GOLFO PERSICO, conflittualità. Iran, significativo incremento dell’impiego di velivoli da combattimento senza pilota (UCAV)

Ad avviso del comandante della V Flotta statunitense, viceammiraglio Brad Cooper, a fronte di un rischio «piatto» di scontri armati diretti con le unità navali della marina militare iraniana e dei Pasdaran è invece incrementale quello legato all’impiego di «droni» da parte di Teheran. Allo scopo gli americani stanno realizzando degli «hub» in Bahrein e Giordania per accelerare l’integrazione tecnologica dei loro sistemi navali e subacquei a pilotaggio remoto

Secondo il comandante della V Flotta statunitense, viceammiraglio Brad Cooper, negli ultimi anni l’Iran ha «significativamente incrementato l’impiego di velivoli senza pilota». Egli ha altresì sottolineato come i rischi di scontri armati diretti con le unità navali della marina militare di Teheran o con quelle della componente navale dei Pasdaran (Corpo dei Guardiani della Rivoluzione Islamica) permangano relativamente basse, tuttavia, «altro è il drammatico aumento dell’attività degli UAV iraniani nella regione, sia in termini di capacità operativa che dell’intensità delle missioni effettuate».

ATTACCHI ALLE NAVI MERCANTILI IN NAVIGAZIONE

L’alto ufficiale della US Navy si è espresso in occasione di un evento organizzato dal Center for Strategic and International Studies, che ha avuto luogo presso l’US Naval Institute. «Un esempio recente – ha proseguito Cooper – è stato l’attacco alla nave mercantile israeliana Mercer Street compiuto nel luglio scorso, quando un drone kamikaze di fabbricazione iraniana ha colpito la nave volandoci contro, provocando così la morte di due persone».

In risposta all’incrementale ricorso iraniano all’uso di droni, Usa e Israele hanno recentemente intensificato le loro attività mirate a contrastare la capacità produttiva di questi pericolosi sistemi d’arma concentrando le operazioni contro l’industria iraniana del settore. Inoltre, le forze armate dello Stato ebraico hanno condotto azioni militari in territorio siriano allo scopo di distruggere droni e sistemi di difesa aerea che gli iraniani stavano fornendo ai loro alleati locali, cioè l’esercito di Bashar al-Assad e l’Hezbollah libanese.

LA RISPOSTA DI WASHINGTON: NAVI E SOTTOMARINI SENZA PILOTA

Cooper ha inoltre aggiunto che, a fronte di questa minaccia, negli ultimi mesi la V Flotta statunitense ha intensificato l’impiego dei propri «droni marittimi» (cioè delle navi di superficie a pilotaggio remoto e dei mezzi subacquei, anch’essi senza pilota), rischierando in settembre la Task Force 59 a settembre per accelerare l’integrazione tecnologica di questi sistemi a pilotaggio remoto, allo specifico scopo è stato allestito un hub in Bahrain, mentre la realizzazione di un secondo hub in Giordania era stata annunciata in novembre.

L’US Navy si è prefissa l’obiettivo di certificare quattordici diversi protocolli operativi relativi a tali sistemi (concetti e funzionamento pratico in operazioni), fase propedeutica un loro effettivo impiego in battaglia.

Condividi: