Ad avviso di Paola Ortensi, che, dopo avere assistito alla prima al Cinema Adriano di Roma, lo ha presentato attraverso un suo articolo di stampa pubblicato dal periodico “ND NoiDonne” (https://www.noidonne.org/articoli/una-femmina-il-film-di-francesco-costabile.php), si tratta di un film che «affronta coraggiosamente, in modo realistico e coinvolgente, il tema difficile, spinoso e drammatico della presenza della ‘ndrangheta in Calabria» unitamente al tema relativo al «posto delle donne in tutto questo, partendo da quelle che si ribellano e sfidano un destino pietrificato, deciso per loro da sempre».
UN FILM DI VALORE
«Un film di valore – prosegue la Ortensi -, forte e magnificamente recitato. Un film potente che entra in un mondo terribile, la cui rappresentazione chiama il bisogno di discuterne, di capire quanto si è visto e imparato». “Una femmina” è la storia di Rosa, una giovane che incarna tante storie sorelle, come appunto narra il libro al quale si ispira, donne che si ribellano alla violenza, alla mancanza di libertà, di autonomia, di autodeterminazione, a cui come schiave di un mondo rurale, arcaico e violento sono condannate. La protagonista decide di opporsi, di ribellarsi silenziosamente, quando comprende quale sofferenza e quale prezzo quel mondo e quella famiglia le abbia fatto pagare e cosa le abbia tolto.
FUGA DA UN MONDO TERRIBILE
Il progetto della fuga da quel mondo – evidenzia nel suo articolo la giornalista di ND – passa attraverso le medesime modalità mediante le quali ella è cresciuta e ha convissuto: mentire, fingere, ingannare, far male per vincere, per farcela. «Sono queste le armi per combattere, pur mescolate a sogni, i suoi, che s’intrecciano tra il desiderio e i progetti di vendetta per raggiungere la propria libertà. Una storia dolorosa e terribile dove il riscatto costa prezzi altissimi e nessuna certezza di riuscire ad arrivare al traguardo desiderato. Non a caso molte sono le donne che, ribellatesi alle cosche famigliari, sono poi state uccise».
CONFRONTO E CONFLITTO TRA DONNE
La storia di Rosa propone inoltre anche un altro tema forte, quello del confronto-conflitto tra le donne protagoniste delle drammatiche vicende raccontate nella storia. «Una tragedia greca dove Rosa rompe con il mondo arcaico di cui è figlia aprendo il conflitto con sua nonna, che quel mondo rappresenta, testimonia e condivide senza cedimenti ma anzi con orgoglio, nonostante l’orrore di cui è lei stessa orribile fattrice. Un terremoto che scuote vite di donne, nello scenario di una natura sovrana e inamovibile, che racchiude un paese in disfacimento e fa da forziere ad una cultura violenta, senza freni nella sua ansia di dominio e di espansione criminale».
ROTTURA DELL’OMERTÀ E RIFIUTO DELLA SUDDITANZA
«Donne come Rosa – conclude la Ortensi -, che nella rottura dell’omertà e nel rifiuto della sudditanza rappresentano voci che raccontano, denunciano e svelano collaborando con la giustizia minano, scardinano sempre e comunque la solidità di un progetto criminale, indipendentemente dal successo personale della loro ribellione. E Rosa le incarna e le onora portando la forza della loro testimonia nel film».
Attrice protagonista è Lina Siciliano, eccezionale interprete di Rosa, la giovane intorno alla quale si snodano le vicende rappresentate nel film.