Il balzo della filiera delle costruzioni e dell’arredamento, così come quello dei prodotti per l’igiene e la sicurezza e la crescita delle esportazioni, sono tra i fattori che hanno fatto riguadagnare alla chimica i livelli pre-pandemici. Lo riferisce SELES – Sviluppo commerciale estero nella sua newsletter (https://www.seles.biz/dati-congiunturali-export/la-chimica-ritorna-ai-livelli-pre-covid-trainata-da-export-edilizia-e-sanita/), che aggiunge inoltre come nel 2022 le imprese di Federchimica si stiano preparando alla crescita vera e propria, pur con una serie di incertezze. Quella attuale è una fase del tutto particolare che la federazione definisce di «grosse luci» costituite dalla ripresa e dal ritorno alla crescita, «ma anche da ombre», materializzatesi attraverso i costi derivanti dallo shock energetico e dai sensibili incrementi dei prezzi delle materie prime, oltreché dai maggiori costi dei noli e della logistica, fattori ai quali si aggiungono le profonde trasformazioni di alcuni settori clienti, quali l’automotive.
RITORNO ALLA CRESCITA
Se sullo sfondo permane una pandemia che continua ad avere un impatto molto forte, i numeri del bilancio di fine anno evidenziano tuttavia la reazione molto forte del settore, al punto che il valore della produzione del 2021 (56 miliardi, con una crescita del 7,7% sul 2020) ha pienamente recuperato la perdita del 2020 (50,6 miliardi di euro, con un calo del 7,7% sul 2019), mentre per il 2022 si prevede una crescita vera e propria, con un balzo in avanti del 3,5%, a condizione però che si assista a una normalizzazione del duplice fronte energia e materie prime.
LO SLANCIO DEL PNRR
In questa situazione una crisi energetica prolungata comprometterebbe senz’altro la ripresa. Le previsioni oggi sono soggette a particolare incertezza non solo per via dell’evoluzione pandemica e macroeconomica, ma anche per la difficoltà a valutare l’effettivo tenore della domanda in una situazione di tensione sull’offerta, che condiziona la clientela finale.
Questo quadro tiene conto anche del primo slancio che potrebbe arrivare dalle opportunità generate dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) in molti settori clienti strettamente legati alla chimica, dalle infrastrutture alle costruzioni alla sanità. Così come dei progetti specifici legati alla transizione ecologica, come quelli dedicati all’idrogeno a cui sono destinati tre miliardi e quelli dedicati al riciclo chimico nell’ambito dei progetti faro per l’economia circolare, a cui sono destinati seicento milioni di euro.