shoigu ha dichiarato che armi e attrezzature moderne costituivano in quel momento l’89,1% della triade nucleare russa.

CLIMA DI INCERTEZZA

I programmi di modernizzazione nucleare della Federazione Russa, associati all’incremento delle specifiche esercitazioni militari, sia nel numero che nelle dimensioni, oltreché alle occasionali esplicite minacce proferite nei confronti di altri paesi, contribuiscono a ingenerare un clima di profonda incertezza riguardo alle reali intenzioni di Mosca nel lungo termine, influenzando conseguentemente l’acceso dibattito attualmente in corso a livello internazionale che verte sulla natura della sua strategia. Si tratta di preoccupazioni che, a loro volta, stimolano politiche incrementali di spesa, che portano a maggiori allocazioni di risorse alla Difesa, con particolare riguardo ai programmi di modernizzazione dei sistemi d’arma nucleari. Ma non solo, poiché inducono i decisori politici a opporsi a ulteriori riduzioni dei dispositivi nucleari schierati negli Usa e nell’Europa occidentale.

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