COMMERCIO, esportazioni. Made in Italy, Toscana: secondo i dati diffusi da Seles brillano alimentare e tessile, mentre è in affanno il comparto moda

L’export toscano già a settembre 2021 ha riagganciato i livelli pre-Covid: nei primi tre trimestri dello scorso anno i distretti toscani hanno fatturato con l’estero 15,4 miliardi, segnando un rimbalzo del 32% rispetto al 2020 e un progresso dello 0,7% anche rispetto al 2019

L’export toscano già a settembre 2021 ha riagganciato i livelli pre-Covid: nei primi tre trimestri dello scorso anno i distretti toscani hanno fatturato con l’estero 15,4 miliardi, segnando un rimbalzo del 32% rispetto al 2020 e un progresso dello 0,7% anche rispetto al 2019. A evidenziarlo è il monitor distretti della Toscana, elaborato dalla direzione studi e ricerche di Intesa Sanpaolo, i cui risultati sono stati ripresi e pubblicati da Seles Export nella sua newsletter (https://www.seles.biz/news/export-toscana-a-settembre-2021-e-tornato-sopra-i-livelli-pre-covid/?utm_source=mailpoet&utm_medium=email&utm_campaign=pillole-di-export-seles_1).

COMPARTI PRODUTTIVI MAGGIORMENTE RESILIENTI

I comparti più resilienti si rivelano l’agroalimentare, con un incremento del giro di affari internazionale del 17,2% in rapporto al periodo pre-pandemico, sostenuto in particolare dalle produzioni vinicole e florovivaistiche, i mezzi di trasporto (+38,6% sul 2019) con un balzo della nautica di Viareggio e dei camper prodotti nella Val d’Elsa. Bene anche la meccanica, che vede nel periodo d’esame un +5,8% sui primi nove mesi del 2019, le cartiere di Lucca (+4,8%) e le macchine per il tessile pratese (+13,4%).

PROSPETTIVE ANCORA POSITIVE MALGRADO TUTTO

Tuttavia, c’è chi è rimasto indietro, come il sistema moda, che ha registrato un crollo pari al 25,6% nell’anno di inizio pandemia, comparto risalito soltanto parzialmente nel settembre del 2021, quando all’appello sono risultati mancanti ancora 4,4 punti di fatturato con l’estero. Tra i mercati di sbocco in forte crescita ci sono la Cina (+37,4%), il Giappone (+15,1%) e la Corea del Sud (+64,1%). Le prospettive permangono positive, seppure condizionate dai recenti rincari energetici e dalle interruzioni delle forniture in ragione della pandemia.

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