TEMI ETICI, omicidio del consenziente. Referendum non ammessi dalla Consulta: secondo l’Associazione Luca Coscioni si tratta di un «attacco politico»

La dura risposta dei promotori della consultazione referendaria, che definiscono la sentenza della Corte costituzionale un «vero e proprio attacco da parte del presidente Giuliano Amato» ai comitati pro referendum su eutanasia legale e cannabis legale

«Un attacco politico ai quesiti firmati da quasi due milioni di persone, con argomentazioni inesatte e offensive di tutti coloro che ancora credono nel diritto costituzionale di proporre referendum popolari», questo il duro commento espresso da Marco Cappato dopo l’emissione della sentenza della Consulta che ha ritenuto non ammissibili i due referendum promossi dall’Associazione Luca Coscioni.

ARGOMENTAZIONE INESATTE E OFFENSIVE

Gli esponenti di essa hanno protestato convocando i giornalisti a una conferenza stampa nella quale hanno inteso dare risposta alle decisioni della Corte costituzionale. «La maggioranza dei giudici – hanno essi affermato – ha deciso che non potremo votare per rendere possibile l’eutanasia in Italia e per consentire la coltivazione di cannabis e la decisione è inappellabile, tuttavia il nostro impegno per conquistare nuovi  diritti e libertà continuerà in tutte le altre forme possibili, compresi i ricorsi giudiziari e le disobbedienze civili».

RICONOSCIMENTO DEI DIRITTI

«Rimaniamo al fianco di Mario – ha aggiunto Cappato -, il tetraplegico marchigiano che ora è libero di scegliere fino a quando vivere la propria condizione; oppure di Antonio o di Laura, di tutte le altre persone malate che vogliono ottenere questo diritto. Inoltre continueremo a lottare per rilanciare la legalizzazione della cannabis e ridurre i danni del proibizionismo».

L’Associazione Luca Coscioni sottolinea infine come da questo momento si renda ancora più importante offrire informazioni e aiuto a chi vede non riconosciuti i propri diritti. «Proseguiremo con le disobbedienze civili – si afferma in una nota -, rischiando la nostra libertà per conquistarne di nuove per tutto il Paese».

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