Incidenza del «caro bollette»: attraverso una dichiarazione rilasciata dal ministro Giancarlo Giorgetti, il Governo italiano ha preannunciato la richiesta di uno scostamento di bilancio pari a trenta miliardi di euro al prossimo Ecofin, ottenendo il sostegno di atre componenti politiche di peso di questo esecutivo quali il Partito Democratico e il Movimento 5 stelle. Il tema, unitamente a quello dell’approvvigionamento energetico, è stato trattato dal professor Mario Baldassarri nel corso della trasmissione “Capire per conoscere”, condotta per l’occasione dal direttore di Radio Radicale Alessio Falconio e andata in onda lunedì 17 gennaio 2022.
CARO BOLLETTE E SCOSTAMENTI DI BILANCIO
Ad avviso dell’ex viceministro attualmente direttore del Centro studi economia reale, «Prima di affrontare argomenti quali lo scostamento di bilancio che consenta allo Stato di coprire la spesa di calmierazione del “caro bollette”, bisognerebbe aggredire alcuni altri fattori che hanno contribuito a determinare questo gigantesco aumento dei prezzi del gas e dell’elettricità, in modo da incidere nell’immediato dove questo è possibile, ad esempio sterilizzando l’Iva, pensando però a un cambiamento della politica energetica nazionale nel medio termine, nel senso di trivellazioni in Adriatico oltre al più rapido possibile rientro nel nucleare attraverso gli impianti di IV generazione in attesa della fusione nucleare, che sarà da venire tra decine di anni, cioè della soluzione dei problemi energetici sul pianeta Terra».
NUCLEARE SÌ, NUCLEARE NO
All’eccezione sollevata da Falconio sul nucleare, che è gravato da un problema di natura politica determinato da due referendum contrari votati nel passato e che al riguardo, dunque «non si può far finta di nulla», Baldassarri ha replicato che «questo aspetto va contestualizzato», poiché i cittadini italiani si espressero contro il nucleare «in quelle condizioni, con le tecnologie di allora e con quella particolare disponibilità di fonti energetiche» (si era nell’immediatezza del disastro di Černobyl, n.d.r.).
Egli ha poi sottolineato come recentemente in Italia il prezzo dell’elettricità in bolletta pari al 187%, con una incidenza del ricorso al gas per l’elettro generazione che si avvicina al 50% del totale delle fonti energetiche allo scopo impiegate, conseguentemente, l’interrogativo sollevato è «da quale mix energetico – che include il gas ovviamente, ma non solo – deriva questo esorbitante aumento del prezzo, dato che per le altre fonti, come le rinnovabili ad esempio, non si riscontrano aumenti dei prezzi simili a quelli del gas».
ECONOMIA PRODUTTIVA A RISCHIO SOPRAVVIVENZA
Aumenti vertiginosi dei prezzi dell’energia come quello verificatosi in questi mesi azzera i margini delle imprese, per altro in moltissimi casi già piagate dagli effetti devastanti della pandemia di coronavirus. Infatti, ha sottolineato Baldassarri, «si tratta di incrementi che molto difficilmente potranno venire scaricati dalle imprese sui prezzi finali al consumo, a maggior ragione in una fase di domanda bassa come quella attuale».
Per non parlare di tutti quei settori cosiddetti “energivori”, laddove l’incidenza dei costi dell’energia elettrica si attesta al 50% del totale: «Pensiamo ai vetrai di Murano, alle fabbriche di ceramiche e piastrelle di Sassuolo e a tutte le aziende che producono acciaio e alluminio, settori della nostra economia produttiva la cui sopravvivenza in queste condizioni è di poche settimane».
IL PROSSIMO VERTICE ECOFIN
Nel corso della trasmissione sono stati inoltre affrontati i temi relativi alla prossima riunione dell’Ecofin in calendario e della connessa discussione delle regole sul debito pubblico, sede nella quale si dovranno fare i conti con la dura realtà rappresentata dall’indebitamento dello Stato italiano; infine della proposta Giavazzi sull’avanzo primario, la revisione dei parametri di Maastricht e sul semestre francese di presidenza dell’Unione europea.