TEMI ETICI, omicidio del consenziente. No della Consulta al referendum: plaude la Conferenza episcopale italiana

Secondo la Corte Costituzionale il testo non preservava la tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana, in generale, e in particolare alle persone deboli e vulnerabili

Soddisfazione oltre Tevere e alla Conferenza episcopale italiana (Cei) per la sentenza emessa dalla Corte costituzionale della Repubblica italiana che ha respinto l’ammissibilità del quesito referendario mirante a depenalizzare l’omicidio del consenziente e – secondo la Chiesa cattolica italiana – a legalizzare di fatto l’eutanasia nell’ordinamento italiano. Secondo la Consulta il testo è inammissibile poiché puntava a non preservare «la tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana, in generale, e con particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili».

IL REITERATO «NO» DELLA CEI

Il testo integrale della sentenza, ha reso in seguito noto l’Ufficio stampa della Consulta, verrà depositato nei prossimi giorni. Immediato il commento giunto della Cei, che si è espressa mediante la diffusione di una propria nota nella quale si «è preso atto con favore» del pronunciamento.

«È un invito ben preciso – si afferma in essa – a non marginalizzare mai l’impegno della società, nel suo complesso, a offrire il sostegno necessario per superare o alleviare la situazione di sofferenza o disagio. Papa Francesco, durante l’udienza di mercoledì 9 febbraio, ha usato parole chiare: la vita è un diritto, non la morte, la quale va accolta, non somministrata. E questo principio etico riguarda tutti, non solo i cristiani o i credenti. Occorre rivolgere maggiormente l’attenzione verso coloro che, in condizioni di fragilità o vulnerabilità, chiedono di essere trattati con dignità e accompagnati con rispetto e amore».

Più volte e in diverse occasioni la Cei aveva ribadito il proprio netto rifiuto dell’ipotesi relativa alla depenalizzazione dell’omicidio del consenziente.

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