Per la sicurezza israeliana la zona di Jenin resta sempre una spina nel fianco. Infatti, la città della Cisgiordania amministrata dall’Anp del presidente Mahmoud Abbas sfugge spesso al controllo trasformandosi in area critica dalla quale provengono numerosi attacchi armati compiuti da cellule palestinesi. L’ultimo in ordine di tempo è stato quello che ha provocato la morte del venticinquenne Yehuda Dimentman e il ferimento delle altre due persone che giovedì notte si trovavano a bordo della sua auto nei pressi di Homesh. Secondo le ricostruzioni effettuate dalle forze di sicurezza israeliane si è trattato di un’imboscata tesa all’autovettura da un lato della strada. Dimentman, studente in una yeshiva e padre di un figlio di nove mesi, viveva nell’insediamento di Shavei Shomron.
ATTIVE LE RICERCHE, MA SI TEME UN ALTRO ATTACCO
Attualmente proseguono intense le ricerche dei terroristi da parte dei militari israeliani, concentrate nei villaggi a sud di Jenin, in particolare nella zona di Kafr Ra’i, località situata a pochi chilometri da dove è stato compiuto l’agguato, ma anche altri villaggi non distanti, come Sanur e Jaba, sono stati oggetto di rastrellamenti e perquisizioni.
Nella giornata di venerdì il capo di stato maggiore delle Israel Defence Force (IDF), generale Aviv Kohavi, aveva visitato il luogo dell’attacco, garantendo che la caccia all’uomo non sarebbe cessata fino a quando non verranno catturati i palestinesi del commando terroristico, tuttavia, i responsabili degli organismi di sicurezza dello Stato ebraico temono che, malgrado questo sforzo operativo e di intelligence, la cellula armata palestinese possa tentare l’esecuzione di un altro attacco prima di venire catturata o neutralizzata.
INGENTE SPIEGAMENTO DI FORZE
Allo scopo lo spiegamento israeliano è ingente: tre ulteriori battaglioni di fanteria, unitamente a unità delle forze speciali ed elementi dell’intelligence, sono attualmente impegnati in Cisgiordania, uno sforzo che vede contestualmente attiva anche la polizia e lo Shin Bet.
Alcuni media locali hanno reso noto che almeno tre palestinesi sarebbero stati arrestati nel corso delle prime ore delle operazioni israeliane nel villaggio di Burqa, poco fuori dal Homesh, cioè dell’insediamento ebraico che avrebbe dovuto essere evacuato sulla base del piano di sgombero deciso nel 2005.