ECONOMIA, Cina Popolare. La transizione del modello di crescita auspicata dal Fmi

Il passaggio a una crescita guidata dai consumi privati potrebbe mettere Pechino nelle condizioni di perseguire meglio i suoi obiettivi di decarbonizzazione, tuttavia, nella fase attuale la crescita economica ha perduto slancio

Nell’ultimo «focus» della newsletter del Fondo monetario internazionale (Fmi) pubblicato il 27 gennaio scorso, gli analisti del Dipartimento dell’Asia e del Pacifico (Chang Yong Rhee, Helge Berger e Wenjie Chen) hanno affrontato il tema della ripresa dalla pandemia del gigante asiatico alla luce della perdita di slancio della crescita economica sinopopolare, fenomeno affermano gli analisti, permane eccessivamente dipendente dagli investimenti e dalle esportazioni.

BASSI CONSUMI PRIVATI

Questo, ad avviso del Fmi, porrebbe in discussione l’agognata transizione in direzione di una crescita sostenuta e di elevata qualità e sostenibile. Infatti, negli ultimi due anni i consumi privati ​​sono rimasti al di sotto dei livelli precedenti alla pandemia, mentre gli investimenti e le esportazioni hanno guidato la ripresa.

Sebbene le numerose sfide con le quali si misura Pechino non abbiano risposte facili, il messaggio chiave della revisione annuale dell’economia del Fmi è che il riequilibrio verso un modello maggiormente basato sui consumi sarebbe in grado di incrementare le prospettive di crescita a breve termine, garantendo un’espansione di qualità sul lungo periodo.

GLI ELEMENTI DI CRITICITÀ

Gli elementi di criticità più immediati per la seconda economia del mondo si rinvengono nel rallentamento degli investimenti immobiliari e nella repentina cessazione dei sostegni di natura fiscale, oltre ovviamente ai nuovi focolai di contagio dovuti alle varianti del coronavirus, che risultano più trasmissibili delle precedenti e che, conseguentemente, inducono le autorità all’imposizione di blocchi delle attività in funzione di prevenzione sanitaria, che però incidono negativamente sulla ripresa dei consumi privati.

La crescita stagnante della produttività interna, stabilizzatasi nella Repubblica Popolare negli ultimi dieci anni ha coinciso con la cessazione dell’espansione della forza lavoro locale.

TRANSIZIONE DEL MODELLO DI CRESCITA

Tra gli ostacoli sul sentiero della ripresa cinese figurano inoltre la diminuzione della spesa per investimenti in infrastrutture, il decoupling sul piano tecnologico e la riduzione del flusso dei commerci internazionali di beni e servizi ad alta tecnologia. È importante sottolineare che un rallentamento del commercio e degli investimenti transfrontalieri è destinato a incidere notevolmente dal punto di vista economico, influendo sulla crescita globale. Infine la ricerca della neutralità carbonica.

La transizione a un modello di crescita basato maggiormente sui consumi potrebbe favorire il conseguimento degli obiettivi di natura climatica che Pechino si è posta. Infatti, il riequilibrio della crescita porterebbe a un duplice vantaggio, il sostegno dell’economia interna e il miglioramento delle prospettive in ordine ai mutamenti climatici. Al contrario, un riequilibrio che avvantaggi i consumi allontanerebbe l’economia da attività industriali ad alta intensità di carbonio.

È possibile leggere l’intero articolo al seguente indirizzo: https://www.imf.org/en/News/Articles/2022/01/27/cf-china-shift-to-consumption-led-growth-can-aid-green-goals?utm_medium=email&utm_source=govdelivery

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