L’argomento è stato affrontato nell’articolo pubblicato il 12 gennaio scorso dalla newsletter “SupplyChain Italy” (https://www.supplychainitaly.it/2022/01/12/esperti-concordi-supply-chain-globali-in-sofferenza-anche-per-tutto-il-2022/), che citando Bloomberg, si rileva come il 2021, anno per il quale le previsioni indicavano una riduzione delle problematiche, sia invece stato caratterizzato da una pesante crisi del settore. Il clima è dunque di incertezza, stato d’animo accentuato dai risultati di analisi come quella effettuata da Sea-Intelligence e riportata nel medesimo articolo, secondo la quale anche nel caso in cui le congestioni portuali si risolvessero permarrebbero comunque grandi quantità di scorte finora non trasportate.
PERMANGONO LE CRITICITÀ NEL TRASPORTO
A fronte del perdurare di livelli elevati di spesa per beni durevoli da parte dei consumatori americani le carenze nella capacità di trasporto dovrebbero conseguentemente registrarsi nell’intero anno in corso, per poi ridursi e risolversi nel 2023. Di diverso avviso coloro i quali ritengono che, invece, la domanda di consumi dovrebbe mutare orientamento nei prossimi mesi, passando dalle merci fisiche ai servizi, un cambiamento che sortirebbe effetti nei termini dell’alleggerimento del peso sul settore dei trasporti, un miglioramento che, secondo alcuni, deriverà grossomodo nello stesso periodo dalla riduzione delle carenze nella fornitura di manodopera nelle catene di approvvigionamento logistiche diminuiranno, con effetti sui volumi di spazio occupati nei magazzino.
Tuttavia, molto è dipeso e continuerà a dipendere dalla diffusione dei contagi della variante Omicron del coronavirus, che qualora si riducesse a una carica virale minore aprirebbe una diversa fase nei consumi, accentuando appunto la spesa per servizi, con una contestuale riduzione di quella per beni.