Quello che vi apprestate a leggere è un articolo che disegna uno scenario fantapolitico partendo da incontrovertibili dati reali.
Negli anni 2019-2021, gli Stati Uniti hanno investito ingenti risorse pubbliche per fronteggiare le conseguenze economiche della pandemia e nel partito democratico è cominciata la riscossa dei centristi, che stanno decretando lo stop all’incremento della spesa pubblica facile.
Un primo assaggio di questo ritorno dei moderati, lo ha dato il senatore Joe Manchin, il quale nel dicembre 2021, ha negato il suo voto decisivo al Build Back Better, il maxipiano da duemila miliardi per la transizione industriale a zero emissioni e per costruire un welfare di stampo europeo.
In più, le politiche economiche keynesiane adottate in perfetta continuità da Donald Trump e Joe Biden, hanno generato una ripresa dell’inflazione, la quale, insieme alla disoccupazione, incombe sulle elezioni di mezzo termine del novembre 2022, costituendo la principale priorità della banca federale.
I BLOCCHI ELETTORALI DEMOCRATICI SONO SALTATI
I blocchi elettorali su cui i Democratici hanno sempre tradizionalmente contato, appaiono liberi da vincoli e lo slogan “votare blu, non importa chi”, non sembra più in grado di mobilitare gli elettori indipendenti, che per larga parte sono già tornati ad esprimersi guardando ai candidati ritenuti più credibili.
Il partito repubblicano è impegnato a consolidare la presa sull’elettorato ispanico, facendo leva sul tema della sicurezza, su quanti non credono che l’immigrazione senza restrizioni sia un fatto positivo per il Paese e su tutti coloro che alla parola socialismo associano difficoltà economiche e limitazioni alla libertà.
I consensi per il GOP sono in crescita di qualche punto percentuale anche tra il ceto medio nero afro-americano, il quale, smaltita l’ubriacatura del Black Matter Lives, ha cominciato a fare i conti con i tagli ai budget per la polizia, che di fatto hanno provocato il ritorno diffuso dei crimini contro la persona.
IL PARTITO REPUBBLICANO HA IPOTECATO IL CONGRESSO
Il novembre 2022, il partito repubblicano sarà dunque nelle condizioni di conquistare la maggioranza al Congresso. Allora mancheranno due anni alla scandenza del mandato presidenziale di Joe Biden, il quale sente già oggi il peso dell’età e continua a vedere eroso il proprio gradimento tra gli americani.
Il presidente Biden ha deluso le aspettative di gran parte di coloro che lo avevano votato nel 2020 ed anche la prevista staffetta con la sua vice Kamala Harris, sembra aver perso il suo appeal nell’elettorato, già oggi propenso a rifiutare la possibile svolta liberal del partito democratico.
Il partito repubblicano si troverà invece ad affrontare le proprie primarie con tanti candidati sui quali incomberà la lunga ombra di Donald Trump, che non intende rinunciare alla sua personale rivincita contro l’establishement rappresentato dai politici e le lobby di Washington, il mondo intellettuale e dei media statunitensi.
UNA LEADERSHIP FORTE PER LA CASA BIANCA
Ma per vincere la Casa Bianca, il partito repubblicano ha bisogno una leadership forte e capace di saldare interessi contrapposti, nell’interesse della nazione. Donald Trump è ancora popolare, ma anche molto divisivo e anziano, inoltre polarizzerebbe di nuovo il voto, senza fornire sufficienti garanzie di una vittoria.
In casa Trump c’è solo una persona qualificata a raccogliere l’eredità del capofamiglia. L’unica che si rivelata capace di moderarne gli eccessi. L’unica ad aver chiesto al padre di isolare i suoi sostenitori durante l’assalto a Capitol Hill. Si tratta di Ivanka, la consigliera più fidata di papà Donald durante la sua presidenza.
Al fianco del padre ha partecipato alla campagna del 2020 ed ha anche partecipato agli eventi a sostegno dei candidati repubblicani nelle elezioni successive. Nell’ultimo periodo si è dedicata molto al volontariato e in questo ruolo si è messa a distribuire generi di prima necessità a famiglie in difficoltà.
Donna e madre di tre figli, Ivanka è la moglie di Jared Kushner, un ricco uomo d’affari, per amore del quale si è convertita all’ebraismo. Ivanka sembra unire tutti e negli Stati Uniti appare decisamente più amata del padre. Che possa diventare una futura candidata repubblicana alla Casa Bianca?