AMBIENTE, tutela ecosistema. Piemonte: presentato RisOrta, progetto ambientale pilota di biomonitoraggio con molluschi dotati di microchip

Un approccio sostenibile, biologico e digitale sperimentale che consente di monitorare l’inquinamento delle acque del lago d’Orta e fare un risanamento localizzato dei sedimenti

Promosso da Ecomuseo del Lago d’Orta e Mottarone e gestito da IRSA CNR di Verbania Pallanza, il progetto RisOrta è stato reso possibile grazie al contributo di FAI e Intesa Sanpaolo nell’ambito del progetto “I Luoghi del Cuore”. Tra i partner il Comune di Orta San Giulio cofinanziatore del progetto e con la partecipazione di Fantini Rubinetti e Fondazione Comunità Novarese onlus per l’erogazione di una borsa di ricerca.

COZZA DEL LAGO D’ORTA

La cozza del Lago d’Orta, il cui nome tecnico è unio elongatulus, diviene «sentinella» dell’ambiente. Si chiama RisOrta il progetto ambientale di biomonitoraggio attivo e risanamento dei sedimenti delle aree costiere del lago d’Orta, una delle attività previste dal progetto Ecolago, che prevede il posizionamento di questi molluschi in alcune aree litorali. È stato presentato nei suoi dettagli l’8 febbraio scorso da Ecomuseo del Lago d’Orta e Mottarone e IRSA CNR di Verbania Pallanza con il Fondo per l’Ambiente Italiano (FAI) quale primo finanziatore, il Comune di Orta San Giulio, e Fondazione Comunità Novarese onlus che ha scelto di sostenere, insieme a Fantini Rubinetti, una borsa di ricerca per sviluppare ulteriormente l’approccio biologico e digitale sperimentale del progetto.

LOTTA ALL’INQUINAMENTO NEL BACINO LACUSTRE

Il Lago d’Orta, a lungo inquinato dagli scarichi industriali e ripristinato ecologicamente alla fine degli anni Ottanta grazie all’operazione di liming, un’imponente bonifica con carbonati di calcio che ha riequilibrato l’acidificazione delle acque, presenta sedimenti inquinati da esposte nella zona litorale al rischio potenziale di rilascio di inquinanti dai sedimenti, a causa di una serie di agenti esterni (moto ondoso, ruscellamento e accesso dei bagnanti). RisOrta prevede l’uso delle cozze d’acqua dolce come biosentinelle di allarme, grazie alle loro riconosciute qualità filtranti e di sensibilità agli agenti esterni, per creare una rete di monitoraggio e per effettuare un risanamento localizzato delle zone costiere.

UN APPROCCIO BIOLOGICO PER SOLUZIONI SOSTENIBILI

L’approccio biologico di questo studio pilota intende fornire una soluzione sostenibile anche dal punto economico, qualcosa di altamente tecnologico, poiché i molluschi verranno provvisti di sensori che consentiranno una misurazione in tempo reale delle loro risposte alle condizioni ambientali. I dati sul comportamento delle cozze verranno quindi inviati digitalmente al Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) per monitorare in continuo le condizioni dell’ambiente e rilevare immediatamente eventuali anomalie o immissioni di sostanze inquinanti.

Il progetto, nato da un suggerimento della dottoressa Nicoletta Riccardi di IRSA CNR, è stato presentato nel 2019 sul bando “I Luoghi del cuore” in virtù del risultato ottenuto al IX censimento nel 2018, in seguito Il contributo di 20.000 euro assegnato da FAI e Intesa Sanpaolo ha reso possibile l’intervento RisOrta, che vede in qualità di cofinanziatore il Comune diOrta San Giulio.

LE BIOSENTINELLE: I BIVALVI D’ACQUA DOLCE

I bivalvi sono una classe di molluschi filtratori che vivono infossati nei sedimenti dei fondali. Le specie di acqua dolce hanno un grande impatto sulla qualità degli ecosistemi lacustri e fluviali. Come filtratori di grandi volumi d’acqua svolgono la funzione di depuratori naturali, rimuovendo anche sostanze tossiche grazie alla capacità di accumularle e depositarle nei loro organi in forma non tossica. Oltre a questo, migliorano le condizioni dei sedimenti e rendono l’habitat più idoneo anche per altre specie aumentando la biodiversità dell’ecosistema. Grazie a queste capacità, sono molto usati come “specie indicatrici della qualità dell’ecosistema” e per determinare le soglie di tossicità alla base della legislazione sugli scarichi inquinanti.

Il ripopolamento spontaneo nel Lago d’Orta della specie nativa unio elongatulus, scomparsa all’inizio del secolo scorso a causa del grave inquinamento, ha suscitato l’interesse degli esperti in quanto risultano estremamente rari i casi di ripopolamento spontaneo dopo alterazioni così devastanti dell’ecosistema.

FASI DEL PROGETTO

Il progetto prevede la reintroduzione di molluschi della stessa specie (unio elongatulus) lungo una porzione del perimetro del lago al fine di favorire il risanamento dei sedimenti litorali e il biomonitoraggio. Attualmente, la popolazione di molluschi è limitata a una sola porzione del litorale del lago e La ricolonizzazione spontanea delle altre zone litorali richiederebbe tempi molto lunghi. RisOrta prevede di accelerare la colonizzazione di altre aree litorali traslocando molluschi della stessa specie prelevati dai laghi limitrofi. Le attività di raccolta e traslocazione dei bivalvi saranno realizzate con il supporto volontario di alcune realtà associative della comunità locale.

BEWS: BIOLOGICAL EARLY WARNING SYSTEMS

Questo contribuirà ad accelerare la depurazione dei sedimenti e a favorire il ripopolamento di altre specie grazie al miglioramento delle condizioni dell’habitat. Successivamente, seguirà il biomonitoraggio attivo e in tempo reale dello stato ecologico dell’acqua per il rilevamento e l’identificazione immediata di eventuali immissioni di contaminanti, grazie all’installazione di gabbie contenenti molluschi provvisti di sensori per il rilevamento di anomalie del comportamento. Questo sistema di monitoraggio fa parte di una metodologia sempre più in uso per la sua affidabilità e semplicità di applicazione che rientra nei cosiddetti Biological Early Warning Systems (BEWS).

AUSPICABILI ESITI DELL’INTERVENTO

La zona dedicata sarà l’area di Bagnera d’Orta, dove si trova una delle spiagge più frequentate. Successivamente, sulla base degli esiti del progetto e grazie al reperimento di nuovi finanziamenti, l’attività potrà essere auspicabilmente estesa a tutte le sponde del lago. I monitoraggi dei molluschi traslocati verranno effettuati a distanza di un mese, sei mesi e un anno dall’impianto. Per facilitarne la localizzazione al fine del controllo periodico delle loro condizioni di salute, questi saranno provvisti di un microchip. In caso di risposta comportamentale alterata si provvederà all’ispezione immediata e alla contestuale raccolta di campioni di acqua per analisi. Verranno, inoltre, regolarmente controllati a campione alcuni molluschi per l’analisi dell’accumulo dei metalli. Il progetto pilota servirà alla definizione della più ottimale modalità operativa del sistema di biomonitoraggio continuo.

ECOMUSEO DEL LAGO D’ORTA E MOTTARONE

L’Ecomuseo del Lago d’Orta e Mottarone si costituisce il 14 maggio 1997 da enti pubblici e privati mossi dalla volontà di dar vita a una realtà di cultura materiale del territorio del Cusio, del Mottarone e della Val Strona. È un’istituzione culturale “che assicura la preservazione e la valorizzazione dei beni naturali e culturali del territorio con la partecipazione della popolazione.

A oggi fanno parte dell’Ecomuseo le seguenti realtà associative: il Museo degli alberghieri dell’Associazione Alberghieri Armeno, il Gruppo Mineralogico Ossolano, la Famiglia Alzese (Alzo di Pella), La Finestra sul Lago (San Maurizio d’Opaglio), il Laboratorio di Arti Visive (Granerolo), il Museo etnografico e dello strumento musicale a fiato di Quarna Sotto, l’Associazione Musicale Accademia di Quarna Sotto, il Teatro delle Selve di Pella, l’Associazione Walsergemeinschaft Kampel, l’Associazione Ambientarte La Traccia, l’associazione Felice Pattaroni di Gravellona Toce, lo spazio museale di Ameno, i Comuni di Armeno, Casale Corte Cerro, Cesara, Gozzano, Gravellona Toce, Miasino, Nonio, Omegna, Orta S.Giulio, Pella, Valstrona; il Museo dell’ombrello e del parasole di Gignese, il Museo dell’arte e della tornitura del legno di Pettenasco, il Museo del rubinetto e della sua tecnologia di San Maurizio d’Opaglio, il Consorzio Giardino Botanico Alpinia, la Comunità Montana Cusio Mottarone Due Laghi Strona e Basso Toce, la Fondazione Calderara di Arte Contemporanea (Vacciago di Ameno), la Fondazione Museo Arti e Industria (Forum di Omegna), il Gruppo Grotte CAI Novara e la Provincia di Novara.

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