CINEMA, eventi. Trieste Film Festival: assegnati i premi della XXXIII edizione

Nato alla vigilia della caduta del Muro di Berlino, il Trieste Film Festival è il primo e più importante appuntamento italiano dedicato al cinema dell'Europa centro-orientale, osservatorio privilegiato su cinematografie e autori spesso poco noti, se non addirittura sconosciuti, al pubblico italiano e, più in generale, a quello occidentale. Più che un festival è un ponte che pone in contatto le diverse entità dell'Europa del cinema

Nato alla vigilia della caduta del Muro di Berlino (l’edizione «zero» è datata 1987), il Trieste Film Festival, evento diretto da Fabrizio Grosoli e Nicoletta Romeo, è il primo e più importante appuntamento italiano dedicato al cinema dell’Europa centro-orientale, che continua a essere un osservatorio privilegiato su cinematografie e autori spesso poco noti – se non addirittura sconosciuti – al pubblico italiano, e più in generale a quello “occidentale”. Più che un festival, un ponte che mette in contatto le diverse latitudini dell’Europa del cinema, scoprendo in anticipo nomi e tendenze destinate ad imporsi nel panorama internazionale.

Il Premio Trieste assegnato dalla giuria (Edvinas Pukšta, Dubravka Lakić, Emanuela Martini) al miglior lungometraggio in concorso (euro 5.000) va – all’unanimità – a Întegralde di Radu Muntean (Romania 2021) con la seguente motivazione: «Il film più imprevedibile del Concorso Internazionale Lungometraggi è caratterizzato da brillanti cambi di marcia atti ad esprimere generi e stati d’animo divergenti, fondendo in modo convincente attori professionisti e indimenticabili dilettanti locali e guidandoci nervosamente verso una destinazione sorprendente di genuina tranquillità».

PREMIO ALPE ADRIA CINEMA

La giuria ha inoltre attribuito due menzioni speciali: a Kelti, di Milica Tomović (Celti, Serbia 2021) per la capacità di raccontare tutto un mondo attraverso un solo gruppo di famigliari e amici, una sola casa e una sola sera, per come costruisce un film corale attraverso una sceneggiatura minuziosa e un uso indagatore della macchina da presa; e a Strahinja Banović di Stefan Arsenijević (Finché posso camminare, Serbia – Lussemburgo – Francia – Bulgaria – Lituania 2021) per l’umanità dimostrata dalla storia – in cui uno dei temi più scottanti nell’Europa di oggi si fonde con un amore di proporzioni epiche – e per il linguaggio fortemente cinematografico con cui il regista Stefan Arsenijević la racconta.

Il Premio Alpe Adria Cinema assegnato dalla giuria (Marta Popivoda, Nino Kirtadze, Gianfranco Pannone) al miglior documentario in concorso (euro 2.500) va a Tvornice Radnicima, di Srđan Kovačević (La fabbrica ai lavoratori, Croazia 2021) con la seguente motivazione: con la potenza delle sue immagini e il suo enorme impegno, ci immerge in una lotta operaia dei nostri giorni davvero unica. Onesto e avvincente, il film ci mostra quanto sia complesso costruire e sostenere un’utopia socialista nell’oceano del capitalismo: la fabbrica agli operai.

PREMIO FONDAZIONE OSIRIDE BROVEDANI

La giuria ha inoltre assegnato una menzione speciale a Film balconowy, di Paweł Łoziński (Film dal balcone, Polonia 2021), con la seguente motivazione: «Di questo piccolo grande film ci ha colpiti soprattutto l’empatia; la capacità di relazionarsi all’altro nei giorni difficili e un po’ tristi del Covid da un punto di vista molto semplice, il balcone di un primo piano in un palazzo qualsiasi di una quartiere residenziale a Varsavia. Una posizione dall’alto verso il basso piuttosto rischiosa, che l’autore riesce a condurre in un dialogo ad altezza d’uomo, creando un rapporto divertente e anche profondo con le persone più disparate, che ci arrivano spontanee e a loro volta empatiche. L’autore accantona volontariamente uno sguardo più complesso sul mondo a favore di una semplicità di stile che infine si fa politica grazie a una trascinante fiducia nell’uomo. Un film che ci fa bene».

Il Premio Fondazione Osiride Brovedani assegnato dalla giuria (Špela Čadež, Gerald Weber, Wim Vanacker) al miglior cortometraggio in concorso (euro 2.000) va a Pa Vend, di Samir Karahoda (Da un posto all’altro, Kosovo 2021), con la seguente motivazione: «In un film che mescola documentario e finzione, una tavola da ping-pong diventa un’allegoria di condizioni politiche ma anche una metafora della ricerca di luoghi sicuri in un periodo caratterizzato da sradicamenti e migrazioni. Pa Vend ci ha convinti in virtù della correttezza delle sue scelte formali, con inquadrature singolari, uno sguardo concentrato e ritmo preciso».

IL GIUDIZIO DEL PUBBLICO

I film dei tre concorsi sono stati “giudicati” anche dal pubblico e con il loro voto hanno decretato i vincitori dei Premi del Pubblico: miglior lungometraggio: Mrak, di Dušan Milić (Oscurità, Serbia – Italia 2021); miglior documentario: Film balconowy, di Paweł Łoziński (Film dal balcone, Polonia 2021); miglior cortometraggio: Big, di Daniele Pini (Italia 2021).

Di seguito l’elenco degli altri premi assegnati.

Il Premio Corso Salani 2022 assegnato dalla giuria (Massimo Causo, Andrea Adriatico, Maura Delpero) al miglior film della sezione e offerto da Associazione Corso Salani e Vivo film, va a Dal pianeta degli umani, di Giovanni Cioni (Italia – Belgio – Francia 2021) con la motivazione: «Sospeso sul confine di Ventimiglia tra il dramma degli immigrati che si consuma oggi e una fiaba scientifica accaduta cento anni fa, il film sviluppa con stupore e fantasia  un discorso sul tempo presente, spingendosi nella confusione tra reale e immaginario che attanaglia e stordisce l’umano sentire dei nostri giorni. Alternando presenze fantasmagorico-spettrali a una sensorialità tutta terrena, attraverso una voce che si fa nenia quasi ipnotizzante, l’autore affronta il conflitto costante e secolare tra l’istinto della vita e l’orrore.

MENZIONE SPECIALE

La giuria ha inoltre attribuito una menzione speciale a: Viaggio nel crepuscolo, di Augusto Contento perché intrecciando con intrigante ampiezza concettuale e visiva il rigore dell’archivio, le pulsioni dell’immaginario e la fluidità dell’animazione, il film sviluppa una riflessione sull’identità passata e presente del nostro paese, in cui le trame di una tradizione familiare oppressiva, rievocate con Bellocchio, dialogano con quelle di una Storia che ha tenuto in ostaggio l’uomo e le sue aspirazioni.

Premio Audentia Eurimages – Consiglio d’Europa assegnato dalla giuria (Ursula Menih Dokl, Anne Laurent-Delage, Andrei Tănăsescu) a Women do cry, di Mina Mileva e Vesela Kazakova (Le donne piangono, Bulgaria – Francia 2021), con la seguente motivazione: «In un clima sociale sempre più esplosivo, il film vincitore dell’Audentia Award di quest’anno interpreta urgenti istanze di cambiamento con immediatezza feroce, un approccio formale di assoluta integrità e un’esplorazione a tutto tondo della lotta per l’uguaglianza e delle questioni che continuano ad affliggere le donne nella nostra società. Il suo grido di battaglia in nome della solidarietà tra le donne contro la misoginia, l’omofobia e ogni forma tossica di patriarcato è locale e universale al tempo stesso. Guidando sapientemente la forza prorompente di un cast femminile multigenerazionale, le autrici ci consegnano un manifesto cinematografico pieno di rabbia e tenerezza, empatia e umorismo. Per l’unicità della sua cifra cinematografica e per il suo coraggio e risolutezza».

PREMI SKYARTE E OSSERVATORIO BALCANI E CAUCASO

Il Premio SkyArte assegnato dal canale Sky Arte HD attraverso l’acquisizione e la diffusione di uno dei film della sezione TriesteFF Art&Sound è stato attribuito a Milan Kundera: from the joke to insignificance, di Miloslav Šmídmajer (Milan Kundera: da Lo scherzo all’insignificanza, Repubblica Ceca 2021).

Il Premio Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa al miglior documentario in concorso va a Looking for horses, di Stefan Pavlović (Cercando cavalli, Paesi Bassi – Francia – Bosnia ed Erzegovina, 2021), poiché è la celebrazione di un’insolita amicizia tra il regista e Zdravko, un pescatore che si è ritirato a vivere vicino a un lago solitario dopo la guerra in Bosnia Erzegovina.

Il film descrive la crescita del legame tra Zdravko, che ha perso l’udito dopo l’esplosione di una granata, e il regista che racconta la sua lotta con la balbuzie a partire dall’infanzia. Superando lentamente le barriere nella comunicazione, i due uomini instaurano un rapporto unico, cementato dalla volontà di capirsi nonostante tutto, che si trasforma in un’esperienza di guarigione reciproca. Stefan Pavlović analizza i temi della comunicazione e del trauma in un’opera d’arte originale e toccante, in cui non ha paura di rivelare insicurezze, paure e dubbi. Oggi più che mai, Looking for Horses manda un messaggio chiaro alla Bosnia Erzegovina: anche quando le condizioni sono difficili, ascoltarsi e comprendersi non solo è possibile ma costituisce anche un’esperienza straordinaria.

PREMI CEI, CINEUROPA E GIURIA PAG

Il Premio CEI (Central European Initiative) al film che meglio interpreta la realtà contemporanea e il dialogo tra le culture va a Kelti, di Milica Tomović (Celti, Serbia, 2021), con la seguente motivazione: «Una storia familiare e una festa di compleanno ambientate a Belgrado nel 1993 diventano potenti metafore della dissoluzione di un paese e della perdita dell’identità collettiva. Un’opera prima di una giovane regista serba dallo sguardo maturo, lucido e pieno di ironia».

Il Premio Cineuropa al miglior lungometraggio in concorso va a Në kërkim të venerës,di Norika Sefa (Alla ricerca di Venera, Kosovo – Nord Macedonia, 2021), perché Tra tutti gli ottimi film selezionati, uno ci ha colpiti in particolare per le sue spiccate qualità cinematografiche. Looking for Venera è straordinario per la sincerità e precisione dimostrate. La regista Norika Sefa è riuscita a rendere perfettamente la complessità dei due personaggi principali, interpretati magnificamente dalle attrici Kosovare Krasniqi e Rozafa Çelaj. Va inoltre menzionato Luis Armando Arteaga, direttore della sua fotografia, che col suo lavoro ha permesso a questo bellissimo film di formazione di brillare.

Il Premio Giuria PAG (Progetto Area Giovani) del Comune di Trieste, assegnato da una giuria di giovani tra i 18 e i 35 anni, rappresentanti di associazioni giovanili, al miglior cortometraggio in concorso (Abel Gambini, Alberto Loschi, Chiara Stella Lorenzi, Elisa Chiodi, Emiliano di Summa, Franco Morellato, Iris Paparelle, Leonardo D’Angelo, Rosa Maria Roccatagliata) va a Samogłów, di Jakub Prysak (Pesce luna, Polonia, 2021, 24’) per un microcosmo cinematografico in cui i personaggi hanno il loro tempo per crescere ed evolvere, in un contesto realistico e ricco di richiami simbolici alla società contemporanea. La regia e la fotografia concorrono efficacemente a creare una comunicazione completa e d’impatto.

La giuria ha inoltre assegnato una menzione speciale anche a Big, di Daniele Pini (Italia, 2021, 14’). Il Premio Eastern Star 2022 che riconosce una personalità del mondo del cinema che con il suo lavoro ha contribuito, proprio come il Trieste Film Festival, a gettare un ponte tra l’Europa dell’est e dell’ovest, va a Kornél Mundruczó e Kata Wéber. Il Premio Cinema Warrior 2022 che riconosce l’ostinazione, il sacrificio e la follia di quei “guerrieri” (siano essi singoli, associazioni o festival) che lavorano (o meglio: combattono) dietro le quinte per il Cinema, va Luciana Castellina

www.triestefilmfestival.it,

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